Mara Coccia Associazione per l'Arte Contemporanea
In mostra tre opere che richiamano l'energia dei materiali naturali attraverso una ricerca simbolica di immagini che l'artista sceglie come testimonianze ataviche della storia dell'umanita', poste tra l'origine e l'esperienza del mondo. Fare esperienza della vita attraverso l'arte e dare coscienza della storia e' cio' che Zorio evidenzia attraverso il 'tempo' delle sue opere, strutture sempre in movimento e mai interamente compiute.
A Zorio interessa non solo il valore archetipico e il significato simbolico delle forme raffigurate, ma soprattutto la forza dei materiali che le compongono e la possibilità di combinazione che genera positive conflittualità ed energetiche tensioni. La sua ricerca sull'energia dei materiali naturali lo conduce presto a esiti alchemici e all'individuazione, all'inizio degli anni Settanta, di elementi quali la stella, il giavellotto, i volti, immagini che l’artista sceglie come testimonianze ataviche della storia dell'umanità, poste tra l’origine e l’esperienza del mondo. Fare esperienza della vita attraverso l'arte e dare coscienza della storia è ciò che Zorio evidenzia attraverso il ‘tempo’ delle sue opere, strutture sempre in movimento e mai interamente compiute.
Una stella compare nell’opera Progetto interpre-tazione arbitraria di un lavoro e più di Zorio, realizzata in grandi dimensioni (109,5x438 cm) nel 1973 in cera, rilievo, graffito su carta intelata, che presenta inoltre un elemento ricorrente nella ricerca dell’autore. Infatti, oltre la stella, il giavellotto e la sua traiettoria, dal fondo affiora in rilievo una testa (quella dell’artista) con una stella rossa al posto dell’occhio. Stella che l’artista ha utilizzato per la prima volta l’anno precedente, proprio per sostituire gli occhi di un suo autoritratto realizzato in pelle animale.
Ed è proprio la Stella che ruota il soggetto e il titolo dell’altra opera esposta. Realizzata nel 1974, si compone di cinque disegni (china su tessuto non tessuto, 60x80 cm cad.), su ognuno dei quali viene raffigurata una stella. Non sono cinque stelle diverse, ma è un’unica stella composta da giavellotti che si intersecano, di cui viene rappresentata la rotazione. Il suo movimento in senso orario viene segnalato da un vettore rosso che ne chiude il perimetro. Il vettore è quello segnato dalla traiettoria di un ipotetico giavellotto, archetipo di un’unità di misura dell’incommensurabile.
L'ingrandimento di alcuni scatti di Mario Cresci che il 22 marzo 1968 fotografò "il Percorso", ci ricordano la performance di Zorio e con lui di Pistoletto Piacentino Nespolo Mondino Boetti Merz Anselmo e Paolini allo studio Arco d'Alibert di Roma invitati da Mara Coccia.
Inaugurazione venerdì 4 marzo ore 18-21
Mara Coccia Associazione per l'Arte Contemporanea (nuova sede)
via del Vantaggio, 46/A - Roma
Orari: 11.30-14.30, 15.30-19.30 - chiuso lunedì e festivi
Ingresso libero