Torre dei Doganieri
Sestri Levante (GE)
vico Macelli, 3
WEB
La terra, l'acqua, il fuoco e le mani dell'uomo
dal 15/12/2010 al 5/1/2011
16-20, chiuso lun. Festivi e prefestivi anche 10-12.30
0185 481339
WEB
Segnalato da

Daniela Mangini



approfondimenti

Alfredo Gioventu'



 
calendario eventi  :: 




15/12/2010

La terra, l'acqua, il fuoco e le mani dell'uomo

Torre dei Doganieri, Sestri Levante (GE)

Il gres del Monastero di Bose e i sassi galleggianti di Alfredo Gioventu'. Mostra realizzata nell'ambito della rassegna 'ArTura Dialoghi tra l'Uomo e la Terra'. Inoltre, un incontro con Enzo Bianchi.


comunicato stampa

La rassegna “ArTura _ Dialoghi tra l'Uomo e la Terra si propone di indagare, con cadenza annuale, le connessioni possibili tra il fare manuale, nella fattispecie il lavorare la ceramica, e la vocazione alla spiritualità.

La traccia individuata con i fratelli ceramisti di Bose, nello scambio di esperienze legate alla vita del ceramista, è stata quella di un parallelo tra i gesti ripetitivi che la ceramica prevede in sé e il movimento in profondità a cui conduce la meditazione. Queste due esperienze hanno in comune lo svelare l'unicità insita nella ripetizione attraverso un cammino fatto di continue scoperte.
L'interesse che verrà suscitato nel visitatore non sarà perciò per l'opera “unica” nata da un “furor creativo” ma per la ricerca di bellezza e perfezione meta della ripetizione “seriale” artigiana, assai vicina ai linguaggi minimalisti dell'arte contemporanea.
L'installazione a parete composta da 104 bicchieri sospesi nel vuoto avrà il compito di emozionare e condurre ad un atteggiamento sensibile verso quei manufatti che, nella loro semplicità, contengono tutta la grandezza,la bellezza e l'equilibrio dell'arte.
All'installazione di 25 sassi galleggianti di Alfredo Gioventù sarà affidato il compito di fornire una chiave di lettura concettuale per l'intera mostra, andando inoltre a sottolineare il ruolo della natura, che attraverso l'argilla, l'acqua e il fuoco, è in grado di donare all'artista – artigiano sia i materiali che gli archetipi dell'estetica.

ore 18.00 Torre dei Doganieri, vico Macelli, inaugurazione mostra
“La terra, l'acqua, il fuoco e le mani dell'uomo”, il grés del Monastero di Bose e i sassi galleggianti di Alfredo Gioventù

ore 21.00 Convento dell'Annunziata, via Portobello
“Ogni cosa ha la sua stagione”
Incontro con Enzo Bianchi introdotto da Massimo Morasso

FRATELLO FUOCO E SORELLA TERRA
Spiritualità del fare ceramica
Enzo Bianchi, priore di Bose

Il vasaio vive in una necessaria alleanza con la natura. Questa non gli offre solo una ricca gamma di materie prime, ma anche molte di quelle leggi che regoleranno le molteplici metamorfosi del suo lavoro. Per lui, l'alleanza con la natura si carica di un significato profondo: di fronte al caos minerale, dovrà stabilire un legame con la “natura delle cose”, con la loro destinazione, il loro fine, il loro senso.

Il dialogo con la natura è ciò che da vita all’arte della ceramica e le parole di Fr. Daniel De Montmollin, noto ceramista della Comunità di Taizé, in Francia, riflettono bene la coscienza di questo aspetto centrale.
Ogni opera in ceramica appare così quale frutto del dialogo tra il vasaio e i quattro elementi naturali: terra, aria, acqua e fuoco, nelle loro corrispettive forze di plasticità, trasparenza, purificazione e trasformazione.
E’ un dialogo caratterizzato da attenta preparazione, dalla maestria e dal genio, ma anche dall’imprevedibilità, dalla fragilità e dalla precarietà, perché nasce da quel punto di equilibrio, da quell’estremità sottile che è l’incontro di ciascuna delle due parti in gioco: l’uomo e la materia.
Paradossalmente, la forza di quest’arte nasce dall’umiltà di chi sa ascoltare la natura che lo circonda, da un lato, e la natura che lo abita, dall’altro. Sì, il vasaio è chiamato a entrare in dialogo con la propria creaturalità!
Nella sua ininterrotta ripetizione dei gesti il vasaio rimane in uno stato di vigilante attesa, finché la bellezza, mai posseduta, si dà a lui nella gratuità e nel dono. Attenzione, ascolto e attesa guidano il vasaio nella sua continua ricerca della bellezza, che sempre è ricerca di senso.
Dice Bernard Leach, ceramista inglese famoso per aver condotto l’artigianato del secondo dopoguerra a un vero e proprio rinnovamento:

Un vaso perché sia bello e buono deve essere l’espressione autentica della vita. Solo allora rifletterà quella luce capace di far nascere negli occhi degli uomini la scintilla dello stupore e della meraviglia.

Passando attraverso l’ascolto di sé e l’ascolto della natura, l’arte della ceramica è chiamata ad aprirsi al difficile ascolto degli altri. Nella creazione del vaso l’artigiano si fa portatore di questa pesante responsabilità: il servizio dell’uomo. Dice ancora Bernard Leach:

Il vasaio si assume la responsabilità di fabbricare oggetti per un utilizzo pienamente umano, oggetti che siano una proiezione dell'uomo, che siano partecipi della vita, che siano essi stessi “viventi”.

L’audacia del vasaio risiede nel suo tentativo “d’intervenire nel destino naturale dell'argilla per condurla direttamente al servizio della vita dell'uomo, manifestando, in un colpo solo, la propria padronanza sulla creazione e la vocazione della materia alla bellezza” (Fr. Daniel De Montmollin).
Sì, la bellezza alla quale è chiamata l’arte della ceramica è spazio di libertà e non di paura, di dilatazione e non di conculcamento dell’umano, di comunione e non di contrapposizione tra gli uomini.
Ci rimane, in ultimo, un interrogativo: che ne abbiamo fatto del mandato di custodire, creare e vivere la bellezza?

Inaugurazione giovedì 16 dicembre 2010, ore 18

Torre dei Doganieri
piazza Dina Bellotti - Sestri Levante (GE)
Orari: aperto tutti i giorni dalle 16 alle 20, chiuso il lunedì; festivi e prefestivi aperto anche al mattino dalle 10 alle 12.30.
Ingresso libero

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