Borsalino e altre storie. L'esplorazione di un mito, un viaggio attraverso i linguaggi della contemporaneita', uno sguardo emozionale, ironico, nostalgico, poetico e trasgressivo, che crea un ponte tra arte cinematografica e storia del costume. La mostra si articola secondo 5 nuclei tematici, scanditi in un percorso espositivo dall'allestimento multimediale e visionario.
A cura di Gianni Canova
Ideata da Elisa Fulco, Fondazione Borsalino
Le visite dei senza cappello non sono gradite
Teresio Usuelli-Borsalino
Propone l’esplorazione di un mito, un viaggio attraverso i linguaggi della contemporaneità, uno sguardo
emozionale, ironico, nostalgico, poetico e trasgressivo, capace di creare ponte tra arte cinematografica e storia
del costume, la mostra itinerante Il cinema con il cappello. Borsalino e altre storie, che dal 18 gennaio al
6 marzo 2011 vedrà la sua prima tappa alla Triennale di Milano. La mostra è aperta gratuitamente al
pubblico.
Dedicata al binomio centenario tra cinema e cappello, la mostra, fortemente voluta da Roberto Gallo,
Amministratore Delegato di Borsalino S.p.A. e Presidente della omonima Fondazione - è stata ideata da Elisa
Fulco, curatrice della Fondazione Borsalino, e curata dal critico cinematografico Gianni Canova.
All’arte cinematografica è affidato il compito di raccontare le suggestioni e di trovare le connessioni in una
molteplicità di mondi diversi che hanno scandito l’immaginario collettivo nel secolo breve e nel nuovo millennio.
La mostra narra non solo la storia del classico cappello maschile in feltro, che ancora oggi porta il nome del
fondatore Giuseppe Borsalino, ma propone tutte le evoluzioni e deviazioni di cui il copricapo è stato ed è
protagonista, nella vita come nel cinema.
Ad accogliere il pubblico all’ingresso della mostra è un grande cilindro multimediale, una sorta di macchina del
tempo che, giocando con parole e immagini, diviene un generatore di storie: ponendosi al di sotto di esso, il
visitatore sarà avvolto da infinite narrazioni che svelano il ruolo chiave del copricapo nella costruzione
dell’identità: cosa sarebbe Indiana Jones senza il suo cappello a larghe falde? O Charlot senza la sua bombetta?
Da sempre il cinema si è appropriato della capacità del cappello di raccontare efficacemente e silenziosamente,
generando riconoscimento e identità, sollecitando trasformazioni (in Sabrina il cappello segna la trasformazione
parigina di Audrey Hepburn in donna di classe, i cappelli di Greta Garbo in Ninotchka sono segni precursori della
fine del comunismo). Al cinema il cappello crea mode e tendenze (da James Dean che negli anni ’50 lancia il
grande cappello con falda rialzata al colbacco che con Il dottor Zivago entra a far parte del vestiario occidentale,
al berretto di lana de Il cacciatore a quello di Rocky che diventa il copricapo popolare degli anni ’70)
attraversando illeso i generi cinematografici (commedia, spy story, western, film in costume, noir), le varie classi
sociali, nonché le barriere sessuali. Senza dimenticare che grandi registi hanno depositato la propria icona in
un’immagine col cappello: da Federico Fellini a Sergio Leone ad Orson Welles.
Il cappello definisce ruoli, professioni, stili. Sancisce gerarchie. Innesca discorsi sociali. Implica e consente una
gestualità e un rituale che nessun altro capo di abbigliamento prevede: lo si tocca, lo si calza e lo si leva in
pubblico. E’ il cappello la componente dell’abbigliamento maggiormente delegata a svolgere un ruolo centrale
nel cerimoniale sociale e, come tale, è uno straordinario volano di azioni e narrazioni: il cappello può scatenare
lacrime e risate, travestimenti e ribellioni, malinconie e passioni. Il cappello produce ombra (le ombre degli
assassini hanno sempre il cappello...). E, soprattutto, genera mode, posture, comportamenti.
La Mostra
La mostra si articola secondo cinque nuclei tematici, scanditi secondo un percorso espositivo in cui
l’allestimento multimediale e visionario, fortemente emozionale, conduce il visitatore di sala in sala alla scoperta
di un mondo caleidoscopico, tra memoria e rivelazione. Allestimento Studio Masoero-Tondo Architetti.
