Parole parole parole, un romanzo da guardare, ma non e' una fiction televisiva. E' un romanzo stampato su tela bianca e leggera, tanto leggera da poter permettere la lettura in trasparenza, poiche' bastano pochi secondi per accorgersi che quei piccoli segni che vengono abitualmente usati per scrivere appaiono a prima vista rovesciati. Ci si trova dalla parte sbagliata.
Mostra Personale
presentazione di Antonio D'Orazio
Romanzo / Dramma
DRAMMA Il soggetto amoroso non può scrivere egli
stesso il suo romanzo d'amore. Solo una forma molto
arcaica potrebbe raccogliere il fatto che lui declama
senza poterlo raccontare. ( R. Barthes)
Parole parole parole, un romanzo da guardare, ma non è
una fiction televisiva. E' un romanzo stampato su tela
bianca e leggera, tanto leggera da poter permettere la
lettura in trasparenza, poichè bastano pochi secondi
per accorgersi che quei piccoli segni che vengono
abitualmente usati per scrivere appaiono a prima vista
rovesciati. Ci si trova dalla parte sbagliata.
Immediatamente viene da pensare alla scritta in rosso
che campeggia sul cofano anteriore delle ambulanze, "
aznalubma" ed al senso di fastidio che dà leggere
leggere quella scritta pur sapendo benissimo di cosa
si tratta.
Il romanzo che ci troviamo di fronte è vero, cioè una
storia con personaggi e situazioni. Una storia
d'amore. Un amore virtuale. Un amore come tanti che
viene consumato solo nella fantasia. La stessa
condizione che sottolinea, per mezzo del suo transfert
emozionale, la malinconia di un'amore sognato ma non
avuto, di baci e tenerezze " che non si è osato dare"
nè ricevere. Del "sorriso che non ti ha fatto ma che
tu le hai deciso".
Sono milioni le persone che si spostano giornalmente
da casa per lavoro, a chi non è successo di perdersi
profondamente negli "occhi della compagna di viaggio"
o di sfiorare una mano quasi inavvertitamente e per un
istante sentirsi in un paradiso tutto suo. E magari
l'altro nemmeno se ne accorge. Forse ci s'innamora
tutti i giorni, o quasi.
Le situazioni che determinano la vita amorosa, anche
quella virtuale, sono talmente futili che rientrano
nella scrittura solo grazie ad uno sforzo elevato, con
il risultato di soffermarsi a puntualizzare situazioni
alquanto banali: < Ho incontrato X... in compagnia di
Y...>, < Oggi X... non mi ha telefonato>, X... era di
cattivo umore >, ecc...
Marina Gasparini scrive, impagina ed espone in precisa
sequenza " il soggetto amoroso" ma ci pone nella sua
identica condizione, nel luogo dell'indecifrabilità , o
dello spostamento emozionale. Nel luogo della fatica
della difficoltà enunciativa, ma allo stesso tempo
centro del contesto, nello spazio di un'emozione
fortemente evocativa. Ripropone il tempo dell'assenza
temporale e ci costringe a stare dentro una scatola di
vetro da cui è possibile intravvedere ed immaginare il
mondo che pulsa dall'altra parte ma senza poterlo
vivere direttamente. A due passi dal confine, sul
limite che corre tra realtà e finzione.
Il limite che può rappresentare una finestra socchiusa
e riproposta con tenacia ossessiva per mezzo di
immagini fotografiche proiettate in sequenza, immagini
che suggeriscono lievi spostamenti, quasi
impercettibili, la sua finestra, una finestra..., la
finestra come mezzo di collegamento fra il dentro e il
fuori, come confine fra la propria vita quotidiana e
l'altro da sè, l'inebriante desiderio di valicare il
limite che ci divide dal resto del mondo.
Antonio D'Orazio
Inaugurazione ore 18.00
EXPO ART c/o Villa Serena via della Barca, 1 Bologna