A Place of... Attraverso l'uso complementare di pittura, video e audioregistrazione, la ricerca di Kontic e' diretta a una ricognizione dei luoghi che rappresentano la spazialita' del quotidiano. Anche il video proiettato in mostra, che fa parte della trilogia An Urban Story, mantiene un forte legame con la realta' circostante, quotidiana e geo-storicamente contestualizzata.
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a cura di Alberto Mugnaini
La ricerca di Iva Kontic, attraverso l’uso complementare della pittura, del video e dell’audioregistrazione, è diretta a una ricognizione dei luoghi che rappresentano la spazialità del nostro quotidiano.
La pittura, che per l’artista diventa quasi una reazione automatica della percezione, si prospetta come uno “strumento del comunicare” peculiare del corpo. Filtrata da un’esecuzione manuale che scarta qualsiasi intento espressivo, la documentazione per via di pittura, diviene, tramite questa pratica, un medium freddo, il procedere del pennello è come un processo fotografico espanso nel corpo e diluito nel tempo. Il dipingere diventa l’obiettivo. La direzionalità, la prospettiva, la mira di questa pittura-obiettivo viene poi guidata affettivamente, inquadrata emozionalmente: si tratta di trame architettoniche, intelaiature di finestre, interni e luoghi di lavoro scanditi secondo un’ottica che ne fa risaltare geometrie e ordine compositivo.
I dipinti sono accompagnati, supportati e integrati da una voce fuori campo. O meglio, chi è fuori campo è il parlante, mentre il suo discorrere entra in scena, scalda la scena, la riempie di contenuti emozionali e ne svela i risvolti lirici, le delicatezze sentimentali, le sfumature affettive. La pittura, usata come uno strumento neutralizzato, viene così direzionata in modo passionale, alla ricerca di angoli nascosti, di scenari del cuore da condividere con gli spettatori. Si potrebbe parlare di ritrattistica di luoghi, alla ricerca di pose che ne svelino tutte le anime in essi imprigionate. Si spiega così come l’uso del video e della documentazione tramite una camera, che sono pratiche acquisite successivamente dall’artista, avessero già un corrispettivo nel suo modo di dipingere.
Anche il video proiettato in mostra, che fa parte della trilogia An Urban Story, mantiene un forte legame con la realtà circostante quotidiana, geo-storicamente contestualizzata. L’artista ha chiesto a un amico di accompagnarla in un giro in auto attraverso la città da lui abitata, invitandolo a scegliere il percorso e a commentare in presa diretta le immagini riprese dall’abitacolo.
Compito di questa ricognizione è interrogare gli spazi, ripercorrerne le storie, rievocare le esistenze che vi si sono svolte, captarne l’atmosfera sentimentale, il vissuto dei suoi abitanti: una storia di città che, attraverso la visione, riesce a mostrarci l’invisibile.
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Through a complementary manipulation of the mediums of painting, video and audio-installation, Iva Kontic’s artistic research seeks to explore and review the urban spaces which shape our everyday experience.
For the artist, painting is almost an automatic reaction to the perception of the world – an “instrument of communication” that becomes an intrinsic reflex of the body.
In her documentary execution on canvas, Kontic filters out any blatant expressive intent in a coldly executed weave of precise brush strokes that are detached from their manual execution, thereby conferring a photographic quality that expands through the body and dilutes in the solvent of time, upon her work. Thus the act of painting in itself, represents the objective - a lens through which the image enters into being.
The direction, perspective and aim of this “objective-painting” is guided by an element of affection and framed by its resulting emotion: the artist’s depiction centres on architectural structures – window frames, interiors and construction sites chosen for their emphasis of components of a geometrical and compositional order. Simultaneously, the paintings are supported and accompanied by an external narrative, or rather, he who finds himself outside of the frame becomes the voice that introduces the spooled frames and animates the scene, filling it with emotional content and revealing the lyrical passages of its subtle emotional plot and affective ambiguities.
Painting is used as a neutralising tool - passionately channelled in a search for hidden corners and poignant scenarios to share with the viewer. One could speak of a portrayal of places, or rather a quest for the right perspective from which to reveal the concealed souls imprisoned therein. It is thereby clear how the use of video, which was acquired and introduced later in Kontic’s practice, already found a perfect counterpoint in the artist’s style of painting.
The video installation shown at the exhibition - a part of the trilogy “An Urban story” - retains a deep bond with the surrounding social reality, while simultaneously encapsulating its geographic and historical context. Thus the use of video and photographic documentation, practices acquired by the artist at a later stage in her career, already found their corresponding counterpart in Kontic’s original medium of painting. The artist asked a friend to drive her through the city in which he lives, inviting him to decide which sites to visit and give a live commentary on the images recorded on film from the car window.
The intention of this exercise was to explore and interrogate urban spaces, capturing the existence and evoking the memories of their inhabitants in the articulation of an intrinsically sentimental atmosphere: the story of a city is thus transmitted to the viewer as a shared impression that discloses a sense of the invisible.
Immagine: Iva Kontic, An Urban Story, video still, 2010
Inaugurazione 14 Dicembre 2010 ore 18.30 - 20.30
Osart Gallery
via A. Fogazzaro, 11 Milano
Orario: lunedì - venerdì 14.30 - 19.00. Sabato, domenica e mattine su appuntamento.
ingresso libero