L’identità ovvero Il cinema con il cappello: il cilindro multimediale con cui si apre la mostra svela il ruolo
chiave del copricapo nella costruzione identitaria. Dai grandi protagonisti della storia del cinema sino
all’emblematico dialogo di Peter Falk ne Il Cielo Sopra Berlino di Wim Wenders in cui attraverso la ricerca del
cappello giusto si racconta il cambio di identità sotteso a ogni cambio di copricapo: gangster, borghese,
eccessivo, comico.
Il cappello che emoziona: una sequenza di sale, ciascuna diversa dall’altra, scandisce le diverse emozioni
suscitate dal copricapo, lasciandosi guidare dai suoni e dai rumori che identificano ciò che si troverà all’interno: il
cappello che fa ridere, il cappello che piangere, il cappello che seduce, il cappello che fa paura.
Scappellamenti e gesti: 10, 20, 100 scappellamenti cinematografici (riverenza, rispetto, saluto,
ringraziamento, esultanza) si confrontano specularmente con i molteplici significati dei gesti legati all’uso del
cappello: codici comportamentali vecchi e nuovi trovano negli attori i massimi interpreti di segni che ci parlano di
un decoro perduto e di più attuali costumi.
La giostra dei nomi: dal Borsalino, nome proprio divenuto sinonimo di cappello classico maschile, al basco,
all’elmo, al casco, alla coppola, al turbante, alla bombetta, al colbacco, berretto, feluca, etc. Una lunga lista di
nomi cui corrispondo infinite e curiose forme di cappelli, raccontate attraverso un’installazione multimediale
realizzata dal gruppo N03, che funziona come una galleria del vento.
Borsalino lancia Borsalino è un’emblematica carrellata dei borsalino e Borsalino più famosi nella storia del
cinema. La sezione è introdotta dai due celebri film Borsalino (1970) e Borsalino & co (1974), entrambi di
Jacques Deray (film cult con Jean Paul Belmondo e Alain Delon), il cui titolo porta il logo dell’antica casa
alessandrina, scelta per rappresentare il gusto degli anni Trenta. Inediti documenti raccontano il primo, insolito,
caso di product placement. Completano la narrazione i disegni ancora oggi attualissimi di Jacques Fonteray,
costumista parigino delle due pellicole, e i lavori appositamente realizzati in occasione della mostra dal noto
illustratore Gianluigi Toccafondo. Completa la sezione un altro inedito, in prima nazionale: la versione
integrale restaurata di un documentario di cinema industriale della ditta Borsalino del 1912, realizzato dal regista
Luca Comerio: un esempio unico nel suo genere in cui la fabbricazione del cappello viene introdotta da una vera
e propria fiction.
“Se il cinema è indissolubilmente legato al potenziale narrativo del cappello - ha detto Roberto Gallo,
Amministratore Delegato di Borsalino S.p.A. e Presidente dell’omonima Fondazione - l’azienda Borsalino ha con
l’arte cinematografica un’antica relazione. Oltre a creare un canone estetico che ha dato il via alla leggenda
cinematografica, l’azienda è da sempre attenta al potenziale narrativo del linguaggio video, in ogni sua forma,
come attestano numerosi documenti storici che l’azienda negli anni ha realizzato per comunicare la qualità unica
del cappello alessandrino.”
La mostra è accompagnata da un catalogo, edizioni Corraini, in italiano e in inglese. Ospita i contributi di
Francesco Alò, Stefano Bartezzaghi, Mario Boselli, Gianni Canova, Emanuele Enria, Paolo Fabbri, Giusy Ferré,
Elisa Fulco, Roberto Gallo, Giorgio Gosetti, Franca Sozzani, Dario Edoardo Viganò, Sergio Toffetti. Progetto
grafico di Mari Conidi.
Il curatore
Gianni Canova è Professore Ordinario di Storia del cinema e Preside della Facoltà di Comunicazione
dell’Università IULM di Milano. Fondatore e direttore del mensile di cinema e immagini Duel (ora Duellanti), ha
collaborato come critico cinematografico con testate quali la Repubblica, Sette del Corriere della sera e la Voce
di Indro Montanelli. Attualmente conduce il programma quotidiano Il Cinemaniaco su Sky Cinema. Autore delle
Garzantina Cinema, ha curato le Mostre Le città invisibili (2001), Dreams. I sogni degli italiani in 50 anni di
pubblicità televisiva (2004) e Annisettanta. Il decennio lungo del secolo breve (2007). Nel 2010 ha pubblicato il
suo primo romanzo (Palpebre, Garzanti Editore).
