Reload - ex officine automobilistiche
Roma
viale Arcangelo Ghisleri, 44 (zona Pigneto)
349 0531868
WEB
Condotto C
dal 23/1/2011 al 4/2/2011
mar-sab 17-19

Segnalato da

Super Studio Media Agency




 
calendario eventi  :: 




23/1/2011

Condotto C

Reload - ex officine automobilistiche, Roma

Il nuovo spazio espositivo e' trasformato per l'occasione dall'intervento di condotto C e degli artisti invitati: le ex officine sono rivisitate apparendo come un paradossale luogo sacro a tre navate. Sui fianchi non ci sono santi, ma parcheggi, in cui dei mini-atelier rappresentano l'intervento peculiare dell'artista, il luogo da cui si muove, ma anche la sua personale officina degli attrezzi, la sua maniera; talvolta l'esempio di modus operandi.


comunicato stampa

a cura di Fabrizio Pizzuto

Condotto C
progetto: UNTITLED
a cura di Fabrizio Pizzuto

artisti: Andrea Aquilanti, Marco Bernardi, Enrico Bertelli, Alessandro Bulgini, Antonello Bulgini, Federico Cavallini, Mariana Ferratto, Silvia Giambrone, Claudio Martinez, Chiara Mu, Matteo Saccomani, Fabio Scacchioli, Valio Tchenkov, Chiara Tommasi.

Da un concept di Fabrizio Pizzuto, un paradossale luogo sacro a tre navate. Sui fianchi non ci sono santi, ma parcheggi, in cui dei mini-atelier rappresentano l’intervento peculiare dell’artista, l’officina da cui si muove.

Lo spazio verrà trasformato dall’intervento del condotto C e cambiato di segno. Le ex officine verranno rivisitate apparendo come un paradossale luogo sacro a tre navate. Sui fianchi tuttavia non ci sono santi, bensì parcheggi d’auto: e ad essere “parcheggiati” saranno dei mini-atelier che rappresentano l’intervento peculiare dell’artista in potenza, ma anche la sua personale officina degli attrezzi, la sua maniera; talvolta l’esempio di modus operandi. Da questo punto di vista mostreremo concettualmente la situazione degli artisti nel loro movimento del pensare, nel loro abito mentale. Il lavoro rappresenterà dunque sia la firma sia il bagaglio, in altre parole lo stretto necessario (mentale, forse sacro) da cui gli artisti si mettono in moto.

Lo spazio non convenzionale Condotto C nasce nel 2008. Il nome viene da un racconto di Asimov nel quale il condotto di “espulsione per Cadaveri” è l’unico luogo in cui rimane ossigeno. Non comparendo nelle mappe dell’astronave in mano agli alieni viene usato dai superstiti terrestri per un colpo di mano.
www.condottoc.com

“È falso dire: Io penso, si dovrebbe dire: mi si pensa. Scusi il gioco di parole. IO è un altro.” A. Rimbaud
24 gennaio: Untitled - Condotto C per Reload
31 gennaio: Proiezione video di Fabio Scacchioli "Esperimento di spettrografia numero 1: loro non sanno quello che fanno"

Alcuni crediti:
Il Condotto C nasce dall'iniziativa di Marco Bernardi, Chiara Girolomini e Fabrizio Pizzuto, ma ha previsto nel tempo molti collaboratori. Flaminia Masotti cura la comunicazione e l’ufficio stampa.
Untitled Reload:
Ho deciso di chiedere agli artisti non tanto un lavoro ma il lavoro in potenza: quel momento in cui il lavoro c'è già, ma non è in atto. È “parcheggiato” ma è presente. Una versione mentale e installativa del concetto di atelier. La risposta è stata molto varia. Ciò da cui partono è il lavoro stesso, ma anche la vita che si vive, i libri che si leggono, intervenire su qualcosa di preesistente, intervenire insieme al fruitore.
L'installazione:
Abbiamo trasformato il luogo, le ex officine, in una paradossale chiesa a tre navate. Ai fianchi i mini-atelier degli artisti. Un lavoro che si apre, un'installazione unitaria dentro a cui le installazioni di ogni artista si dipanano come singoli ragionamenti.
Considero:
Mi rendo conto, parlando con gli artisti, che quello che sto cercando è una verità soggettiva. Chiedo agli artisti cosa davvero è il loro lavoro poco prima di essere. La composizione ottenuta mi appare emblema e panorama di composizioni mentali e di influenze possibili. Luogo sacro che odia la sacralità, luogo libero delimitato, striscia gialla per terra che strilla libertà espressiva, paradosso vivente, un confine... altare devozionale e non sacrificale, e viceversa.
Gli atelier:

Andrea Aquilanti: I suoi lavori partono dall'idea dell'interazione. Durante l'inaugurazione verranno dunque realizzati nel suo mini-atelier dei frottage a doppia firma, quella dell'artista e quella del fruitore, cui verranno regalati.

