Il codice dell'essere. La mostra personale del giovane artista presenta le tele realizzate 'a 4 mani' con il pc. I suoi lavori tentano di denunciare la sottomissione alle nuove tecnologie e la solitudine dell'uomo moderno.
a cura di Angelo Cruciani
Nell'Eclettico e polivalente Spazio Misael, sito nel centro della culturale Vicenza, approda l'arte Virtuale e Futuribile di Luca Lillo, il giovane artista italiano che negli ultimi 2 anni è alla ribalta dell'attenzione dell'Art-System con le sue tele realizzate “a 4 mani” con il pc.
Una mostra che mette a nudo la verità sulla nostra sottomissione alle nuove tecnologie attraverso dipinti che denunciano poeticamente le nostre solitudini metropolitane abilmente nascoste dietro il dito delle molteplici possibilità di comunicazione.
Come Neo, risvegliato dal sonno di Matrix, abbraccia la visione del “deserto del reale”, per accedere infine a una vista più profonda, così Luca Lillo s’incunea con forza, con le sue visioni, in uno spazio altrettanto visionario, ma assai più caotico e vasto, che è lo spazio del pensiero contemporaneo sulle nuove immagini e sull’orizzonte filosofico aperto dalle nuove tecnologie.
Il personaggio ibrido, alter ego e modello principale dell’artista, agisce sullo spettatore come un’operazione artistica provocatoria nei confronti della nostra percezione dello spazio: nasce da una ricostruzione 3d rappresentata in prospettive estranianti e dimensioni irreali, percorre città reali e luoghi codificati come spazio che nel loro essere uno sfondo trasparente sembrano dissolversi tra gli enigmi di un Codice tatuato sulla pelle della cultura di questo nuovo millennio.
“IL CODICE DELL'ESSERE” è il tentativo di ricercare la propria identità nella fitta rete delle comunicazioni contemporanee, la volontà di impedire alla luminosità diffusa della comunicazione di esercitare fino in fondo la sua tirannia.
Un viaggio attraverso uno spazio tecno-illusorio che sta corrodendo la realtà di tutto ciò che conosciamo in compagnia di un bambino/alieno alle condizioni fisiche, alle dimensioni conosciute, che con il suo sguardo impassibile diretto all’osservatore mostra spesso attitudini alla fuga dalla tela, forse verso quella dimensione (mai definita) dove vivono le emozioni, il territorio della mente e dello spirito, la casa dove tutti abitiamo senza saperlo, senza vederla.
Ufficio Stampa:
Flavia Lanza
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Vernissage: giovedì, 21 Ottobre 2010 ore 18:00
Spazio Misael
Corso Palladio (Galleria Porti) - Vicenza
Orario: mar-sab 10-13 e 16-19.30