Museo d'Arte e Cultura Sacra
Romano di Lombardia (BG)
piazza Fiume 5

Mario Paschetta
dal 10/12/2010 al 8/1/2011
dom e festivi 9.30-12.30 e 15-19.30
333 2199384

Segnalato da

Monica Pontiggia



approfondimenti

Mario Paschetta



 
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10/12/2010

Mario Paschetta

Museo d'Arte e Cultura Sacra, Romano di Lombardia (BG)

Genesi: in principio. La mostra propone in galleria una selezione di opere dell'artista: oltre venti dipinti su tela di grandi dimensioni, e circa dieci opere su carta.


comunicato stampa

Al “Museo d’Arte e Cultura Sacra” di Romano di Lombardia, la seconda tappa di una mostra ambiziosa, colta sul piano intellettuale, profonda sul versante spirituale, cromaticamente bella.

Proseguono le occasioni per approfondire l’universo e la visione poetica dell’artista milanese Mario Paschetta, pittore dal gusto plastico per la materia, percepita come sostanza primigenia e magmatica, sottesa a tutto ciò che esiste: da sabato 11 dicembre fino a domenica 9 gennaio 2011 sarà possibile ammirare - nelle belle sale del Museo d’Arte e Cultura Sacra di Romano di Lombardia (MACS) - una sua ricca selezione di opere nella seconda tappa della mostra intitolata “Genesi: in principio”.

Accompagnata da un catalogo di grande qualità, frutto di un lavoro corale, in distribuzione gratuita al pubblico dei visitatori, e allestita per la prima volta nello scorso mese di ottobre presso il Centro Culturale San Bartolomeo in Bergamo, la rassegna - che offre un’appassionata rilettura del libro della Genesi - sarà l’appuntamento artistico che traghetterà nel 2011 il Museo d’Arte e Cultura Sacra, presieduto dal prevosto monsignor Tarcisio Tironi. «Questa esposizione è un’iniziativa congiunta della Fondazione Credito Bergamasco e del MACS: presentata dapprima al Centro Culturale San Bartolomeo - ha specificato mons. Tironi - essa ha avuto in poche settimane un successo strepitoso in termini di risposta del pubblico (circa 5.000 visitatori)».

«La mostra propone oltre venti opere su tela di grandi dimensioni, particolarmente “potenti” sul piano materico e coloristico, e circa dieci opere su carta» spiega Angelo Piazzoli, Segretario Generale della Fondazione Credito Bergamasco e curatore della prestigiosa rassegna «e si concentra su un aspetto molto particolare, quello del rapporto fra l’autore e il tema del sacro». Continua Piazzoli: «Noi siamo abituati a considerare Mario Paschetta come un pittore di grande comunicativa, esuberante, immediato: nel contatto con lui, il rischio è di fermarsi lì, alla mera gradevolezza relazionale senza andar oltre nell’approfondirne il pensiero. Lo stesso rischio lo corre la sua arte; l’intenso cromatismo e l’equilibrio plastico possono far sì che l’osservatore percepisca delle opere il solo aspetto estetico. In realtà questo autore si caratterizza per una profondità di pensiero ed una sensibilità non comuni ed è come se nelle sue realizzazioni confluissero entrambe le sue due anime: quella di uomo poliedrico, che si esprime tramite un cromatismo intenso e rilevante, e quella più profonda dell’artista che possiede un senso della materia talmente primigenio e concreto da rimandare d’acchito agli elementi della Genesi e della Creazione stessa».

E lo dimostrano tutti i dipinti esposti nella mostra: suggestivi paesaggi traboccanti di luce in cui risuona a gran voce il timbro solenne dell’organizzazione del Creato, il senso intrinseco dell’origine della Vita tutta e dell’Uomo.

