Quando Amore ferma la Guerra. L'opera dal titolo 'Marte Furibondo Ritenuto da un Amorino', dispersa nei meandri del collezionismo internazionale e nel disinteresse per l'arte del Seicento, viene svelata al pubblico all'interno di un allestimento che segue il movimento della conchiglia di Venere.
a cura di Federica Gasparrini e Maurizio Marini
Il 22 Marzo 2011, alle ore 18,00 la Soprintendenza Speciale per il Patrimonio Storico Artistico ed Etnoantropologico e per il Polo Museale della Città di Roma, diretta da Rossella Vodret in collaborazione con Dionysos Art Fund e Sphaerica, inaugurano la mostra “Il Guercino Ritrovato Quando Amore ferma la Guerra”. L’evento è patrocinato dal Ministero per i Beni Culturali, dalla Presidenza del Consiglio Regionale del Lazio, e dall’Assessorato alle Politiche Culturali e Centro Storico del Comune di Roma. In mostra fino al 12 giugno 2011, l’opera del Guercino dal titolo, “Marte Furibondo Ritenuto da un Amorino”; questo grande quadro, siglato e documentato, è offerto allo studio e alla pubblica fruizione, nella sede che è apparsa la più idonea per esprimere le sue valenze espressive e concettuali, appunto il museo romano di Castel Sant’Angelo. Disperso nei meandri del collezionismo internazionale e nel disinteresse per l’arte del Seicento, viene svelato al pubblico all’interno di una struttura di allestimento che segue il movimento della conchiglia di Venere, e restituisce al contesto una narrazione visiva in divenire, come il Marte che, bandita la guerra, si muove al convegno amoroso.
Il Guercino, mai soprannome fu più errato, è tra i pittori del Seicento, l’Età Barocca, uno dei protagonisti di questo secolo che esaltò al massimo i valori dei sensi: dalla pittura alla musica. Guercino, alias Giovanni Francesco Barbieri (Cento di Ferrara, 1591 – Bologna,1666), al pari di Guido Reni, Lanfranco e Domenichino, è tra i maggiori esponenti di quella “Scuola Bolognese” concepita quale asse di rinnovamento della pittura contemporanea da tempo impantanatasi nella palude stagnante dell’imitazione della Maniera di Michelangelo e Raffaello, puri modelli ormai svuotati da ogni contenuto. Da una parte il fenomeno chiaroscurato e drammatico, della Pittura secondo Natura del Caravaggio, dall’altra la Pittura come Idea di Ludovico, Agostino e soprattutto, Annibale Carracci e dei suoi discepoli, a dare al Barocco la nuova “facies”.
Il Guercino è tra questi mosso dal chiaroscuro fantastico del ferrarese Dosso Dossi, vi modella all’interno forme e colori coi quali, prescelto dal conterraneo papa Gregorio XV, dal 1621 al 1623,quando il pontefice muore, il Guercino anima altari e superfici murarie di Roma, celeberrimo il Casino Boncompagni Ludovisi, detto l’Aurora” dall’affresco che l’artista esegue in concorrenza ideale con l’analogo tema affrescato dal Reni in Palazzo Rospigliosi. Il Marte ritrovato è tuttavia, pertinente a una fase più matura, rimanendo nel suo studio bolognese fino alla fine. Nondimeno il messaggio del Guercino vi è impresso nella più totale compiutezza. La grande figura armata, del dio della guerra si staglia su uno sfondo di cielo offuscato dai fumi delle polveri esplose. Tuttavia il corpo possente, esaltato dai lustri del petto e dai cosciali d’acciaio, si muove dinamicamente verso un invisibile Venere. Sicchè sullo sfondo di un ideale Castel Sant’Angelo un Amorino s’ingegna a distruggere un cannone, strumento di guerra e di morte che si vuole bandire.
Testi Scientifici di Federica Gasparrini, Maurizio Marini e Giuseppe Ussani d’Escobar
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Inaugurazione 22 marzo ore 18
Conferenza stampa Sala Paolina 22 marzo ore 11,30
Castel sant'angelo
Lungotevere Castello, 50 00186 - Roma
Orari: martedi – domenica 9.00 – 19.00
Ingresso euro 8,00 (dal 19 aprile euro 8,30)