Movimento Aperto
Napoli
via Duomo, 290/C (piazza Filangieri)
333 2229274

Andrea Sparaco
dal 11/2/2011 al 11/3/2011
merc-ven 17-19, giov 10-12.30 e su appu.

Segnalato da

Ilia Tufano




 
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11/2/2011

Andrea Sparaco

Movimento Aperto, Napoli

In principio e' l'incontro: dove comincia l'altro. In mostra opere recenti, circa 40 collage di varie dimensioni e tre piccole sculture, dalle prime opere naturalistiche a quelle piu' costruttive, dalle 'macchine inutili' ai congegni, dalle opere antropomorfe a quelle piu' mimetiche e sensuali.


comunicato stampa

a cura di Giorgio Agnisola

Sabato 12 febbraio 2011, alle ore 17.00, presso MOVIMENTO APERTO, via Duomo 290/c, Napoli, si inaugura "In principio e' l'incontro: dove comincia l'altro", personale di Andrea Sparaco, a cura di Giorgio Agnisola. Saranno esposte opere recenti di ANDREA SPARACO, circa quaranta collage di varie dimensioni e tre piccole sculture, fino al 12 marzo, mercoledì e venerdì, ore 17-19, giovedì ore 10-12.30 e su appuntamento.

"A rileggerla la sua storia artistica,"scrive Giorgio Agnisola "dalle prime opere naturalistiche a quelle più costruttive, dalle "macchine inutili" ai congegni, alle opere antropomorfe a quelle più mimetiche e sensuali, agli assemblaggi numerici e letterali,si ha la chiara sensazione di un cammino di estrema coerenza, costantemente ispirato da un interno disegno.

Disegno che segna l'avventura di uno dei nomi più interessanti dell'arte meridionale degli ultimi decenni, noto per l'estremo rigore della sua cifra di stile. Una cifra che a ben leggere non è solo tecnica e umanistica, ma altresì politica, nel senso alto del termine, nel rifresso ideale e pratico di un agire ispirato dalla intuizione creativa.Una politica attiva, vissuta nell'analisi profonda delle relazioni e dei principi che la sovrintendono, interiorizzata, riflessa in un'attenzione alle strutture nascoste della vita. E tramata, non di rado, di ansia e di silenzio."

IN PRINCIPIO E’ L’INCONTRO: DOVE COMINCIA L’ALTRO
Giorgio Agnisola

Le ultime opere di Andrea Sparaco (collage raffinatissimi, ritagliati con una estrema cura formale e compositiva e sviluppati con un fine, intrinseco gioco metaforico) paiono implicare una lettura energetica della realtà. Il loro assetto è caratterizzato da una rigorosa architettura di forme segnate da una connessione intima tra i vari nuclei delle strutture. Strutture che qui, negli ultimi lavori, perdono, almeno in parte, quel peso intimistico, quella sensazione di sospensione del tempo e quella tensione sensuale della materia che avevano caratterizzato le opere degli ultimi anni, e soprattutto i disegni, per concentrarsi sulla relazione tra gli “oggetti”, intesa come flusso implicito di onde, che si avvertono come percorsi dinamici e vitali al di là della trama visiva.

Un senso di acutezza sembra di cogliere d’altra parte negli assetti formali: nel riflesso della sensibilità le forme possono apparire pungenti, simili ad intrichi vagamente vegetali o a insetti: capaci di incidere lo spazio, persino di ferire. In realtà l’artista nei percorsi dell’opera sembra annettere alla ricerca costruttiva di luoghi immaginari, implicanti non di rado una allusione alla materia organica come riflesso e confine della forma naturale, una traccia più partecipativa di sé, una lettura dei disagi e delle tensioni emozionali che accompagnano la interpretazione della realtà. Quegli stessi disagi che un tempo erano testimoniati dalle “macchine inutili”e dalle strutture dismesse, che restituivano il senso di una umanità abbandonata e decaduta, come al di là della catastrofe, come residuati di un dramma epocale, tornano ora in una forma meno dichiarata sul piano psicologico ma egualmente intensa, forse più nascosta, sicuramente più acuta.

Semmai qui, negli ultimi lavori, si attua come una traslazione da uno spazio più esterno, almeno sul piano delle suggestioni e degli scenari visivi, ad un uno più interno, più attinente al mistero stesso della vita. L’artista idealmente insegue nell’opera visiva ( ma anche nella scrittura, essendo egli anche un raffinato pensatore) i concetti di relazione tra le forme, di intersezione, di scambio energetico, di limite. Una ricerca, la sua, in cui sembra esemplificare una sorta di personale metafisica, indagando i legami possibili e i nessi tra il visibile e l’invisibile. In particolare lo interessa il concetto di confine, inteso non come territorio della differenza e della distanza, ma come spazio di confronto e di dialogo. Tutto nell’esistenza appare per lui segnato da un dualismo creativo, da una apparente opposizione tra le parti, che in realtà si fa alimentazione di una dialettica, di un dinamismo vitale. In cui è implicita una decifrazione psicologica dei rapporti umani e delle logiche che sovrintendono le relazioni esistenziali.

L’artista concepisce la sua rappresentazione della realtà in uno spazio tecnico-scientifico e biologico ed è a questo livello che intende sviluppare la sua teoria analitica e speculativa della vita, avendo ricadute nel dominio sociale e nella scienza collettiva. Una tale ricerca bilanciata tra meccanica e prospettiva ideale apre scenari nuovi nella produzione di Sparaco. Del resto, a rileggerla la sua la storia artistica, dalle prime opere naturalistiche a quelle più costruttive, dalle “macchine inutili” ai congegni, alle opere antropomorfe a quelle più mimetiche e sensuali, agli assemblaggi numerici e letterali, si ha la chiara sensazione di un cammino di estrema coerenza, costantemente ispirato da un interno disegno. Disegno che segna l’avventura di uno dei nomi più interessanti dell’arte meridionale degli ultimi decenni, noto per l’estremo rigore della sua cifra di stile. Una cifra che a ben leggere non è solo tecnica e umanistica, ma altresì politica, nel senso alto del termine, nel riflesso ideale e pratico di un agire ispirato dalla intuizione creativa. Una politica attiva, vissuta nell’analisi profonda delle relazioni e dei principi che la sovrintendono, interiorizzata, riflessa in una attenzione alle strutture nascoste della vita. E tramata, non di rado, di ansia e di silenzio.

Andrea Sparaco vive e lavora a Santa Maria Capua Vetere
Info www.andreasparaco.com

Inaugurazione 12 Febbraio 2011. ore 17

Movimento Aperto
via Duomo 290/c, Napoli
orario: mercoledì e venerdì, ore 17-19, giovedì ore 10-12.30 e su appuntamento
ingresso libero

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