Lorenzo Costa
Guercino Cantofoli
Ginevra Cantofoli
Donato Creti
Giacomo de Maria
Filippo De Pisis
Gian Marco Montesano
Beatrice Buscaroli
Nuove acquisizioni per il Museo della Citta'. Risalendo i secoli, attraverso il Rinascimento di Lorenzo Costa, per la grande stagione della pittura seicentesca bolognese (Guercino e Ginevra Cantofoli) si giunge alle due tele di Donato Creti che rievocano il passato astronomico della citta'. Poi l'800 di stampo accademico (Giacomo de Maria), il '900 con Filippo De Pisis e il nuovo millennio con Gian Marco Montesano.
a cura di Beatrice Buscaroli
Nove stanze. La parola “stanza” vorrebbe rievocare l’antica magia delle stanze delle meraviglie dei musei antichi, le Wunderkammern cinquecentesche in cui, tra oggetti della natura e manufatti umani, nacque lentamente il concetto del museo moderno. Nove stanze per nove secoli. Gli oggetti in esse contenuti sono profondamente diversi gli uni dagli altri per tipologia, tecnica, linguaggio, provenienza. Sono stati tutti recentemente acquisiti dalla Fondazione Cassa di Risparmio in Bologna con modalità differenti: alcuni escono per la prima volta dalle case degli eredi, altri provengono da aste internazionali. La mostra in Casa Saraceni offre l’opportunità di osservarli da vicino, prima che la cornice definitiva li accolga, essendo stati acquistati appositamente per il futuro Museo della Città di Palazzo Pepoli Vecchio, ultima sede del più ampio percorso museale Genus Bononiae che verrà inaugurata entro la fine del 2011.
L’idea che ha guidato questo percorso espositivo unico nel suo genere è che un museo di nuova istituzione, oltre ad affiancarsi, integrarsi ed interagire con gli altri musei, debba anche raccontare la storia di Bologna attraverso punti di vista inediti e poco esplorati. Per questo si è cercato di percorrere anche strade meno note, affrontando argomenti che non si ritrovano altrove, per ragioni museologiche o museografiche, o per la semplice natura delle collezioni che vi sono conservate. La pietra di volta di un’antica “mansio” templare, ad esempio, consente di raccontare l’importanza di quell’Ordine nella Bologna trecentesca, la sua ricchezza e il suo potere. Una coppia di miniature trecentesche è il pretesto per ricostruire la Bologna città di Università e di copisti, di “illuminatori” e librai che proprio con le miniature sembra aprire la strada alle innovazioni pittoriche del Rinascimento, come aveva intuito Dante quando cita a fianco di Cimabue e Giotto due miniatori oggi sconosciuti ma attivi all’epoca a Bologna.
Risalendo i secoli, attraverso il Rinascimento bolognese bentivolesco qui sintetizzato dal lavoro di Lorenzo Costa, attraverso l’esperienza che vide la nascita della scienza modernamente intesa (Ulisse Aldrovandi e Carlo Sigonio), attraverso la grande stagione della pittura seicentesca bolognese (Guercino e Ginevra Cantofoli) si giunge così alle due piccole tele di Donato Creti, due notturni che rievocano il glorioso passato astronomico della città ancora simboleggiato dalla specola universitaria e da Ferdinando Marsigli che quelle tele ebbe commissionato. E l’Ottocento di stampo accademico (Giacomo de Maria), il Novecento, secolo breve dagli infiniti “ismi” (tra i tanti si è scelto come rappresentante unico Filippo De Pisis) e infine il nuovo millennio dove, nonostante tutte le innovazione tecnologiche, si scopre che si dipinge ancora, a Bologna e nel mondo, come dimostra Gian Marco Montesano.
La mostra è accompagnata dal catalogo “Nove Stanze Nove Secoli” edito da Bononia University Press, a cura di Beatrice Buscaroli. Testi di Beatrice Buscaroli e Mirko Nottoli.
Immagine: Filippo De Pisis (Ferrara, 1896 – Milano, 1956) Il piede romano, 1933, dipinto, olio su tela, cm 96x145
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Inaugurazione della mostra Martedì 7 dicembre 2010, alle ore 17.00
Casa Saraceni
via Farini, 15 Bologna
Tutti i giorni dalle 10 alle 19