Spazio Espositivo Le Stanze
Trescore Balneario (BG)
via Roma, 140
035 942737 FAX
WEB
Vi barricate in attesa del mattino
dal 3/2/2011 al 18/2/2011
Mar-Mer 10-12 e 14.30-18, Ven-Sab 10-12
WEB
Segnalato da

Temporary Black Space




 
calendario eventi  :: 




3/2/2011

Vi barricate in attesa del mattino

Spazio Espositivo Le Stanze, Trescore Balneario (BG)

La mostra analizza e innesca una serie di riflessioni intimiste sulle varie fasi evolutive della paura. Le opere esposte sono il frutto di azioni svolte direttamente nel complesso architettonico delle Stanze.


comunicato stampa

a cura di Mauro Zanchi e Raffaele Sicignano

Venerdì 4 Febbraio 2011, ore 18.00, presso lo Spazio Espositivo Le Stanze a Trescore Balneario sarà presentata al pubblico, la mostra collettiva del Temporary Black Space – Vi barricate in attesa del mattino. Quinto appuntamento della rassegna Le Stanze.

Le Stanze è un progetto, curato da Mauro Zanchi e Raffaele Sicignano, che rivolge l’attenzione a varie esperienze dell’arte contemporanea: dalla pittura alla scultura alla videoarte, è un progetto, ideato e promosso dalla Pro Loco di Trescore Balneario gode del sostegno del Comune di Trescore Balneario e dell’Assessorato alla Cultura.

All’inaugurazione interverranno Alberto Finazzi, Sindaco di Trescore Balneario, Francesca Biava, Assessore alla Cultura del Comune di Trescore Balneario.Carlo Algisi Presidente della Pro Loco Trescore, Mauro Zanchi curatore della mostra.

La mostra del Temporary Black Space – Vi barricate in attesa del mattino, analizza e innesca una serie di riflessioni intimiste sulle varie fasi evolutive della paura. Esamina i vari passaggi del rapporto tra questo sentimento mettendolo in relazione all’uomo e alla società. Le opere esposte oltre ad interessare le sale espositive saranno anche il frutto di azioni e riflessioni svolte direttamente nel complesso architettonico delle Stanze. Il curatore Mauro Zanchi così descrive l’evento:

“È da quando popolano la terra che gli uomini sono alle prese con il problema di mettersi al sicuro: dai felini predatori e dagli orsi delle caverne, dal fuoco e dall’acqua, dai nemici, dagli estranei e dai falsi amici. Assieme alla gioia, al dolore e alla rabbia, la paura fa parte dei più potenti impulsi nella storia della specie umana. E un dato di fatto del quale si diviene più fortemente consapevoli nei periodi di pericolo. I decenni aurei seguiti all’ultima grande guerra sono pas- sati da un po’, eppure non è affatto aumentata la capacità della gente di soppor- tare le insicurezze, di esporsi ai rischi e di fronteggiare i nuovi pericoli senza illusioni”
(Wolfgang Sofsky, Rischio e sicurezza).

Quando la paura mangia l’anima, la fuga dall’anima stessa può essere un comportamento per evitare il pericolo di scoprire di non avere in realtà un’anima. Le società dominanti hanno compreso come instillare la paura nella gente, inventando continuamente nemici e mostri senza anima. Di notte, abbattendo le pareti di ciò che di solito fa barricare in casa le persone in attesa del mattino, i Temporary black space hanno apposto frasi su fogli A3 in giro per la città: “Fu la paura che diede al mondo i primi dèi”, “Senza immaginazione la paura non esiste”, “Mi ripetevo con angoscia: Dove andare? Dove Andare? Tutto può capitare”, “Quando mi prende la paura mi invento un’immagine”, “Poco importa. La paura che si abbatte su di te ti strazia sino ai limiti dell’impossibile”. Questa azione è un preludio alla mostra che inaugura il 4-2-2011 nelle “Stanze” di Trescore Balneario.

Negli spazi espositivi non si parla di paure ataviche, come la morte, il dolore, le malattie. Nemmeno di paure permanenti, come la guerra, la fame, la povertà e le carestie.

Forse nemmeno della paura della morale borghese, quella legata all’idea che ogni scomparso venga dimenticato e che il suo corpo si perda nel nulla o nell’oblio. Nemmeno si prendono in considerazione quei misteriosi meccanismi, dalle paure individuali a quelle collettive, che portano la paura a generarne altra, alimentando ulteriore disagio e insicurezza. Non si accenna alle morti di chi ha paura di vivere, e si suicida nelle terre del capitalismo esasperato. Non si mette in visione nemmeno un corteo funebre di paure irrisolte. Non si prende in considerazione nemmeno le paure collettive legate alle epidemie, al cancro, al contagio del virus dell’Aids.

Forse però si prende in considerazione il fatto che le paure e le insicurezze individuali, sommate una sull’altra, divengono un fattore di massa, si fanno sociali. È questo temporaneo spazio oscuro che qui interessa. Si prende in esame la paura e il senso di insicurezza dell’immaginario collettivo, come fossero indicazioni fondamentali per comprendere ciò che poi dà luogo alle vicende storiche. Si osserva la convivenza con la paura, che è una costante della stessa natura umana e delle società di ogni tempo. Attraverso questa messa in atto di un processo di osservazione, il collettivo Temporary black space cerca di analizzare le risposte che la società elabora in risposta alle paure. E prende in considerazione anche quegli ambigui mezzi utilizzati dai media e dal potere (dalla propaganda alla guerra psicologica, alla paura come mezzo per mantenere l’ordine e la pace sociale) per governare. Paura come medium, allora, per cercare di dire qualcosa che la sola arte retinica, il solo video, la sola performance non riescono a trasmettere che, come asseriva Sartre, “tutti gli uomini hanno paura. Tutti. Chi non ha paura non è normale”.

Comitato Organizzativo:
Francesca Biava
Marco Patelli
Stefano Oldrati

Catalogo
Edizioni Lubrina Bergamo

Inaugurazione 4 Febbraio 2011, ore 18

Complesso espositivo LE STANZE
presso la Biblioteca – Mediateca A. Meli
via Roma 140, Trescore Balneario (Bg)
Orari: Martedì-Mercoledì dalle 10 alle 12 e dalle 14.30 alle 18
Venerdì-Sabato dalle 10 alle 12
Giorni di chiusura Lunedì – Giovedì- Domenica
Ingresso libero

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