Marco Bernardi: Il suo mini-atelier equivale al suo vero atelier. Rappresenta anche il nostro biglietto da visita. È il condotto C stesso.

Enrico Bertelli: La valorizzazione delle cose trascurate è il suo tema. Nel suo spazio installerà due quadri con cornice fatta di nastro adesivo, lavori che si confondono con l'ambiente, che spingono ad avvicinarsi e ad essere guardati da vicino.

Alessandro Bulgini: Un lavoro che fa parte della serie Haeretikos, parola dentro alla quale si nasconde Ikea. Da una parte si continua a negare il quadro, dall'altra il lavoro trasforma e cambia di segno all'intero luogo con una croce al centro delle tre navate.

Antonello Bulgini: Il suo mini-atelier, come il suo lavoro, è una composizione molto libera che usa gli elementi e nasconde citazioni: lavori visivi e pittorici che vanno in tutte le dimensioni e direzioni.

Federico Cavallini: Una porzione di un'opera più vasta che si intitola "Anatomia companatica", e che sarà una serie numerosa di sculture di pane che arrivano fino a grandezze "microscopiche" dalle forme ossee, scheletriche.

Mariana Ferratto: Presenta “Nascondino”. Il suo mini-atelier è nel processo che conduce al video, lo storyboard che fa da linea guida, lavoro già completo e che lascia intuire lo sviluppo successivo.

Silvia Giambrone: Un'installazione creata con ready made i cui elementi lavorano con il contesto e con il concept, ad un'idea tutta mentale e concettuale di personale atelier.

Claudio Martinez: Presenta un lavoro dal titolo “La rivincita del bombo terrestre”. Parla delle cose della vita che condizionano il suo lavoro: il viaggio, difficoltà e vita quotidiana, punti di partenza che si trasformeranno in immagini e in lavoro artistico.

Chiara Mu: Presenta “Mislead”. Il suo mini-atelier consiste nel lavorare su una preesistenza. Tiene conto del luogo e della storia delle cose. Questo gioco si assume dei rischi. Un'errata comunicazione del curatore può portare ad un'errata interpretazione.

Matteo Saccomani: Porta il suo atelier, in video, nel luogo: la visione che è al centro delle sue ricerche recenti viene ad accadere nello stesso muro dell'installazione, nello stesso atelier.

Fabio Scacchioli: (in mostra il 31 gennaio) Il progetto si chiama "Esperimento di spettrografia numero 1: loro non sanno quello che fanno"

Videomaker. Il suo mini-atelier consiste nel lavorare in presa diretta e mescolare il lavoro con materiale preesistente. Sarà presente all'installazione con la telecamera. Non mi assicura che userà le riprese fatte.

Valio Tchenkov: Presenta un video dal titolo “Erotismo nel deserto” (Wüstenerotik 2010). A partire da un suo lavoro si reca nel luogo e reagisce installando in risposta a quel che vede. Questa operazione è il suo mini-atelier.

Chiara Tommasi: L'influenza che i media e gli eventi pop e popolari dello star system hanno su di noi e sul nostro relazionarci... tutti colpevoli, tutti innocenti, tutti influenzati.

Per Tunnel:

Micol Di Veroli
progetto: Souvenir d’hôpital
artista: Luana Perilli

Con questa nuova opera video Luana Perilli torna a rafforzare la sua indagine sulla consistenza dei luoghi e degli oggetti, riorganizzando le strutture percettive dello spettatore che si trova così ad assistere ad una sequenza spartana e straniante la quale si trasforma in dramma puro poiché scevra da qualsiasi componente drammatica.

Ufficio stampa
Super Studio Media Agency
Martina Suozzo - martina.suozzo@gmail.com 349 0758612
Chiara Lorenzetti - ch.lorenzetti@gmail.com 339 1689010
Caterina Giordano - caterinafrancesca.giordano@gmail.com 339 8824623

Reload - ex officine automobilistiche
viale Arcangelo Ghisleri 44 Roma
Orario: martedì-sabato 17.00-19.00
ingresso libero

IN ARCHIVIO [9]
Finissage + Extra
dal 4/3/2011 al 4/3/2011

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