British black one way. I suoi quadri sono visioni costruite attraverso un linguaggio che si muove tra pittura e architettura: vedute metropolitane, prospettive a volo d'uccello, paesaggi urbani, panoramiche. A cura di Francesca Brambilla e Marco Di Capua.
a cura di Francesca Brambilla e Marco Di Capua
Si inaugura sabato 5 marzo alle ore 18.00, negli spazi della Galleria Russo di Roma e mercoledì 16 marzo presso la Galleria Russo-Asso di Quadri di Milano, la mostra “BRITISH BLACK” ONE WAY di Jonathan Guaitamacchi, curata da Francesca Brambilla e Marco Di Capua.
Jonathan Guaitamacchi per l’evento romano di via Alibert, propone opere di grandi, medie e piccole dimensioni, che ripercorrono l’iter dei suoi ultimi lavori: dalle vedute londinesi di Battersea alle suggestioni sudafricane di “the Mother City” sino a quelle dei ghiacciai. Il titolo della mostra “BRITISH BLACK” ONE WAY descrive appieno i tratti salienti della poetica dell’autore: ”…Guaitamacchi lavora sugli opposti: da una parte c’è il nero, il fondo della tela e, dall’altra, il bianco, il quale taglia lo spazio profondo dell’oscurità”.
L’artista crea metafore della realtà fissate sulla tela da un costante bicromatismo, forse una scelta necessaria per lasciarsi invadere dalla dimensione rarefatta e sfumata della memoria: allora dai fumi del ricordo riemergono i luoghi che legano l’artista al territorio inglese e alla cultura anglosassone dalla quale proviene. Le scogliere di Dover, la tangenziale londinese, diventano humus fecondo da cui trarre ispirazione.
I suoi quadri sono visioni costruite attraverso un linguaggio che si muove tra pittura e architettura: vedute metropolitane, prospettive a volo d’uccello, paesaggi urbani, panoramiche.
“Le sue tele, veri e propri progetti architettonici, raccontano la sua visione. Il ricordo è un ricordo fotografico, un progetto fatto di prospettiva, volumi e planimetrie. Immagini che alla fine divengono per sua stessa ammissione astratte, osservate da punti di vista ravvicinati altro non sono che forme geometriche assolutamente scomposte perfettamente inserite dentro una astrazione prospettica. Solo la lontananza ne definisce la visione d’insieme”.
“Tra i primi nell’epoca contemporanea ad affacciarsi al contesto urbano, sulla tela non rappresenta l’espressione totale o meramente architettonica della realtà, ne sprigiona l’essenza, il principio attivo, non racconta il luogo, ma il suo riflesso, la sua metafora, dettaglia e generalizza nel medesimo istante”. (F. Brambilla)
inaugurazione sabato 5 marzo, ore 18.00
Galleria Russo
via Alibert 20, Roma
Orari di apertura: lunedì 16.30-19.30; da martedì a sabato 10.00-19.30.
Ingresso libero