Capricci romani. "Balla dipinge strade, angoli di mura e di botteghe, isola la figura sottraendola alla folla che avrebbe dato alle scene un carattere macchiettistico. I personaggi si muovono con i ritmi di una gestualita' scattante cosi' da dar vita ad una dinamica visiva recuperata persino nella insegna del negozio che appare accanto alla Bottega del macellaro".
a cura di Lela Djokic e Daina Maja Titonel
Giovedì 21 ottobre 2010 si inaugura alla Nuova Galleria Campo dei Fiori una mostra
dedicata a Giacomo Balla (Torino 1871 - Roma 1958) a cura di Lela Djokic e Daina Maja
Titonel.
Il giovane Balla, approdato nel 1895 nella capitale dell’Italia unita, scopre gli angoli di Roma che
raccontano una vita ben più colorita e chiassosa di quella avvolta nelle brume della sua Torino. E
ne rimane affascinato, tanto da dedicare nel 1901 una serie di sei opere a personaggi della ribalta
di strada, cinque delle quali sono ora in mostra.
I venditori ambulanti che offrono, volta a volta, ricotta fresca, cornetti, scope e piumini, canne al
lauro e portafortuna, non sono i protagonisti di una cronaca annotata con divertito
compiacimento. È l’entusiasmo per la scoperta di un nuovo mondo a dettare la cifra espressiva
dell’artista che esibisce, nel superamento dei modelli tardo-ottocenteschi, il talento della sua
modernità.
Balla dipinge strade, angoli di mura e di botteghe, isola la figura sottraendola alla folla che
avrebbe dato alle scene un carattere macchiettistico. La pennellata è libera, corrente, e
preannunzia certe fulminazioni di tocco di taluni suoi autoritratti spasmodici.
I personaggi si muovono con i ritmi di una gestualità scattante così da dar vita ad una dinamica
visiva recuperata persino nella insegna del negozio che appare accanto alla Bottega del
macellaro. È un’anticipazione delle ricerche di movimento che saranno così care al Balla del
periodo futurista.
Evidente è, inoltre, la novità del taglio fotografico. Le figure si stagliano all’interno di un vasto
campo costituito dal selciato della strada, delimitato da una linea di orizzonte notevolmente
rialzata. E sullo sfondo si allineano le botteghe, con una inquadratura che ne amputa la parte
superiore. Proprio come nel famoso quadro Il Fallimento (1902), che trova qui una suggestiva
anticipazione negli antoni del negozio che fa da sfondo al Venditore di cornetti.
L’audacia innovativa di Giacomo Balla è però ancor più sorprendentemente testimoniata
dall’accostamento tra immagini e grafismi. Nella ricerca di una bidimensionalità della scena,
l’artista scrive sulla fascia inferiore di tre tavole le frasi gridate dai venditori. E lo fa con un
verismo linguistico che lo induce a moltiplicare le vocali (“ricooootta freeeesca”), proprio per
riprodurre la voce dei personaggi. È un sonoro che accompagna ed integra la rappresentazione
pittorica. Sono quadri parlanti.
Solo la straordinaria creatività di Giacomo Balla poteva far entrare in queste tavole la magia delle
voci dipinte.
ufficio stampa: Daina Maja Titonel, maja@nuovagalleriacampodeifiori.it, +39 06 68804621,
+39 338 5005483
Inaugurazione giovedì 21 ottobre 2010, ore 17 - 20,30
Nuova Galleria Campo dei Fiori
via di Monserrato 30, 00186 Roma
orario: 10- 13.00/16 - 19, chiusura lunedì mattina e festivi
ingresso libero