The perfect way to escape e' una miscela di immagini, sonore e visive, suggestioni, rimandi, omaggi al passato e nuove intuizioni. Attratto dalle tecniche piu' tradizionali quanto dai mezzi piu' recenti, Lupo si fa carico di una ricerca che, senza operare forzature, accosta alla matrice teorica filosofica una pratica di restituzione formale che raggiunge esiti onnicomprensivi tramite l'impiego di espedienti minimi.
Un nuovo doppio appuntamento con gli artisti di S.A.C.S., l'archivio creato da Riso, Museo d'Arte Contemporanea della Sicilia, per valorizzare gli artisti siciliani. I due progetti espositivi, a cura di Giovanni Iovane, avranno luogo in parallelo a Palazzo Riso e presso la Fondazione Brodbeck di Catania.
Giovedì 20 gennaio, alle 18, si inaugura nella Galleria S.A.C.S. di Palazzo Riso (corso Vittorio Emanuele 365, a Palermo) The party's over di Marco Bonafé installazione che, come le opere precedenti dell'artista, ha origine da mobili trovati o acquistati nei grandi centri commerciali. Bonafè ri-assembla questi mobili – che hanno una “innaturale” e precoce scadenza - in forme prive di finalità ed estranee a qualsiasi utilizzo funzionale e li ricopre con carta adesiva marmorizzata mentre alcuni elementi sono persino ingentiliti dalla foglia d’oro.
Venerdì 21 gennaio, sempre alle 18, ma nella sede catanese della Galleria S.A.C.S., presso la Fondazione Brodbeck, tocca a The perfect way to escape di Federico Lupo, miscela di immagini, sonore e visive, suggestioni, rimandi, omaggi al passato e nuove intuizioni. Lupo accosta alla matrice teorica filosofica una pratica di restituzione formale tramite l'impiego di espedienti minimi. I volti plastici dipinti sui cartellini da lavoro patinati dal tempo, richiamano il bisogno atavico dell'uomo a costringere un ricordo entro una forma tangibile che possa essere documento.
Federico Lupo - The perfect way to escape
The perfect way to escape è una miscela di immagini, sonore e visive, suggestioni, rimandi, omaggi al passato e nuove intuizioni. Attratto dalle tecniche più tradizionali quanto dai mezzi più recenti, Federico Lupo si fa carico di una ricerca che, senza operare forzature, accosta alla matrice teorica filosofica una pratica di restituzione formale che raggiunge esiti onnicomprensivi tramite l'impiego di espedienti minimi. La sua poetica sembra riprendere i moventi che, agli inizi del Novecento, portarono Marcel Proust ad individuare nella memoria l'unico strumento capace di recuperare il “tempo perduto” e nell'arte l'unica via per sfuggire all'azione del tempo stesso che, nel suo fluire incessante, muta ineluttabilmente la natura delle cose.
Tuttavia, la riflessione artistica di Lupo spinge il fulcro dell'indagine oltre la definizione della funzione dell'arte, per registrare gli effetti che quest'ultima produce nella società. I volti plastici -se pure evanescenti- dipinti sui cartellini da lavoro patinati dal tempo, richiamano il bisogno atavico dell'uomo a cristallizzare la vita, a costringere un ricordo entro una forma tangibile che possa essere documento, testimonianza della sua esistenza. Se l'immagine, impressa nella memoria, regala l'illusione di una via perfetta per sottrarsi all'oblio, l'architettura sonora enfatizza la natura ingannevole di questi simulacri, disegnando un paesaggio evocativo dal carattere ambiguo, irreale, distorto e alterato: dimora immaginaria di quel tempo ormai perduto.
Inaugurazione Venerdì 21 gennaio, 2011, alle 18
Galleria S.A.C.S. c/o Fondazione Brodbeck
Via Gramignani 93 - Catania
Da martedì al sabato 10 – 18
Visite su appuntamento. Info: 095.7233111