Imperfetto - Impossibile. Una doppia personale realizzata nell'ambito della rassegna d'arte contemporanea 'Ricordi ancestrali: Le identita' nascoste', un progetto dedicato al tema delle maschere e quindi strettamente legata all'importanza dell'identita' nella societa' contemporanea.
Inaugura venerdì 1 aprile alle ore 19,00 presso la galleria d’arte Cell63 Art Gallery a Berlino la mostra fotografica e video artistica “imPERFETTO – imPOSSIBILE”, una doppia personale realizzata dall’artista ferrarese Massimo Festi e della cagliaritana Francesca Randi, curata da Erica Olmetto. Parte fondamentale della rassegna d’arte contemporanea “Ricordi ancestrali: Le identità nascoste”, Imperfetto - Impossibile (visitabile fino al 30 aprile 2011), è un progetto che ha visto coinvolte nel 2010 la galleria La Bacheca di Cagliari, la galleria Blublauer di Alghero, il Museo Gabriele D’Annunzio di Pescara, la galleria Skin di Brescia e che ora approda alla galleria Cell63 di Berlino.
Rispetto al progetto di tutta la Rassegna, la mostra imPERFETTO – imPOSSIBILE costituisce il motivo conduttore, la parte ispiratrice del tema portante “Le identità nascoste”, un progetto culturale di fondamentale importanza perché aperto al confronto e alla collaborazione con due artisti di diversa provenienza. Nello specifico, un progetto dedicato al tema delle maschere e quindi strettamente legata all’importanza dell’identità nella società contemporanea. L’obiettivo è quello di una mostra itinerante che ha coinvolto più territori e quindi identità diverse con differenti tradizioni antropologiche. Massimo Festi e Francesca Randi propongono un interessante ricerca fotografica che consiste in una nuova interpretazione artistica del vissuto e della simbologia legata alla maschera e all’uomo vicini al nostro “contemporaneo”, con una particolare attenzione, per entrambi, rivolta all’inserimento della figura umana in un contesto talvolta asettico e isolato, talvolta fortemente connotato dalla presenza di elementi storici e pragmatici. All’interno del progetto, per questa occasione berlinese nella galleria Cell63, un video di Francesca Randi “wunderkammer party”che racconta l’ambiguo rapporto che unisce il destino delle figure umane ugualmente mascherate, e la performance di Sara Draghi ispirata alle surreali atmosfere e ai misteriosi personaggi già presenti nelle foto: una bambina con maschera di caprone ingenua e sognante che diventa donna mascherata dalla disillusione con in mano una pistola oramai solo spettatrice di una misteriosa verità nascosta in grado di tessere le fila del gioco.
Dal testo critico in catalogo di Erica Olmetto : “Calati in un mondo fatto di violenza, sesso, imperversato da atteggiamenti anticulturali e conformisti, i personaggi di Massimo Festi sono consapevoli della propria imperfezione, colti dall’esigenza di cercare una sintesi delle problematiche attuali legate all’identità.
Attraverso una maschera/seconda pelle scontati esseri che non aspirano più ad essere dei. Soggetti come realtà imperfette, come superamento dei generi. Alterazioni dell’immaginario collettivo, Nature antropomorfe che non dimenticano il lato animale e razionale dell’uomo e la fisicità dell’esistenza. Come sfogliando una sequenza di immagini che l’occhio scorre in una rivista di moda, anche queste opere sfilano favorendo una lettura seriale del mondo popolato di esseri che manifestano un senso di inquietudine per un presente incerto e un futuro inesistente. I loro profili si stagliano su fondi privi di contesto, asettici, lontani dallo spazio e dal tempo, s’identificano con stereotipi di una vita decadente e alienata, oscillanti tra personalità in equilibrio precario e dissoluto che non sanno dove andranno, cosa saranno e fino a quando saranno in grado di esistere.
Incerto e oscuro si presenta anche lo scenario in cui sono calate le figure riprese da Francesca Randi all’interno di piccoli spazi sontuosamente e anticamente ornati, le sue Wunderkammer.
E’ interessante valutare come il significato comunicato da Francesca Randi nell’opera dedicata al progetto non si identifichi con l’accezione positiva di Camera delle Meraviglie (questo è il significo della parola in Tedesco), patrimonio prezioso, appannaggio solo di alcune famiglie nobili del passato tra il Rinascimento e il periodo neoclassico, ma venga traslato in tutt’altro spettacolare fenomeno: la camera degli orrori. E’ l’emblema metaforico della società contemporanea, la Wunderkammer di Francesca Randi, una festa particolare, Wunderkammer party, che l’artista immagina ospitata nella camera di un collezionista d’altri tempi, quello che noi oggi definiremo l’Antiquario. Attraverso un capovolgimento dei valori, l’artista sceglie ambientazioni che richiamano le antiche camere delle meraviglie, trasformandole in luoghi in cui pervade un’atmosfera che genera un senso di turbamento e dissolutezza. In queste particolari “camere” non si respira l’aria del collezionismo antico, l’edonismo per l’oggetto raro, la particolare conchiglia o la stampa introvabile, tipiche delle Wunderkammer . Le figure fotografate in primo piano sembrano solo apparentemente in sintonia con lo spazio circostante per l’abbigliamento che indossano, in realtà si pongono quasi in antitesi al concetto di Wunderkammer, perché si estraniano dal contesto, sembrano distanti e incuranti del luogo dove pensano solo a mostrarsi. La maschera animale che esibiscono accentua ancora di più l’aspetto fiabesco memore degli antichi bestiari medievali”.
- Erica Olmetto
Ufficio Stampa Dehe.art: tel. 3284328941 –
Info Cell63 Gallery: www.cell63.com
Opening: venerdì 1 aprile 2011 ore 19
Cell63 artgallery
Allerstr 38 - U8 Leinestr - Berlin
Ingresso libero