Mostra dedicata alla sola figura di Lucrezia della quale ne ricostruisce il periodo ferrarese, che ebbe inizio nel 1502 e si concluse nel 1519.
In occasione del quinto centenario dall'arrivo di Lucrezia Borgia a Ferrara, il
Comune ha promosso una serie di eventi per celebrare quell'avvenimento. Questa
mostra, a cura di Laura Laureati, rientra in quel progetto. E' la prima dedicata
alla sola Lucrezia e ne ricostruisce il periodo ferrarese, che ebbe inizio nel
1502 e si concluse nel 1519. Nelle prime due sale, tuttavia, non poteva mancare
un richiamo agli anni romani di Lucrezia e ai loro principali protagonisti: il
padre, papa Alessandro VI, il fratello Cesare, detto il Valentino, dipinti da
Cristoforo dell'Altissimo, e lei stessa, Lucrezia, in un ritratto da Bartolomeo
Veneto, proveniente dal Museo di Nîmes.
Dalla terza alla sesta sala sono esposti dipinti e sculture di Sperandio,
Antonio Lombardo, Bartolomeo Veneto, Dosso Dossi e Bastianino che, oltre alla
Borgia, raffigurano il duca Ercole e suo figlio Alfonso, cui Lucrezia andò
sposa, che l'accolsero con la stessa magnificenza con cui l'aveva salutata Roma.
Per l'occasione i letterati della corte estense composero testi poetici
in onore della sposa. Tra questi Ludovico Ariosto che, nel suo epitalamio,
paragona Lucrezia a Venere e canta il nuovo volto che Ferrara andava assumendo
in quegli anni grazie all'"Addizione Erculea". Oltre a quello con Ariosto, anche
il rapporto con altri letterati - Pietro Bembo, Ercole Strozzi e Giangiorgio
Trissino - attesta il ruolo di musa ispiratrice da lei svolto a Ferrara. E'
Pietro Bembo, presente in mostra ritratto da Tiziano, colui che intrecciò con
Lucrezia la relazione più intensa, che culminò nella dedica alla duchessa, nel
1505, del suo componimento più famoso: Gli Asolani che, con le lettere che i due
si scambiarono e la celebre ciocca dei suoi biondi capelli da Lucrezia, sembra,
donata al poeta, documentano una relazione diventata per alcuni l'ennesima
conferma della sua dissolutezza, per altri la testimonianza di un legame
profondo ma ideale e poetico.
Poche sono le immagini di Lucrezia. Unici documenti certi, tutti esposti, sono
le due medaglie fuse per lei a Ferrara e la targa in argento, eseguita da
Giannantonio Leli nel 1512, nella quale la duchessa è effigiata mentre rende
omaggio a San Maurelio per aver protetto Ferrara e la dinastia estense. E' un
documento di vita vissuta questa targa, ma è anche testimonianza di un altro
aspetto della sua personalità : una spiritualità che cresce con il trascorrere
degli anni. Un segno di quella spiritualità è anche l'immagine della Beata
Beatrice II d'Este, fondatrice del Monastero di Sant'Antonio in Polesine, che
Bartolomeo Veneto avrebbe raffigurato con le fattezze di Lucrezia Borgia per la
quale lavorava. Una copia settecentesca di quel dipinto si conserva in
Sant'Antonio in Polesine e testimonierebbe la provenienza dell'originale da quel
luogo. Un altro documento di tale spiritualità è la tavola di Dosso Dossi della
National Gallery di Washington che raffigura Santa Lucrezia di Mérida, voluta da
Lucrezia come opera di devozione privata. Una devozione che le consente di
affrontare con serenità la morte, il 24 giugno 1519, come dimostra la lettera da
lei inviata a papa Leone X due giorni prima di morire.
L'immagine di una Lucrezia responsabile dei più orrendi misfatti fu sancita da
Victor Hugo, nel suo dramma Lucrèce Borgia del 1833, e da Felice Romani, che,
nello stesso anno, trasse dal testo di Hugo il suo libretto per il melodramma
Lucrezia Borgia, musicato da Gaetano Donizetti. E' soprattutto di Maria Bellonci
il merito di averci restituito di Lucrezia un'immagine più equilibrata e
storicamente attendibile.
A ideare l'allestimento, di straordinaria suggestione e componente essenziale
della mostra, è stato un maestro come Pier Luigi Pizzi. Un altro maestro, il
regista Florestano Vancini, ha fatto rivivere Lucrezia in un cortometraggio,
anch'esso parte fondamentale della rassegna, ispirato a Lucrezia Borgia. Una
intervista impossibile di Maria Bellonci, un testo di straordinaria intensitÃ
della principale studiosa di Lucrezia, alla quale la rassegna rende omaggio nel
centenario della nascita.
La mostra è organizzata da Ferrara Arte in collaborazione con i Musei Civici
d'Arte Antica di Ferrara.
Orario: aperto tutti i giorni feriali e festivi,
lunedì incluso, dalle ore 9 alle ore 19. Ingresso: euro 5,20; ridotto: euro
4,.10: Gruppi (almeno 20 persone): euro 4,10 (gratuito per un accompagnatore);
gruppi scolastici: euro 3,10 (gratuito per due accompagnatori).
Cumulativi con Musei d'Arte Antica: euro 8,30
Cumulativi con mostra Sargent e l'Italia e Il Trionfo di Bacco : euro 16,00 . dÃ
diritto ad un ingresso gratuito per un bambino fino a 11 anni.
Per informazioni e prenotazioni: tel. 0532.209988 fax 0532. 203064
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