Il Comitato scientifico dell'esposizione:
Marco Belpoliti scrittore e critico letterario
Gianni Canova critico cinematografico
Paolo Fabbri semiologo
Elisa Fulco curatore Fondazione Borsalino
Elena Masoero consigliere Fondazione Borsalino
Marco Montemaggi vice presidente Museimpresa
Enrica Morini storica della moda e del costume
Sergio Toffetti curatore Archivio del Cinema d’Impresa, Ivrea
Il Concorso “Al cinema con il cappello”
In occasione della mostra la Fondazione Borsalino, in collaborazione con il Centro Sperimentale di
Cinematografia, Corso di Cinematografia d’Impresa: documentario e pubblicità di Milano, Corso di Animazione
di Chieri (TO) e MYmovies, ha bandito il concorso “Al cinema con il cappello”. Riservato ai giovani filmaker o
videomaker rigorosamente under 35, con scadenza il 12 Febbraio 2011, il concorso prevede la realizzazione
di un cortometraggio inedito della durata massima di 5 minuti, collegato ad alcuni temi della Mostra (cappello e
comicità, cappello ed erotismo, cappello e identità). La giuria, composta da Gianni Canova, critico
cinematografico e curatore della mostra Il cinema con il cappello. Borsalino e altre storie; Bartolomeo Corsini,
Direttore Centro Sperimentale di Cinematografia- Sede Lombardia; Elisa Fulco, curatore Fondazione Borsalino;
Roberto Gallo, Amministratore Delegato Borsalino S.p.A. e Presidente Fondazione Borsalino; Elena Masoero,
consigliere Fondazione Borsalino; Marco Montemaggi, vice presidente Museimpresa; Sergio Toffetti,
conservatore Archivio Nazionale di Cinema d’Impresa, Ivrea e Giancarlo Zappoli, direttore di MYmovies
selezionerà i tre migliori lavori fra quelli pervenuti a termini di bando, premiando l’originalità dei contenuti, la
capacità comunicativa e la qualità estetica dei video presentati.
Per informazioni: concorso@fondazioneborsalino.com
Fondazione Borsalino
Nasce nel Febbraio del 2008 come strumento efficace in grado di dare continuità e riconoscibilità all’attività
culturale intrapresa nel 2003 dalla Borsalino S.p.A. con l’obiettivo di riallacciarsi alla tradizione di mecenatismo
e di ricerca degli esordi.
La Fondazione ha tra i suoi obiettivi la valorizzazione del patrimonio culturale e aziendale della “Borsalino
Giuseppe & Fratello S.p.A”, sia attraverso la promozione del Museo del Cappello Borsalino della città di
Alessandria che mediante lo studio dell’Archivio Storico Borsalino; l’analisi e la comunicazione degli aspetti
storici, culturali e sociali della moda, con particolare attenzione al copricapo; la promozione della cultura
contemporanea nei suoi diversi linguaggi (mostre, eventi, pubblicazioni, rassegne cinematografiche), nonché il
sostegno della cultura dell’artigianalità e del Made in Italy.
Le iniziative sostenute dalla Fondazione spaziano, attraverso l’adozione di uno sguardo multidisciplinare, dall’arte
contemporanea alla cultura d’impresa; dalla valorizzazione del patrimonio storico della Borsalino allo studio delle
relazioni tra il copricapo e la società del nostro tempo; dalla ricerca di nuove tecnologie e materiali per il
copricapo alla formazione nel settore sartoriale e della moda.
Fondazione Borsalino
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Francesca Buonfrate | francesca.buonfrate@paolamanfredi.com
Anteprima per la stampa: lunedì 17 gennaio 2011 ore 11.30
Inaugurazione su invito: lunedì 17 gennaio 2011 ore 20.00
Triennale di Milano
viale Alemagna 6
Orari di apertura Martedì > domenica ore 10.30 > 20.30
Giovedì e Venerdì ore 10.00 > 23.00
Lunedì chiuso
Ingresso libero