Tutto il lavoro dell'artista si concentra sulle possibilita' costruttive della forma, esperienze plastiche che rimandano alle utopie e alle contraddizioni dell'Avanguardia: il Suprematismo e il Costruttivismo russi e il Neoplasticismo olandese. La mostra, allestita sui due piani della Fondazione, presenta un ciclo molto importante della biografia artistica di Pardi dedicato alle Diagonali della fine degli anni '70 e una serie di nuove opere del 2010 -2011.
La Fondazione Marconi martedì 29 marzo presenta la mostra Inediti 1977 -1979 e opere recenti 2010 - 2011 di Gianfranco Pardi.
A partire dalla fine degli anni ’60 l’artista ha iniziato una sua riflessione sull’architettura, attraverso un lavoro che si colloca sempre nel contesto dell’arte, “una libera immersione in quel territorio che all’architettura sta intorno” (G. M. Accame), dapprima con raffigurazioni di interni ed esterni architettonici, successivamente con lavori chiamati appunto “architetture”.
Quando lavoro attorno a un proble ma specifico che chiamo “architettura”, so di non parlare della architettura e so che il mio lavoro non agisce nel senso di produrre una sorta di astratta architettura. Eppure tutto il mio lavoro, da tempo, si istituisce espressamente attorno al senso di questo problema. G. PARDI
Tutto il lavoro di Pardi si concentra sulle possibilità costruttive della forma, esperienze plastiche che rimandano chiaramente alle utopie e alle contraddizioni dell’avanguardia: il Suprematismo e il Costruttivismo russi e il Neoplasticismo olandese. La rilettura di Malevic, Tatlin, Lisicskij, protagonisti di quei movimenti, gli permette di cogliere gli elementi ancora vitali di quelle esperienze artistiche.
La mostra, allestita sui due piani della Fondazione Marconi, presenta al pubblico un ciclo molto importante della biografia artistica di Pardi, dedicato alle Diagonali della fine degli anni settanta e una serie d i nuovi lavori del 2010 -2011.
Il titolo della mostra è stato scelto perchè sia le Diagonali che i lavori piu’ recenti sono presentati qui per la prima volta. Le Diagonali sono tele e disegni nati per una mostra nel 1978 ma allora Pardi, che aveva cominciato un nuovo ciclo di opere, preferì esporre solo le ultimissime. Ora dopo 33 anni queste opere escono dal deposito e vengono esposte a fianco dei lavori piu’ recenti.
A proposito delle Diagonali dice l’artista: tutti questi quadri hanno in comune, insieme al titolo, “Diagonale”, una specie di trama predisposta – un sistema appunto di intersecazioni diagonali – come una griglia topografica sulla superficie della tela, aperta a differenti soluzioni di percorso.
In queste opere, attr averso la disarticolazione degli elementi viene decostruita non solo l’immagine stessa ma anche la percezione dello spazio.
Al secondo piano sono esposti i lavori più recenti, realizzati tutti tra il 2010 e il 2011: non si tratta di quadri astratti, nonostante la sola presenza di elementi geometrici. Pardi ricerca sempre una figura. La figura è sempre leggermente ruotata rispetto alla tela, in modo che il supporto non diventi un limite per la figura e che questa possa così mantenere una sua autonomia anche rispetto allo spazio.
Realizzati tutti su tela grezza, con acrilici molto fluidi in modo che la superficie non venga mai coperta del tutto dal colore. I colori che ricorrono sono i grigi, i blu, i neri, i gialli, mai colori che rimandano al naturalismo come il verde e il rosso.
Per l’occasione sarà pubblicato il Quaderno della Fondazione n. 5, una pubblicazione che raccoglie immagini delle opere esposte, fotografie, con testi di Gianfranco Pardi e Federico Sardella.
Gianfranco Pardi nasce nel 1933 a Milano. Dopo le prime prove all’insegna di una figurazione oggettualizzata dalle tonalità neometafisiche imposta una ricerca sullo spazio e sulla progettualità costruttiva che dà vita ad opere di grande rigore formale, caratterizzate dall’integrazione di disegno, pittura e scultura in una dimensione spaziale di respiro architettonico. Nel 1967 inizia il rapporto di collaborazione con lo Studio Marconi, e negli anni seguenti si dedica allo sviluppo di opere rigorosamente geometriche come i Terrazzi, le Architetture, le Diagonali e le Absidi, che scaturiscono da una personale rielaborazione del neoplasticismo, del suprematismo e del costruttivismo storico. Nella seconda metà degli anni ottanta la conquista dell’equilibrio formale si arricchisce di una nuova tensione e le sue composizioni acquistano una dimensione più lirica. Nei primi anni novanta nasce la serie della Montagna Sainte-Victoire, ispirata al noto ciclo di Cézanne e accompagnata da un testo dell’artista. Seguono i Confini, i Ferri, e le serie intitolate Nagima, Box e Homeless. L’artista vive e lavora a Milano.
