L'apres midi d'un faune. In questo paesaggio arcaico che si perde nel silenzio infinito di montagne lontane, si riscoprono gioie e dolori, desideri (o nostalgie) e sicurezze.
In uno sperduto villaggio di montagna nel mio paese di origine, dove sono solito trascorrere l’estate, ho l’abitudine di fare delle lunghe camminate pomeridiane: sono quasi brevi viaggi che mi rilassano e mi portano a nuove scoperte. Osservo le pietre, l’acqua, gli animali, la struttura del terreno, i colori delle piante e la ricchezza delle forme; il paesaggio sembra intriso di luce pura e io ho la sensazione di vivere in un magico movimento cosmico.
L’intera energia che è stata consumata nell’atto della creazione genera uno spazio grandioso di solitudine, paragonabile all’arresto del tempo.
Mi sento un “romantico moderno” e questo viaggio in profondità del mio essere è un’esperienza esistenziale, una ricerca non soltanto della mia identità ma anche di un paradiso perduto.
Sulle tracce di questi sentieri abbandonati, in questo paesaggio arcaico che si perde nel silenzio infinito di montagne lontane, si riscoprono gioie e dolori, desideri (o nostalgie) e sicurezze. I raggi del sole che tramonta disegnano ombre sulle rocce, in un gioco di luci e ombre che mi affascina, portandomi sempre nuove emozioni. Quando gli ultimi raggi dorati sbiadiscono sulle cime delle montagne torno a casa con il progetto di nuove opere, quasi il frutto di un antico rito purificatore. I quadri esposti sono il risultato di questo viaggio nell’inconscio. La mostra è intitolata “Il viaggio di Pan” con riferimento a “L’après midi d’un faune” di Claude Debussy. Perché è proprio nell’atmosfera di questa melodia “pastoral-meditativa” che ho voluto far vivere le mie opere.
Mahmut Celayir
Inaugurazione 17 febbraio ore 18.30
Spaziostudio
Via Palermo, 8 (scala di sinistra -1) - Milano
mart-ven 15,30 - 19 e su appuntamento