Bambole dal Giappone - Atto primo. Un percorso espositivo di oltre 50 opere del tradizionale artigianato giapponese provenienti dalla collezione del Consolato Generale del Giappone a Milano e da alcune collezioni private. La mostra presenta la vita quotidiana del Giappone antico attraverso i personaggi e i riti.
ATTO PRIMO
L’associazione culturale Yoshin Ryu, con il Patrocinio del Ministero per i Beni e le Attività Culturali e il Consolato Generale del Giappone propone nelle storiche cantine di Palazzo Barolo (via delle Orfane, 7/A – TORINO) la mostra “NINGYŌ – Bambole dal Giappone”, percorso espositivo di oltre 50 opere provenienti dalla prestigiosa collezione del Consolato Generale del Giappone a Milano e da alcune collezioni private.
L’esposizione è organizzata grazie al contributo della Regione Piemonte, di Fondazione CRT e Compagnia di San Paolo, il sostegno di Unicredit Private Banking e Palazzo Barolo, e con il patrocinio della Città e Provincia di Torino e dell’Istituto Giapponese di Cultura a Roma.
La mostra presenterà nelle sale di Palazzo Barolo opere del tradizionale artigianato giapponese che racconteranno con preziosi dettagli, precisa riproduzione della realtà o estrema semplicità, la vita quotidiana del Giappone antico: i suoi personaggi, i suoi riti e il suo fascino.
Il Giappone è il paese delle bambole, non si poteva dunque pensare di definire un percorso completo con un unico appuntamento espositivo. Ningyō - atto primo dichiara invece il titolo di questa manifestazione. Come è uso dell’Associazione Yoshin Ryu cerchiamo di collegare gli eventi, di creare ponti e dare continuità. Per coloro che visiteranno la mostra il collegamento sarà evidente: maschere del teatro No si interfacceranno con bambole che rappresentano gli stessi personaggi teatrali, in continuità con la mostra Omote presentata nel 2009. Per quanto concerne - l’atto secondo - il ponte sarà con il futuro e con le bambole meccaniche definite Karakuri.
NINGYŌ – Bambole dal Giappone
Se con bambola volessimo comunicare il termine che si riferisce al gioco dei bambini, dovremmo egualmente ripercorrere la storia dell’uomo, della sua evoluzione, della sua cultura, della sua consapevolezza. Certo è che la storia della bambola e quella dell’idolo condividono la medesima origine e lo stesso valore simbolico.
Come l’uomo, dalla sua trasformazione ai primordi in essere cosciente, il bambino piccolo vive la sua prima esperienza di solitudine e la bambola come l’idolo rappresenta il simulacro di diverse immagini: di sé, dell’altro, del mondo esterno e di quello interno, dell’amore e della paura. Gli uomini hanno inventato, passo dopo passo, ciò che oggi chiamiamo civiltà adunandosi in comunità regolate da precetti e divieti per sentirsi almeno all’interno della comunità, protetti dall’angoscia dell’imprevedibile. Le religioni hanno raccolto speranze, le tradizioni hanno fatto popolo. I modi sono stati diversi ma l’obiettivo ha uniformato tutti gli esseri umani.
Questa premessa si rende necessaria per meglio comprendere il fenomeno, unico al mondo, delle bambole giapponesi.
Per meglio definirlo è necessario aggiungere un elemento, quello legato alla religione autoctona giapponese, lo Shintoismo. Antropologicamente e culturalmente il popolo giapponese si evolve e si definisce in una situazione ambientale in cui la geologia del territorio sembrerebbe sgomentare qualsiasi tipo di attecchimento. Sappiamo bene infatti che il Giappone, il cui arcipelago è formato interamente da isole vulcaniche, è un paese colpito quasi quotidianamente da terremoti.
La religione shintoista risponde allo smarrimento di un popolo che si trova ad affrontare una natura rispetto alla quale non è facile adattarsi. Lo Shintoismo, in origine ricco di numerosi elementi sciamanici e animistici, ruota intorno all'idea che vi sia un'armonia profonda tra gli esseri umani, la natura, e le numerose divinità che popolano l'universo.
