Piaghe e gloria. L'artista su una base vinilica mescolata a polveri e trattata con fumo lascia le impronte del suo corpo e infine, nei punti in cui le impressioni sono state effettuate, il nero fumo viene eliminato. Alcune opere sono esposte anche alla berlinese Werkstattgalerie.
Seconda occasione per una straordinaria collaborazione tra la Galleria Nove
e la Werkstattgalerie sará la mostra personale di Giovanni Manfredini
“Piaghe e gloria”, che aprirá venerdí 12 novembre per protrarsi fino al 23
dicembre 2010.
Giá dal titolo, fortemente evocativo, si puó intravedere come l'umanitá e la
corporeità siano degli aspetti intimamente indagati nell'arte di Manfredini,
argomenti scandagliati a partire da una posizione fortemente personale per
aprirsi poi all'universalitá della tematica del corpo, dell'”umano”
contemporaneamente declinato e rapportato a cio' che di metafisico nel
fisico c'è.
L'artista si mette prepotentemente in primo piano, adoperando le proprie
membra come strumenti d'espressione a tutti gli effetti: su una base vinilica
mescolata a polveri, Manfredini lascia le impronte del suo corpo ‐corpo che
usa come timbro ineluttabile della sua esistenza‐, tratta quindi la superficie
con il fumo e infine, nei punti in cui le impressioni sono state effettuate, il
nero fumo viene eliminato in diverse gradazioni. L'artista va cosí a creare
effetti di chiaro scuro senza l'uso del pennello, non in maniera additiva,
bensí sottrattiva, rielaborando la propria immagine impressa nella tavola.
E' una sindone al contrario quella che Manfredini propone, una “Veronica”
tutta umana, al limite dell'eretico. D'altro canto una certa contaminazione
mistica è parte integrante del processo d'ispirazione e di realizzazione
dell'opera dell'artista emiliano: le posizioni spesso adottate dal modello
richiamano la passione cristologica in maniera sufficientemente manifesta.
Tecnica e contenuto si trovano pertanto esplicitamente intrecciati, per dare
luogo a immagini ad alto tasso di spiritualità.
Anche nella tematica delle sfere, Manfredini non abbandona una ricerca
altrettanto di confine, in cui la simbologia della sfera richiama alla
cosmologia, cioè al sovraumano, e allo stesso tempo evoca l'origine
dell'umano, la forma da cui ogni essere vivente proviene e in cui ogni essere
vivente si compie.
Crocifissioni e sfere sono componenti che dialogano all'interno di un unico
percorso artistico, in cui la ricerca escatologica, che trova espressione nel
corpo esposto e torturato delle grandi tavole, si confronta con l'origine del
mondo e dell'umano indagata nel ciclo delle sfere.
Umano e sovraumano, corpo e anima, origine e fine: gli opposti si fondono
nell'opera di Giovanni Manfredini.
Inaugurazione 12 novembre ore 20
Galleria Nove
Anna Louisa Karsch Strasse, 9 - Berlin
Werkstattgalerie
Eisenacher Str. 6 - Berlin