Firebergs'08. L'artista ha utilizzato infatti il negativo come punto di vista per trasmettere calore attraverso il ghiaccio: le crepe dei ghiacciai diventano crepe di vulcano, le distese d'acqua diventano terre incandescenti.
a cura di Massimo Scaringella
Un’opera è principalmente un’idea, come “la terra” è l’idea che noi abbiamo di esso ed è su questo concetto che lavora Patrizia Dottori con la sua macchina fotografica. Giocando sulla mutazione di un concetto di immagine di cui non possiamo piu essere sicuri in cui i preconcetti sulla nostra materialità ci impediscono di vederne i contorni. Il ribaltamento della soggettività e la conseguente trasmutazionesono riconducibili dall’artista allo spiazzamento percettivo cui viene sottoposto l’osservatore. Mettendo in discussione l’idea stessa di materia e di riconoscimento dell’immagine Patrizia Dottori conduce lo spettatore a un gioco inatteso tra visione e concetto in cui tutto è “artificiale/naturale”.
Fireberg The beginning. Di fronte all’immensità dei ghiacciai della Patagonia argentina, dove il bianco e l’azzurro del cielo e delle montagne si confondono l’un l’altro, mentre gli scricchiolii delle crepe assomigliano ad un animale che si sveglia dal letargo, il cambiamento climatico che procura la loro mutazione con lo scioglimento dei ghiacciai (anche se il Perito Moreno è forse l'unico iceberg, dell'era Quaternaria e Patrimonio Unesco, che ancora sembra mantenere un proprio equilibrio) e la sensazione di calore da loro stessi sussurrata, mi hanno fatto scaturire il bisogno di tradurre fotograficamente questo momento di testimonianza. Il ghiaccio di per sé è un elemento freddo, ma altrettanto caldo, perché brucia: scattando direttamente in negativo dal mio cellulare le immagini che ne sono uscite rievocavano il fuoco, il vulcano, l’inferno.
Firebergs’08 Hot|as|ice. E' l’inizio di una ricerca attraverso la concezione opposta della realtà. Ho utilizzato infatti il negativo come punto di vista per trasmettere calore attraverso il ghiaccio: le crepe dei ghiacciai diventano crepe di vulcano, le distese d’acqua diventano terre incandescenti. Lo scioglimento contiene già in sé il concetto di calore ed è per questo che quando guardiamo le cose sempre dalla stessa visuale, abituiamo i nostri occhi e i nostri pensieri alla rassegnazione e non alla riflessione e allo sviluppo della fantasia e della creatività che potrebbero essere necessari alle cose stesse. Anche solo la loro comprensione.
L'inversione fotografica da positivo a negativo non cambia lo stato delle cose: l’acqua rimane acqua ed il ghiaccio pure. In queste immagini non c’è una soluzione al problema ambientale, ma la relazione tra l’esperienza quotidiana con l’elemento fondamentale, l’acqua, e il concetto del cambiamento attraverso la sua trasformazione affinché il percorso dei nostri pensieri crei l’energia necessaria all’’umanità intera per fare ognuno un piccolo sforzo ed essere partecipi nel supporto alle soluzioni scientifiche.(Patrizia Dottori)
Come ben evidenzia Francesca Pietracci nella prima presentazione della mostra in Italia <"Non si tratta di una narrazione, né di un reportage, né forse di fotografie in quanto scatti nell’accezione comune. Firebergs di Patrizia Dottori è una prova di resistenza, è l’attrazione verso un’altra dimensione, verso il baratro, verso un nulla che diventa consistente…….. Le immagini prima di essere belle sono forti e fanno pensare ad un processo inarrestabile. Il nostro mondo è quello e nient’altro oltre a ciò. E’ un gelido paradiso che si trasforma in un inferno incandescente."> La mostra è curata da Massimo Scaringella
Centro Cultural Borges
Viamonte 525 esq. San Martin - Buenos Aires
tutti i giorni dalle 10 alle 19
10 pesos