Fotografie di Nemai Ghosh, nell'ambito della decima edizione del 'Festival River to River. Florence Indian Film Festival'. La mostra fotografica accompagna i film della retrospettiva su Satyajit Ray ed e' organizzata in collaborazione con l'Indian Council for Cultural Relations di Nuova Delhi.
La decima edizione del Festival River to River. Florence Indian Film Festival, fondato e diretto da Selvaggia Velo, con il Patrocinio dell’Ambasciata dell’India di Roma, e sotto l’egida di Fondazione Sistema Toscana-Mediateca Regionale all’interno dei Cinquanta Giorni di Cinema Internazionale a Firenze, avrà inizio venerdì 3 dicembre alle 18.00 al Museo Marino Marini con la bellissima mostra fotografica Satyajit Ray: un regista dalla passione creativa di Nemai Ghosh, il fotografo di scena di Ray. La mostra accompagna i film della retrospettiva su Satyajit Ray ed è organizzata in collaborazione con l’Indian Council for Cultural Relations di Nuova Delhi.
Di seguito, alle 20.00 al Cinema Odeon, si svolgerà l’apertura ufficiale del Festival, con la proiezione in prima europea dell’Opening Film Iti Mrinalini, ultimo capolavoro dell’acclamata regista bengalese Aparna Sen.
Satyajit Ray: un regista dalla passione creativa
Il fotografo professionista che aspiri ad essere un artista della macchina fotografica spesso sceglie l’arte come astrazione, nella scelta di un tema come elemento di tensione dove il soggetto offre una cornice che si sovrappone all’ambiente nei lavori più limitatamente referenziali fino a quando questi non si accumulino e arrivino a proiettare una visione, spesso filosofica o ideologica. Nella maggior parte dei casi, un progetto che inizia a livello di documentazione si sviluppa in una visione, acquisendo una forza propria che cresce fino a padroneggiare la percezione e la scelta finale del fotografo.
Nemai Ghosh, inizialmente arrivato a Satyajit Ray come documentarista, stabilì con lui un rapporto di fiducia personale che gli permise di avere libertà di movimento e libero accesso alla sua sfera privata, oltre che alle situazioni pubbliche, fino a quando Ray arrivò a identificarlo come il suo Boswell con la macchina fotografica! Ma, anche quando l’obiettivo di Ghosh immortalava il maestro nei suoi momenti di silenziosa meditazione o al lavoro nel suo studio, sui set simulati in studio oppure in esterni, con i suoi stretti collaboratori, i suoi attori e i suoi tecnici o in una folla anonima come tante, deve avere avvertito il supertesto che ne emergeva e li avvolgeva, quello del processo creativo. La realizzazione di un film illustra il processo creativo in un modo che pochi settori della creatività possono eguagliare, per il semplice fatto che si tratta di una modalità di creazione che coinvolge la soggettività e la collettività in eguale misura.
Laddove l’arte incontra l’industria e in ultima istanza si definisce in termini di industria, il regista, in quanto artista creativo, viene trascinato contemporaneamente in direzioni diverse. Ma nonostante ciò il regista ha bisogno di concepire la propria visione con una chiarezza così esemplare e di trasmetterla con tale capacità comunicativa, che la sua visione originaria trova una luminosità sufficientemente potente da controllare e determinare la dinamica formale della realizzazione. Per Ray, l’uomo alto dai lineamenti nettamente cesellati (come appare nelle fotografie di Ghosh), la cui personalità creativa era un amalgama tra pittore, musicista, regista e scrittore, l’atto creativo aveva inizio con la scrittura del copione, che si sovrapponeva alla sua visualizzazione sotto forma di sketch per le architetture di scena, i costumi, il trucco, le facce e i gesti che immaginava e l’arrangiamento della musica. Nei mille umori di questo artista della regia catturati in questa serie di fotografie, prende vita un rigoroso processo immaginativo e innovativo, emotivo e intellettuale.
Nemai Ghosh registra per i posteri, in un modo di cui è capace soltanto la macchina fotografica, quella meticolosa, minuziosa creatività che distingueva ogni film di Ray, catturando nell’immobilità delle pose, i semi della mobilità delle immagini in movimento che ne sarebbero sgorgate, attraverso una dinamica interna che era il contributo finale del regista creativo.
