In mostra una selezione di venti opere tra dipinti e disegni realizzate dall'artista fra gli Anni Quaranta e gli Anni Ottanta. Nell'esposizione, curata da Carlo Adelio Galimberti, sono proposti alcuni fra i soggetti piu' amati dall'artista: gli 'Autoritratti', le 'Osterie', gli 'Arlecchini', le 'Serenate' e le 'Nature morte'.
a cura di Carlo Adelio Galimberti
Nel centenario della nascita dell’artista Walter Pozzi, la Provincia di Milano, la Galleria Ponte Rosso di Milano e la figlia Gemma Pozzi presentano una selezione di venti opere (dipinti e disegni) realizzate dall’artista fra gli Anni Quaranta e gli Anni Ottanta. Nella mostra, curata da Carlo Adelio Galimberti, sono esposti alcuni fra i soggetti più amati dall’artista: gli “Autoritratti”, le “Osterie”, gli “Arlecchini”, le “Serenate” e le “Nature morte”.
Presentando la mostra, Galimberti scrive, citando Fedro, che «Se ciò che facciamo non è utile, la gloria è priva di senso». Questa affermazione della saggezza classica è stata scelta da Walter Pozzi per rappresentare la propria vita e la sua opera pittorica. Walter Pozzi, dalla nativa Bergamo, approda a Milano in una stagione travagliata come fu quella a cavallo della Seconda Guerra Mondiale, e che nel dopoguerra vide il fiorire di tendenze ed espressività che avevano nell’Astrattismo e nel Realismo i poli divergenti e di successo di una stagione che voleva ripartire.
Ed è proprio a questa rinascita che contribuisce l’iniziativa di Pozzi quando fonda il gruppo de «Il Gatto Nero», dove la migliore intellettualità milanese (Kodra, Carrà, Marotta, Vergani, Buzzati, Parmeggiani ed altri) ritrova la sorgente feconda delle discussioni appassionate che confortano lo sforzo del riprendere a scrivere e a dipingere malgrado in quel tempo, come Pozzi osservava, «le case non avessero più muri per i quadri».
È il periodo in cui Pozzi riprende il ciclo delle “Osterie”, del quale alcuni splendidi esemplari sono in questa mostra. Sono immagini in cui l’artista allinea figure umane che non compiono alcuna impresa, e che nella loro quasi uniforme sagoma esaltano il motivo che le riunisce e che ha il profumo dell’amicizia, il sale del confronto e la vivacità della discussione, dove il vino e la tavola sono la fonte del riflettere e del piacere di vivere.
Una maniera che ha il suo timbro più celebre nella serie degli “Arlecchini”, in cui all’iniziale malinconia tonale della maschera sospinta su deserte spiagge, subentra la vitalità dei timbri cromatici, con una marcata ed inedita intensità tonale. Una maschera, comunque, quasi l’artista ci ricordasse cosa indossiamo ogni giorno nel “recitare” la nostra vita, così come il suo costume variopinto ci dice della nostra multiforme e variegata ricchezza umana.
"I dipinti di Walter Pozzi ci restituiscono l'immagine, ma soprattutto la memoria, di una Milano che nel Dopoguerra confermò il suo primato di città dove l'elaborazione delle idee ha sempre avuto precedenza su tutto, anche sul dinamismo del fare che storicamente l'ha connotata" - spiega Novo Umberto Maerna, Vice Presidente e Assessore alla Cultura della Provincia di Milano - Pozzi ci comunica e trasmette anche un valore fondamentale, l'umanità. Quell'umanità immortalata nelle sue tele, capace di testimoniare tensione ideale e desiderio di produrre cultura, non solo per se stessi, quanto per la comunità alla quale si sente di appartenere. Ancora una volta, in definitiva, - conclude Maerna - l'Assessorato alla Cultura si distingue per una proposta incentrata su valori e idee".
Walter Pozzi nasce a Bergamo il 7 luglio 1911. Nel 1932 si trasferisce a Milano con la famiglia. Viene avviato alla pittura dal pittore bergamasco Giulio Vito Musitelli e frequenta, a Milano, lo studio del pittore Ermenegildo Agazzi.
Nel 1939 fonda il gruppo “La Rotonda” con cui organizza mostre collettive a Milano e a Genova, alle quali aderiscono alcuni fra gli artisti italiani più significativi del momento.
Nel 1945, in Via Senato a Milano, dà vita al Gruppo del “Gatto Nero” le cui iniziative imprimono alla vita artistica milanese e non solo, per un decennio, nuovi orientamenti e nuovi modi di proporre cultura all’opinione pubblica.
Partecipa a importanti manifestazioni artistiche italiane e straniere dove riceve premi e riconoscimenti. Sue opere sono esposte in numerose mostre personali in Italia e all’estero (Rio de Janeiro, Goteborg, New York, Pittsburg). Il Comune di Milano, nel 1975, gli dedica un’importante mostra antologica a Palazzo Reale - Sala delle Cariatidi. Muore a Milano il 30 settembre 1989.
Mostra promossa da Provincia di Milano/Assessorato alla cultura
in collaborazione con la Galleria Ponte Rosso
Ufficio stampa: Provincia di Milano/Cultura, tel.0277406358/6359
p.merisio@provincia.milano.it; m.piccardi@provincia.milano.it
Addetto stampa Assessore, tel. 02/77406386 - f.provera@provincia.milano.it
Inaugurazione giovedì 31 marzo, ore 18
Foyer di Spazio Oberdan
Viale Vittorio Veneto 2, Milano
orari: da mercoledì a domenica 10-23 - lunedì e martedì 10-19.30
ingresso libero