Arbetets Museum
Norrkoping
Laxholmen
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Elia Cosimi
dal 5/11/2010 al 29/11/2010

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Elia Cosimi


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Elia Cosimi



 
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5/11/2010

Elia Cosimi

Arbetets Museum, Norrkoping

Logiche meccaniche. Il lavoro pittorico dell'artista ci conduce a sentire il fascino del ferro lavorato, a scorgere i segni del lavoro manuale, a riconoscere il senso che lega un componente ad un altro per formare una macchina funzionante.


comunicato stampa

L’inclinazione di Cosimi è di osservare gli oggetti materiali – senza eccezione metallici- e ricavarne delle figure che abbandonano il riferimento all’oggetto osservato divenendo strutture di linee e colori che parlano d’altro. Guardando dentro le cose, all’interno di opere architettoniche come la Torre Eiffel o di costruzioni meccaniche e di macchinari o di assemblaggi di pezzi industriali, ne assorbe la complessità e la trasfigura in immagini astratte.

Il lavoro di Cosimi ci conduce a sentire il fascino del ferro lavorato, a scorgere i segni del lavoro manuale, a riconoscere il senso che lega un componente ad un altro per formare una macchina funzionante, ma non solo; ad esaltarci pensando alla intelligenza che ha immaginato quella macchina e che ha saputo trasferire il sogno, la macchina immaginata, in pezzi che – coordinati- operassero per ottenere il prodotto, per soddisfare la necessità o l’esigenza che aveva sospinto l’ideatore; la felice combinazione di ingranaggi e raccordi; e ad apprezzare la sapienza delle mani nella preparazione dei modelli che verranno trasformati in elementi fusi, ma non solo. Nelle sue opere si trova nostalgia e soprattutto ammirazione per il lavoro ben fatto, meraviglia nell’indagine di manufatti i cui prodromi si trovano nei quaderni di Leonardo, ma non solo.

In effetti, la passione per l’archeologia meccanica porta Cosimi a guardare i componenti e i dettagli degli ingranaggi di macchine, a rappresentarli isolati dall’insieme, in modo che a noi ci lasciano intravedere intestini metallici, viscere meccaniche quasi fosse una autopsia della macchina. I morsetti delle impalcature metalliche dei cantieri di costruzione, indagati con occhio attento alle forme e rappresentati in una dimensione più grande dell’oggetto originale, forniscono immagini che possono essere evocative alle volte di grovigli del dopo attentato, altre volte di composizioni siderali e segni zodiacali quali si possono mettere a fuoco mirando le stelle.

Ogni quadro è come un’opera aperta, suscettibile di essere arricchita dall’immaginazione di chi guarda, dal pensiero dell’osservatore.

Inaugurazione 6 novembre

Arbetets Museum
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