Arancio ha realizzato una nuova serie di opere che approfondiscono la sua ricerca sull'idea di natura messa a confronto con la scienza, i miti, le leggende e introducono un'esplorazione del mistico. Presenta immagini geologico-scientifiche di repertorio - manipolate e reinventate - e la video installazione a doppio schermo 'Shasta', che trae ispirazione da una leggenda delle tribu' dei nativi americani sulla creazione di questa montagna californiana.
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Nei tre spazi espositivi Arancio ha realizzato una nuova serie di opere che approfondiscono l’interesse e la ricerca continua dell’artista sull’idea di natura messa a confronto con la scienza, i miti e le leggende, introducendo un’esplorazione del mistico.
L’intervento nella prima sala, nato da un’interazione meditata con la struttura architettonica della galleria, presenta immagini geologico-scientifiche di repertorio, manipolate e reinventate dall’artista con l’intento di indurre una riflessione soggettiva su fenomeni naturali e proseguire l’interesse di Arancio per le rappresentazioni apocalittiche.
Nella seconda sala, la video installazione a doppio schermo Shasta, originariamente girata su pellicola Super 8, trae ispirazione da una leggenda delle tribù dei nativi americani sulla creazione del monte Shasta in California. La qualità epica e atemporale degli elementi visivi e sonori dei video si confronta con l’idea di racconto e narrazione per infondere nello spettatore un senso di timore, metafora dell’inadeguatezza umana di fronte alla natura.
Nell’ultima stanza, la grande stampa fotografica Luffâh riproduce in modo sproporzionato l’immagine trovata di una radice di mandragola. Giocando sul contrasto generato dalla ricorsività dello stesso soggetto, già apparso in forma scultorea all’inizio del percorso espositivo, Arancio cerca di sollevare questioni sull’idea di percezione, di autorialità e di riproduzione. I poteri lisergici di questa radice e la sua inquietante forma antropomorfa si sono dimostrati nel tempo fonte d’ispirazione di numerosi miti.
Il medium da cui ha origine la ricerca artistica di Salvatore Arancio è la fotoincisione, ma l’artista lavora anche con la scultura, il collage, l’animazione e il video. Il suo interesse si concentra sulla potenzialità delle immagini; partendo dal loro significato letterale, Arancio crea nuove giustapposizioni evocative e seducenti ma, al tempo stesso, profondamente inquietanti. Le sue principali fonti d’ispirazione sono la natura e la scienza, ma, nella ricostruzione dell’immagine e nella percezione dello spettatore, è assente ogni allusione al sublime. I suoi paesaggi artificiali suggeriscono un senso di familiarità e, al contempo, d’ignoto – ciò ne aumenta le implicazioni e ne esalta la simbologia.
Salvatore Arancio è nato a Catania nel 1974. Vive e lavora a Londra. Si è diplomato in Fotografia al Royal College of Art di Londra e attualmente insegna al London College of Communication. Le sue mostre recenti includono: 'SI-Sindrome Italiana' presso Le Magasin-Centre National d’Art contemporain de Grenoble, Francia, 2010; 'Catastrophe? Quelle Catastrophe!' Manif d’Art 5, The Quebec City Biennial, Engramme, Quebec City, Canada, 2010; 'An Account of the Composition of the Earth’s Crust: Dirt Cones and Lava Bombs', Frame, Frieze Art Fair, Londra, UK, 2010; Prague Biennale 4, Karlin Hall, Praga, Repubblica Ceca, 2009; 'I giovani che visitano le nostre rovine non vi vedono che uno stile', GAM-Galleria d’Arte Moderna, Torino, 2009. Arancio ha vinto 'The Elephant Trust' nel 2011, il 'Premio New York’ nel 2009 e selezionato per il 'Bloomberg New Contemporaries' nel 2006.
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For the three spaces on the gallery premises Arancio has conceived of a new series of works. They follow his ongoing interest and investigation into ideas of nature and its merging with science, alongside the ability of myth and legend to introduce an exploration of the mystical.
In the first room scientific-geological found images playfully interact with the gallery’s architectural structure. Manipulated and re-invented, they induce subjective reflections on natural phenomena following the artist’s interest in apocalyptic representation.
In the second room the split screen video installation Shasta, originally shot on Super 8 film, takes inspiration from a Native American tribe’s account of the creation of Mount Shasta in California. The timeless, epic, visual, and sound elements of the installation stimulate ideas of narrative and storytelling in order to create a sense of awe seen as a metaphor for human inefficacy against the forces of nature.
In the last room the large photographic print Luffâh reproduces a found image of a mandrake root with disproportionate dimensions. By creating a contrast with the same image recreated as a sculptural piece in the first room, Arancio seeks to question ideas of perception, authorship and reproduction. The root’s lysergic powers and uncanny man-like shape have been the source for the creation of many myths through the ages.
Salvatore Arancio’s artistic signature is photo-etching, but he works across a range of media such as sculpture, collage, animation and video. His main interest lies in the potential of images. Departing from their literal meaning, he creates new juxtapositions that are both beautifully evocative and deeply disquieting. He looks to nature and science for his sources of inspiration, while unsettling any hint of the sublime by re-framing the images and the viewer’s experience. His constructed landscapes contain a sense of both the familiar and the unknown that enhances their symbolic readings and implications.
Salvatore Arancio was born in Catania, Italy in 1974. He lives and works in London. He received his MA in Photography from the Royal College of Art and is currently a teacher at the London College of Communication. Recent exhibitions have included 'SI-Sindrome Italiana' at Le Magasin-Centre National d’Art contemporain de Grenoble, France, 2010; 'An Account of the Composition of the Earth’s Crust: Dirt Cones and Lava Bombs', Frame, Frieze Art Fair, London, UK, 2010; 'Catastrophe? Quelle Catastrophe!' Manif d’Art 5, The Quebec City Biennial, Engramme, Quebec City, Canada, 2010; Prague Biennale 4, Karlin Hall, Prague, Czech Republic, 2009; 'I giovani che visitano le nostre rovine non vi vedono che uno stile', GAM-Galleria d’Arte Moderna, Turin, Italy, 2009. Arancio won 'The Elephant Trust' in 2011, the Premio ‘New York’ in 2009 and was selected for 'Bloomberg New Contemporaries' in 2006 and won.
Opening 17 Febbraio 2011, 6-9PM
Federica Schiavo Gallery
piazza Montevecchio, 16 - Roma
orario: mart - sab 12 - 19
ingresso libero