Prosegue l'impegno della Fondazione Carit per far conoscere e valorizzare la cultura e l'arte del territorio. Con simile intento quest'anno l'evento espositivo e' dedicato al pittore novecentesco, presentando una significativa selezione di opere che documentano la sua ricerca artistica indirizzata verso diversi generi e tecniche. A cura di Francesco Santaniello.
Giovedì 28 ottobre 2010 alle ore 17,00 verrà inaugurata a Palazzo Montani Leoni, sede della Fondazione CARIT, in corso Tacito 49, la mostra "Mirimao", personale di arte contemporanea dedicata a Guido Mirimao.
La mostra, organizzata e finanziata dalla Fondazione e curata da Francesco Santaniello, sarà aperta dal 28 ottobre al 19 dicembre 2010.
Prosegue l’impegno profuso dalla Fondazione Cassa di Risparmio di Terni e Narni per far conoscere e valorizzare sempre di più la cultura e l’arte del territorio, attraverso le eccellenze e i grandi protagonisti. Con simile intento la Fondazione dedica l’evento espositivo di quest’anno al pittore Guido Mirimao, affidando il progetto scientifico della mostra e del catalogo al critico d’arte Francesco Santaniello. La mostra presenta una significativa selezione di opere che documentano la ricerca artistica di Mirimao, indirizzata verso diversi generi e tecniche.
Guido Mirimao è nato a Papigno (Terni) il 1° febbraio 1909. Grazie all’interessamento di alcuni parenti di Narni e di colui che era stato il suo maestro di IV elementare, questi disegni di Guido furono fatti vedere al pittore simbolista belga Charles Doudelet, che allora, era il 1924, soggiornava in una villa della campagna narnese. Doudelet offrì a Guido la possibilità di diventare suo allievo e di trasferirsi in Belgio. Così Mirimao compì il suo primo, fondamentale viaggio di formazione visitando la Svizzera e la Francia, conoscendo direttamente movimenti e protagonisti dell’arte europea, sia antica che contemporanea. A Parigi, dove si stabilì per circa sei mesi, frequentò i corsi dell’Accademia Julian. In seguito si recò nei Paesi Bassi ed infine in Belgio, a Gand, città nella quale rimase fino al 1927. Rientrato in Italia svolse il servizio militare in Sicilia, facendosi apprezzare come artista nei circoli culturali di Palermo.
Tornato a Terni lavorò come manovale presso la Società del carburo di calcio e acetilene di Papigno per potersi permettere gli studi al Liceo Artistico e all’Accademia di Belle Arti di Roma, conseguendo i diplomi da privatista. L’avvio ufficiale della sua attività espositiva si fa risalire al 1931 con la partecipazione alla II Mostra Sindacale d’Arte di Perugia. Fino al 1941 Mirimao fu presente a tutte le mostre Sindacali umbre, entrando persino a far parte del comitato organizzatore per le edizioni del 1937 (Perugia), 1939 (Terni) e 1941 (Terni). Tra il 1936 e il 1938 partecipò anche ai Ludi della cultura e dell’arte che si svolsero a Roma e nelle altre province laziali, ottenendo vari riconoscimenti e menzioni d’onore. Stabilitosi a Terni si dedicò alla carriera giornalistica, collaborando come articolista-illustratore con vari periodici e quotidiani e, sempre sul finire degli anni Trenta, entrò come aiutante nella ditta di decorazioni murali e restauro diretta dal pittore Ugo Castellani.
Il suo esordio pittorico avvenne nell’ambito della cosiddetta Scuola ternana, formata da un gruppo eterogeneo di artisti allineati per propositi culturali ed esiti formali ai coevi movimenti antinovecentisti.
Richiamato alle armi tra il 1941 e il 1943, riprese l’attività dal 1945 dedicandosi in prevalenza a lavori di decorazione e restauro. Tornò a presentarsi in pubblico soltanto nel 1951 nell’ambito della Mostra permanente di arti figurative allestita presso l’Aeroporto di Ciampino. L’anno successivo alla Galleria 11 Quai Voltaire di Parigi presentò una personale.
Pur riprendendo una produzione figurativa, tra il 1954 e il 1960, sperimentò una maniera tendente all’astrazione di matrice informale. Allo stesso tempo dipinse una serie di paesaggi descritti in maniera assai sintetica, nei quali la rappresentazione veniva ridotta all’essenzialità strutturale dell’immagine e le forme erano delineate mediante forti giustapposizioni cromatiche. Mirimao definì questo personale linguaggio “astratto-concreto”, ovvero un’astrazione basata sul senso del colore-luce suggerita dalla sensazione del dato naturale. Tra il 1957 e il 1958 al paesaggio naturale preferì vedute di officine, stabilimenti, siti industriali, tipici della sua Terni. Nel decennio successivo ottenne delle commissioni pubbliche per una serie di restauri e decorazioni a Terni e provincia. Negli anni Sessanta avviò un nuovo ciclo tematico, sempre inerente il paesaggio, proponendo una descrizione costantemente evocativa e mai didascalica.
A partire dal 1978 cominciò a lavorare alla trilogia Il cielo, la terra, l’uomo, che volle contraddistinguere per il forte impegno civile. Nelle opere della prima serie il cielo, con i colori dei vari momenti del giorno, sovrasta e schiaccia i paesaggi, ridotti a sottili strisce d’orizzonte. Ne La terra i termini sono invertiti ed è il cielo ad assottigliarsi sopra i predominanti profili paesaggistici. Nell’ultimo capitolo della trilogia rappresentò l’agire dell’uomo in termini di grandiosa genialità, contrapposti a quelli di cieca brutalità: impiccagioni, torture, corpi gettati nelle foibe, esplorazioni sottomarine, la conquista della luna, scoperte scientifiche o mediche.
Protagonista e animatore della vita culturale ternana, cultore di Antroposofia, ha proseguito negli anni con coerenza la sua ricerca. È morto a Terni il 16 giugno 1990.
Immagine: Paesaggio industriale, 1960, olio su faesite - Copia
Catalogo gratuito in sede
Inaugurazione Giovedì 28 ottobre 2010 alle ore 17,00
Palazzo Montani Leoni
sede della Fondazione CARIT, corso Tacito, 49 Terni
Mostra aperta ogni venerdì, sabato e domenica con orari 10.00/13.00- 16.00/19.00
Ingresso gratuito