Biblioteca Classense
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Paolo della Bella
dal 18/2/2011 al 1/4/2011
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18/2/2011

Paolo della Bella

Biblioteca Classense, Ravenna

Cento disegni per Centuria. L'artista immagina e dipinge il mondo paradossale ed ironico dello scrittore Giorgio Manganelli con cento tavole ispirate all'opera piu' ingegnosa del grande scrittore.


comunicato stampa

Opere dell’artista Paolo della Bella liberamente ispirate a Centuria (1979) di Giorgio Manganelli

a cura di Istituzione Biblioteca Classense con la collaborazione di Paolo della Bella

Cento disegni per Centuria è il dono artistico che l’artista toscano Paolo della Bella ha voluto fare alla Biblioteca Classense in occasione dell’apertura al pubblico della sezione Lettura, il nuovo palcoscenico bibliografico appositamente pensato per fare dell’accesso al libro una pratica libera e piacevole, solitaria o collettiva, dando al lettore la dimensione, o meglio, direbbe Giorgio Manganelli, la «consapevolezza», «di appartenere ad una comune umanità, illuminata e tormentata dalle medesime speranze e angosce».

Paolo della Bella immagina e dipinge il mondo paradossale ed ironico dello scrittore Giorgio Manganelli, e lo fa incrociando gli strumenti dell’arte pittorica con gli attrezzi della scrittura letteraria attraverso cento tavole ispirate all’opera più ingegnosa del grande scrittore, Centuria. Cento piccoli romanzi fiume edito da Adelphi nel 1979.

Si tratta di piccoli romanzi, microstorie stimolanti, provocanti e seducenti, che diedero a Giorgio Manganelli, uno dei più grandi autori del Novecento letterario italiano, l’occasione per essere conosciuto dal grande pubblico, tanto da valergli nel 1980 il Premio Viareggio.
I cento disegni, impaginati nella stessa sequenza narrativa con cui Manganelli ha allestito i suoi «cento piccoli romanzi fiume», si pongono agli occhi del visitatore come autonomi esercizi di scrittura figurativa, dal segno surreale e giocoso, che traducono in immagini, l’acutezza formale dell’opera letteraria.

La mostra, grazie alla preziosa collaborazione di Lietta Manganelli, è arricchita dall’esposizione delle prime edizioni e dei preziosi aforismi di Giorgio Manganelli.

In occasione dell’inaugurazione, la mostra sarà presentata da Salvatore Silvano Nigro docente presso l’Università IULM di Milano e curatore degli scritti inediti di Giorgio Manganelli presso la casa editrice Adelphi.

Il catalogo è realizzato grazie al contributo di Fondazione del Monte

Giorgio Manganelli (Milano, 15 novembre 1922 – Roma, 28 maggio 1990)
Critico, giornalista, saggista, scrittore, traduttore, grande viaggiatore.
Nelle sue numerose opere narrative, o di divagazione, confessione ecc., è sempre rimasto fedele ad un’ immagine 'manieristica' della letteratura come costruzione artificiosa, visionaria di un mondo sub o sur-reale, dove si colgono i risvolti più angosciosi o paradossali della realtà.
La sua scrittura è sempre stata controcorrente, amante del paradosso, ironica. Da Hilarotragoedia (1964) a Nuovo commento“ (1969), Agli dei ulteriori (1972), Pinocchio: un libro parallelo (1977), Centuria (1979), Amore (1981), Discorso dell'ombra e dello stemma (1982), Dall'inferno (1985).
Manganelli fu collaboratore della RAI, dove lavorò a lungo (soprattutto al terzo canale radio), ideando e scrivendo (con Umberto Eco, Alberto Arbasino, Guido Ceronetti, Italo Calvino, Vittorio Sermonti e altri) fra l’altro Le interviste impossibili.
Prese parte attivamente agli incontri del Gruppo 63 (Movimento letterario di neoavanguardia costituitosi a Palermo nel 1963) e fu tra i redattori di «Grammatica».
Collaborò con numerosi quotidiani come «Il Giorno», «La Stampa», «Il Corriere della Sera», «Il Messaggero», e a vari settimanali («L'espresso», «Il Mondo», «L'Europeo», «Epoca») e mensili («FMR»).
Tra i suoi saggi critici si elencano La letteratura come menzogna (1967), Angosce di stile (1981), Laboriose inezie (1986). Moralità e reportage sono Cina e altri orienti (1986). Rivela in questi scritti personalissime qualità di prosatore, anche nei suoi periodici interventi sull'attualità , carichi di umori ironici e di spregiudicate notazioni. Nelle sue numerose opere narrative, o di divagazione, confessione ecc., è rimasto fedele a una immagine 'manieristica' della letteratura come costruzione artificiosa di un mondo sub o sur-reale, dove si colgono i risvolti più angosciosi o paradossali di una realtà fantasmatica: Hilarotragoedia (1964), Nuovo commento“ (1969), Agli dei ulteriori (1972), Pinocchio: un libro parallelo (1977), Centuria (1979), Amore (1981), Discorso dell'ombra e dello stemma (1982), Dall'inferno (1985).