Samik Bandyopadhyay - Critico cinematografico e teatrale
Il fotografo Nemai Ghosh
Nemai Ghosh, nato nel 1934, sarà ricordato come il fotografo di scena di Satyajit Ray: infatti, dal 1967 al 1992, anno in cui Satyajit Ray è scomparso, Ghosh ha fotografato il lavoro del maestro in ogni suo aspetto. Il suo ampio archivio di fotografie su Ray ha viaggiato ed è stato esposto in tutto il mondo. Sebbene Nemai Ghosh sia identificato principalmente per il suo lavoro e il suo legame con Satyajit Ray, durato per oltre 35 anni, egli non si limitò solo al lavoro su Ray. La sua passione per il teatro ha portato a una seconda raccolta di fotografie che ricrea una pittorica ricostruzione del teatro a Calcutta nel corso degli ultimi quattro decenni. Si è concentrato sui gruppi di teatro sperimentale della città e dei dintorni e le sue fotografie catturano i tratti distintivi di rinomati registi, attori e attrici. Una parte delle sue fotografie è stata esposta al teatro Nandan, Calcutta. 1998. Ha documentato la realizzazione di film come Jukti Takko Gappo di Ritwik Ghatak, Interview, Calcutta 71 e Ek Adhuri Kahani di Mrinal Sen, Paar di Gautam Ghosh e Ijjodu di MS Sathyu.
Ghosh ha fotografato i grandi maestri Jamini Roy, Ramkinker Baij e Benodebehari Mukherjee nel corso degli anni 1969 e 1970. Tornò a documentare il lavoro di grandi maestri a partire dal 2002, fotografando oltre 30 importanti pittori e scultori indiani sul luogo di lavoro, con il risultato di un importante raccolta di fotografie delle migliori menti dell’ arte contemporanea indiana all’opera.
Le sue pubblicazioni includono Satyajit Ray at 70 con una prefazione di Henri Cartier-Bresson (Edizioni Eiffel, il Belgio e Orient Longman, India 1991), Dramatic Moments (Seagull Books, Calcutta 2000), Manikda: Reminiscences di Satyajit Ray (Bingsha Shatabdi, Calcutta; edizione bengalese e francese), Satyajit Ray: A Vision of Cinema di Nemai Ghosh, disegni e testi di Satyajit Ray e testo e didascalie di Andrew Robinson (IB Tauris, Londra 2005), Faces of Indian Art, Volume One (Art Alive Gallery, New Delhi 2005), Il mondo su tela: Paresh Maity, con fotografie dell'artista da Nemai Ghosh e testi di Sharmila Tagore (Alive Art Gallery, 2010). Gosh ha ottenuto importanti riconoscimenti nel campo della fotografia tra cui il First Prize in Stage and Screen Photography, rilasciato dalla Press Photographers' Association of India, 1978, e il premio Yakult nel quinto foto Contest in Asia e in Oceania 1980 organizzato dall’ Asian Centro Culturale per l’ UNESCO.
River to River. Florence Indian Film Festival è organizzato con il contributo del Ministero per i Beni e le Attività Culturali-Direzione Cinema, Regione Toscana e Fondazione Sistema Toscana-Film Commission, Consiglio Regionale della Toscana e Assessorato alla Cultura del Comune di Firenze, nonché di Ente Cassa di Risparmio di Firenze insieme a OAC, e Ufficio Nazionale del Turismo Indiano di Milano. Prezioso il sostegno degli sponsor Angela Caputi Giuggiù, Apt Firenze, Hotel Roma, Hotel River, Klopman, Instyle e Swiss International Air Lines, oltre alla collaborazione con CTS, Deaphoto e Palazzo Tornabuoni e al Patrocinio dell’Associazione Italia-India.
Per informazioni:
River to River. Florence Indian Film Festival
Piazza Santo Spirito, 1 - 50125 Firenze
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Ufficio stampa Museo Marino Marini: Davis & Franceschini
tel. 055.2347273 – fax 055.2347361
e.mail: davis.franceschini@dada.it - www.davisefranceschini.it
Comunicazione: Neri Torrigiani
e.mail: rsvp@torrigiani.com - www.torrigiani.com
Inaugurazione: venerdì 3 dicembre, ore 18
Museo Marino Marini
Piazza San Pancrazio, Firenze
Orario: dalle 10 alle 17, chiuso la domenica e il martedì
Biglietti intero: € 4, ridotto € 2