Tra le principali mostre personali: 2006, Fondazione Marconi, Milano; Galleria Fumagalli, Bergamo (2006, 2004, 2002, 1999, 1996, 1994); Giò Marconi, Milano (2008, 2003, 2000, 1998, 1991); 1999, Frankfurter Kunstverein, Francoforte, Museum Bochum, Bochum e Kulturhistorisches Museum, Stralsund; 1998, Palazzo Reale, Milano; 1991, Galleria Arct actuel, Liegi; 1990, Galleria Plurima, Udine; 1989, Galleria La Chiocciola, Padova; 1987, Galleria L’Isola, Roma; Studio Marconi, Milano (1987, 1985, 1983, 1981, 1976, 1972, 1970, 1967); 1986, Sala alla XLII Biennale di Venezia e Quadriennale di Roma; G alleria Comunale di Arte Contemporanea di Arezzo; 1984, CSAC – Centro Studi e Archivio della Comunicazione Università di Parma; 1982, Wirtz Gallery, San Francisco; 1979, Galleria Plurima, Udine; 1975, Galerie Rencontres, Parigi; Studio G7 Bologna; 1974, Galleria Il Triangolo e Università di Pescara; 1972, Galerie Foncke, Gand (1972, 1969); 1970, Salone Annunciata, Milano.
Tra le principali mostre collettive: 2008, Pittura aniconica, Mantova; 2005, La scultura italiana del XX secolo, Fondazione Arnaldo Pomodoro; 2002, Drawings for sculpture, Patriothall, Edimburgo; 1988, Die Andere Richtung der Kunst, Du Montkunsthalle, Colonia; 1992, Presenze d’arte in Italia oggi tra cose e natura, Triennale, Milano; 1991, III Biennale di Scultura, Montecarlo; 1990, Italian Contemporary Art, Taiwan Museum of Art; 1989, Dieci anni di acquisizioni 1979/1989, PAC Milano; 1988, Artisti italiani contemporanei, Palazzo dell&rsqu o;Arte, Mosca; Astratta- Secessioni astratte in Italia dal dopoguerra al 1990, Palazzo Forti, Verona e Permanente, Milano; 1987, Les Peintres d’Europe, Strasburgo (itinerante); 1986, XVII Triennale, Milano; 1982, Arte italiana 1960/1980, Palazzo delle Esposizioni, Roma; 1971, 10 Artistas italianos, Museo d’Arte Moderna, Città del Messico; Italian Art, David Hendrics Gallery, Dublin e Arts Council of Northern Ireland, Belfast; 1970, Neue Italianische Kunst, Rolandseck, Internazionale Kunstmesse, Basel; III Salon International des Galeries Pilotes, Lausanne; Studio Marconi at Felix Landau Gallery, Los Angeles; 1969, Salon de Mai, Paris; Bequest Exhibition, The Power Institute of Fine Arts, Sidney; Aspekte aus italien, Innsbruck-Wien; 1968, Salon de la jeune peinture, Paris; 1967, Zoom, Galerie Blumenthal, Parigi; 1965, La figuration narrative dans l’art contemporain, Parigi; Alternative Attuali, L’Aquila.
Grand i sculture: 2006, Danza, Piazza Amendola, Milano (esterno); 2003, Sheet, Promatech, Begamo (esterno); 2003, Danza, Farmafactoring, Milano(esterno); 2003, Danza Didier, Bruxelles; MAMAC, Maglione, 2002 (esterno), ACF Contract, Bergamo (esterno); Najima, Comune di Tortolì (esterno), 2001, Box, Cascina Mangiagruppa Zeme Lomellina (esterno); 2000, Finestra in cielo, San Donà di Piave (esterno); 1999, Soundtrack, SNAM San Donato Milanese (esterno); 1998, Casa Zanaria, Rue de Bièvre, Parigi; 1996, Nave Costa Victoria, Genova; 1995, Via XX Settembre, Roma (esterno); 1988, Albergo Bellevue, Malcesine (esterno)
Ufficio stampa: Cristina Pariset tel. 02-4812584 fax 02 4812486
cell 348-5109589 cristina.pariset@libero.it
Inaugurazione: 29 marzo 2011 ore 19
Fondazione Marconi Arte Moderna e Contemporanea
Via Tadino, 15, 20124 Milano
Orari: martedì - sabato h 10,30 - 12,30 e 15,30 - 19
Ingresso gratuito