Paolo della Bella (1944)
Fiesolano, artista poliedrico opera in vari campi delle arti visive: disegno, fumetto, fotografia, grafica, pittura. È anche autore di libri bizzarri come Forse Queneau, Enciclopedia delle scienze anomale, 1999 e Mirabiblia, Catalogo ragionato di libri introvabili, 2003, per la casa editrice Zanichelli.
Nel 1967 è Medaglia d’Oro al Salone Internazionale dei Comic di Lucca, nell’ambito del 2º concorso per un nuovo personaggio a fumetti.
Sempre nel 1967 fonda con Graziano Braschi e Berlinghiero Buonarroti il Gruppo Stanza, che ha nell’umorismo grafico il punto di riferimento del proprio lavoro, con il quale pubblica alcuni libri interamente stampati in serigrafia, come Settantuno (1968), vero e proprio libro-oggetto e Settantaquattro (1970), con prefazione di Giambattista Vicari. Tra la fine degli anni Sessanta e l’inizio degli anni Settanta con il Gruppo Stanza espone disegni e opere grafiche in varie gallerie italiane, tra le quali: Il Ponte, San Giovanni Valdarno, con prefazione al catalogo di Umberto Eco; Galleria Inquadrature, Firenze; Galleria Il Triglione, Venezia; Galleria Libreria Einaudi, Milano; Galleria La Bottega, Ravenna. Nel 1971, sempre insieme al Gruppo Stanza - seguendo la scia della più antica rivista socialista «L'Asino», (dei primi del Novecento) - dà vita alla rivista di umorismo grafico e satira politica «Ca Balà», madre della moderna satira politica italiana. Nel 1992 pubblica il pamphlet di disegni e poesie Sorrisi. Nel 1994 pubblica il libro oggetto Bugie vere, presentato insieme ad una sua mostra personale, allo storico Caffè Letterario Le Giubbe rosse di Firenze. Amico, tra gli altri di Cesare Zavattini, nel 1999 ha realizzato la mostra personale antologica al Parlamento Europeo di Strasburgo: Un sogno fatto alla presenza della ragione, a cura di Laura Corti, catalogo con prefazione di Antonio Paolucci. Sempre a cura di Laura Corti, nel 2006 esce, in occasione di una mostra, insieme al suo “avo” Stefano della Bella, il libro Sogni arretrati, Edizioni Bora, una storia sulla sua “vita artistica” lunga quarant’anni, con prefazione di Barbara Briganti e Vittorio Sgarbi.

Inaugurazione: sabato 19 febbraio 2011 ore 17.00

Biblioteca Classense
Via Baccarini, 3 - Ravenna
Orari: lunedì- sabato 14.00/18.00
Domenica e festivi chiuso
Ingresso libero

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