Dai tempi antichi a oggi la mescolanza tra oggetto rituale e gioco non ha mai avuto interruzione, la tradizione che è anche radicata cultura del popolo ha così dato vita ad un intero universo di bambole. Il termine “dato vita” è quanto mai appropriato in quanto le bambole, per il popolo giapponese, custodiscono nella loro anima “tamashii” l’emanazione dello spirito dell’artista che le ha realizzate.
Attraverso la loro storia si può leggere l’evoluzione delle concezioni politiche e religiose del Paese. Nelle oltre duecento tipologie esistenti si ritrovano le abilità artigianali e i materiali tipici delle varie regioni, dal legno al bambù, alla carta, alla porcellana fino all’avorio.
In Giappone al giorno d’oggi sono diffuse Scuole di ningyō anche nelle grandi metropoli industriali, vi sono associazioni e concorsi nazionali di costruttori di bambole; solo nella città di Iwatsuki esistono quasi trecento laboratori artigianali e cento negozi di bambole.
Tuttora, la presenza delle bambole in Giappone è sufficiente a siglare un’amicizia, a proteggere e purificare dal male, ad accompagnare nella loro crescita armonica bambini e bambine essendone anche, naturalmente, fedeli compagne di giochi.
Si manifesta pertanto come la portata culturale di quest’oggetto, non sia legata tanto alla sua qualità o varietà artistica, ma risieda nel suo complesso e peculiare valore intimamente emblematico. Un popolo così strettamente legato alle proprie tradizioni culturali denota un carattere di spiritualità che sopravvive anche alla più avanzata tecnologia.
L’esposizione a Palazzo Barolo
Il percorso espositivo ha inizio con la presentazione di un video realizzato per la manifestazione con lo scopo di penetrare la suggestiva atmosfera delle Ningyō e che illustra al visitatore l’evoluzione dell’universo delle bambole giapponesi dall’antichità ai giorni nostri. Proseguendo nelle sale il visitatore incontra le Nō ningyō, le bambole rappresentanti i personaggi del teatro Nō giapponese, le cui maschere hanno affascinato migliaia di visitatori nel 2009. Fin da subito il pubblico è avvolto in un’atmosfera misteriosa e magica, grazie ad un allestimento che contraddistingue ormai la metodologia espositiva delle mostre curate dall’associazione Yoshin Ryu: un’ambientazione sonora coinvolgente, un’illuminazione studiata scrupolosamente e l’utilizzo di strutture particolari per l’esposizione delle opere suggeriranno e susciteranno nel pubblico le emozioni e lo predisporranno a vivere un’esperienza estetica diversa e lontana dai comuni percorsi museali.
Ogni opera sarà posizionata all’interno di vetrine trasparenti in modo da permettere di essere ammirate in ogni parte.
Immagine: Gonin Bayashi: Ō-Tsuzumi Categoria: HINA NINGYŌ Materiali: legno di pawlonia, pittura “gofun”, vetro, broccato di seta, lacca, bambù. Dimensioni: cm 17x26x12 Epoca Shōwa (1929-1989)
DIDATTICA
AL MATTINO (dal Lunedì al Venerdì) VISITE GUIDATE PER SCUOLE MATERNE, ELEMENTARI, MEDIE E SUPERIORI.
Info: didattica@yoshinryu.com
numero verde: 800.911.549
Fabiola Palmeri
Responsabile Ufficio Stampa
+39 333 497 67 06
ufficiostampa@yoshinryu.com
Inaugurazione e Conferenza Stampa: venerdì 12 novembre 2010 ore 11, Salone d’Onore di Palazzo Barolo
Palazzo Barolo
via delle Orfane, 7 - Torino
Orari: mar-ven 15-20, sab, dom e festivi 10-20, lunedì chiuso
Biglietto: intero euro 7, ridotto euro 5
Convenzioni Tessera Abbonamento Musei Torino Piemonte 2010: € 1,00
Gratuito per i minori di anni 14