Specifica ulteriormente Angelo Piazzoli «La mostra “Genesi: in principio” è il risultato di una “provocazione” della Fondazione Creberg e del MACS ad un grande artista, precedentemente non dedito alla tematica sacra ma con uno spiccato gusto plastico della materia, chiamato a produrre ex novo dipinti ispirati al primo capitolo della Genesi (in particolare sulla “Creazione”), sviluppando un percorso di approfondimento, biblico e teologico, dell’argomento che costituisse poi la base teoretica sulla quale costruire un itinerario espositivo di grande forza evocativa. Questa iniziativa, che evidenzia ulteriormente il talento eclettico dell’artista e la sua potenza espressiva, rappresenta un’importante operazione culturale perché vede collaborare, grazie ad un progetto condiviso, diverse realtà del territorio impegnate nella promozione dell’arte e nella valorizzazione di autori che contribuiscono alla definizione del panorama artistico contemporaneo».

«Naturalmente - continua Piazzoli - nell’iter di approfondimento e di riflessione sull’argomento, l’artista si è confrontato con alcuni interlocutori nuovi rispetto al suo passato, che gli hanno consentito di misurarsi in modo organico con il non facile tema, di aver risposta ai quesiti teologici che gli insorgevano man mano l’opera procedeva e di rispondere alle questioni (anche esistenziali) che la riflessione gli faceva insorgere. Mi riferisco in particolar modo a don Giuliano Zanchi, Direttore del Museo Bernareggi di Bergamo e a mons. Tarcisio Tironi, Presidente del Museo d’Arte e Cultura Sacra di Romano di Lombardia, che mi hanno dato un considerevole aiuto in una curatela particolarmente impegnativa sul piano intellettuale».

«Non succede quasi più che un artista accetti di lavorare obbedendo alla suggestione di un contenuto biblico» sottolinea a questo proposito don Giuliano Zanchi. «Ma in questo caso la cosa è avvenuta con la naturalezza di sintonie semplicemente constatate, consonanze già attive nei fatti, più che prodotte dalla decisione. Il mondo simbolico di Paschetta è già di per sé una meditazione formale sulla poetica del paesaggio, l’andare lietamente a spasso fra le multiformi fragranze cromatiche della natura, l’appassionata registrazione immaginifica, non senza lampeggianti ritocchi psichedelici, della cartolina terrestre: l’immagine del mondo così come sarebbe bello che fosse. Il settenario biblico della creazione conferisce così un ordine, una sequenza, una storia, a predilezioni estetiche già ben definite. Nell’opera di Paschetta la creazione era già lì: bastava solo darle quel nome».

«Mario Paschetta - aggiunge mons. Tironi - ha accettato l’ardita e intelligente proposta di Angelo Piazzoli, vero e lodevole rappresentante della magnanimità e della lungimiranza culturale del Credito Bergamasco e della sua Fondazione, rileggendo da “artista” le prime pagine di Genesi, ciò che fu in principio e ha dato “immagini” alle sei giornate bibliche, quasi rifacendosi alla natura, secondo l’antica proposizione aristotelica che intende l’agire allo stesso modo con cui agisce la natura. Sono opere dalla calma apparente, segnate dalla turbolenza e dalla violenza degli elementi, quasi come delle ferite cicatrizzate ma leggibili. Il percorso artistico si conclude come lo splendido Salmo 8. In questo inno di lode alla grandezza e onnipotenza del Creatore, infatti, il salmista, dopo aver contemplato in una notte serena “i tuoi (di Dio) cieli, opera delle tue dita, la luna e le stelle che tu hai fissato” si pone la domanda più rilevante: “che cosa è mai l’uomo perché di lui ti ricordi, il figlio dell’uomo perché te ne curi?”».

Inaugurazione 11 Dicembre 2010

Museo d'Arte e Cultura Sacra
piazza Fiume 5, Romano di Lombardia (BG)
orario: sabato, domenica e festivi dalle ore 09.30 alle 12.30 e dalle ore 15.00 alle 19.30
Ingresso libero

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Doriano Scazzosi
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