POP Solid
Milano
via Varese, 12
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Massimo Dalla Pola
dal 14/3/2011 al 5/4/2011
lun-ven 10-18

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Massimo Dalla Pola



 
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14/3/2011

Massimo Dalla Pola

POP Solid, Milano

La personale di Dalla Pola, minima anthologica, raccoglie i suoi lavori degli ultimi tre anni che si concentrano intorno ad un tema centrale del pensiero filosofico occidentale, la relazione dell'uomo con l'altro da se'.


comunicato stampa

POP Solid , studio di progettazione multidisciplinare che lavora nell’ambito dell’architettura, interni, design e grafica e che fa della ricerca continua, il filo conduttore di tutte le attività, si impegna anche nell’organizzazione di mostre d’arte, fotografia e design all’interno dello spazio, che attiva così una comunicazione continua con l’esterno.

Martedì 15 marzo 2011, POP Solid inaugura la mostra personale di Massimo Dalla Pola, minima anthologica , che raccoglie i lavori degli ultimi tre anni che si concentrano intorno ad un tema centrale del pensiero filosofico occidentale, la relazione dell'uomo con l’altro da sé. L’artista rileva e mette in scena la relazione che l'uomo ha con l'esistente, con cui nel corso della storia è stato obbligato a confrontarsi, a relazionarsi e a interagire, e con le opere da lui stesso create. Non si può parlare di evoluzione, termine da sempre associato ad un'idea fin troppo ottimista di progresso e miglioramento. Dalla produzione di Dalla Pola si evince invece una sorta di sconfitta e regressione della scienza e della ragione umana. Nelle sue opere però non emerge nessun giudizio e nessuna morale: ciò che possiamo vedere e leggere è una rappresentazione della condizione esistenziale dell'uomo di oggi. Una presa d'atto.

Una riflessione che si manifesta chiaramente nei tre cicli che vediamo esposti presso POP Solid - The bad plants , Zibaldone e A moral zoo .

The bad plants è un ciclo di stampe su PVC che raffigurano piante velenose iperbolicamente ingigantite e innaturalmente semplificate. La grande dimensione, il disegno levigato e glaciale, il supporto che diventa materia stessa delle opere, creano un disagio emozionale, uno spaesamento e un crollo delle certezze. La ricerca affannosa e, in un certo modo, forzata di comunione e di armonia con la natura viene qui ribaltata e, anzi, viene sottolineato come quest'ultima possa essere subdola e pericolosa. Una natura matrigna di leopardiana memoria.

Zibaldone è invece un work in progress, un “grand tour” fotografico attraverso l’Europa urbana, che comprende un gruppo numeroso di scatti digitali sovraesposti, stampati su carta per acquarello. Nei paesaggi ritratti, attraverso l’intervento poderoso della luce, vengono a mancare coordinate visive usuali a favore di una rappresentazione lirico-surreale della realtà. Le città in quanto agglomerato abitativo-produttivo-celebrativo e le sopravvivenze naturali che vi operano, vegetali e animali, bloccate nel tempo di uno scatto in uno stato di totale disorientamento visivo, si manifestano quasi fossero un’allucinazione, spesso iconica e fortemente simbolica.

Si avvicina al ciclo delle "plants" A moral zoo , un'installazione seriale che prende a modello le illustrazioni di un anonimo bestiario tardo medioevale e le traspone in forma di moderni bassorilievi in forex. Sono rappresentate creature del cielo del mare e della terra con vividi tratti antinaturalistici e fortemente espressivi ma raggelati in bianche lastre plastiche lavorate con una fresa industriale. La tradizione popolare e la cultura pre-scientifica si sono occupate della vita animale come specchio della natura umana; al contrario, la scienza moderna ha osservato che quei comportamenti, che si attribuiscono unicamente al genere umano e che trattiamo nell’ambito della morale, sono in realtà patrimonio comune a molte specie del regno animale. Paradossalmente, questo cambio radicale di prospettiva ha trasformato quell’antica esperienza diretta dell’animale (per quanto irrazionale e simpatetica) in un rapporto uomo-bestia ormai innaturale e gerarchico, mediato dalla ragione e dalle conoscenze tecniche, spesso puramente virtuale.

Arianna Beretta

Massimo Dalla Pola è nato nel 1971, vive e lavora tra Milano e la provincia. Nel 2002 esordisce nella project room di Luciano Inga-Pin a Milano; ha partecipato a personali e collettive in Italia e all’estero – Berlino, Londra, Bandirma (Turchia). Dal 2008 espone in mostre personali presso la galleria Allegra Ravizza Art Project di Milano. Nel 2011 ha partecipato ad Artefiera Bologna.
Massimo Dalla Pola, minima anthologica

Inaugurazione martedì 15 marzo dalle ore 19

POP Solid
via Varese, 12 - Milano
orario: lunedì - venerdì 10 - 18
ingresso gratuito

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Massimo Dalla Pola
dal 14/3/2011 al 5/4/2011

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