"Perche' non trasformare la galleria in una sala-soggiorno-galleria-casa dove tutto diventa temporaneo? Non piu' una mostra personale che dura un mese o due, ma un luogo dove tutto cambia".
Temporaneo
agg. [f. -a; pl.m. -ei, f. -ee] che ha durata limitata nel tempo, che non è definitivo.
Temporaneamente avv. per un periodo limitato di tempo; in maniera transitoria
Dal lat. tardo temporaneu(m) ‘tempestivo, precoce’, deriv. di tempus temporis ‘tempo’.
In esposizione opere di: Amadori, Araki, Balena, Barina, Bussola, Catalani, Carrieri,
Collini, De Langes, Hayashi, Isozaki, Nalin, Space, Spica, Selden, I. Sugiyama, Y. Sugiyama, Zorat.
Le gallerie d’arte annoiano… “Inaugurazione quattro bicchieri patatine ciao ciao che bella mostra che bravo veramente interessante”. Poi regna il silenzio rotto di tanto in tanto da qualche visitatore o speculatore d’arte che vuol comperare, a buon prezzo, opere degli anni precedenti o il contemporaneo trendy, emergente, seguendo le tendenze e le mode pilotate e costruite a tavolino dai patron del lusso e dai signori della pubblicità.
Le mostre nelle gallerie si susseguono come maree mensili, ma gli spazi, per lo più salette di museo, ben curate e pulite, rimangono spesso semideserte.
Perché non trasformare la galleria in una sala-soggiorno-galleria-casa dove tutto diventa temporaneo? Non più una mostra personale che dura un mese o due, ma un luogo dove tutto cambia. Se ritorni a rivedere il quadro che ti era piaciuto il giorno prima, non c’è più, al posto di quello puoi trovare una proiezione di un video. Ti siedi sul divano e rimani a guardarlo per quei 5 minuti della tua giornata e poi te ne vai, ma pensi di ritornarvi per vedere cosa ci sarà di nuovo.
Entri, ti siedi a sfogliare un libro d’arte, ascolti una musica che ti fa piacere sentire e mentre sei seduto il tuo sguardo si sofferma nei particolari di un tappeto d’artista dai colori così forti che sembrano tridimensionali.
Temporaneo, non statico, fluido, studiato anche al momento. In un mondo dove si devono presentare progetti, vorrei progettare sempre meno, essere sempre più temporaneo. Se un artista arriva e mi fa vedere un’opera che mi piace, la espongo sostituendola ad un’altra. Vorrei sedermi su quei divani e scoprire anch’io qualche cosa di nuovo. Se serve una parete rossa la dipingiamo di rosso, se vuoi bere un the verde ti siedi, scaldi l’acqua e te lo bevi.
L’arte è temporaneità, quello che passa nella mente, nuvole di pensieri in continua trasformazione. Vorrei eliminare il fastidioso progetto, il calcolo, l’evento programmato, ma fare dello scorrere del tempo e del suo fluire, un evento continuo dove non vi è nulla di definito. Non definito ma non casuale.
Staticità = fine Fluidità = infinito
Con questa mostra avverrà la trasformazione che sarà lenta o veloce secondo i tempi, dove lo spazio-galleria potrà cambiare di settimana in settimana o rimanere senza nulla, temporaneamente, uno spazio vuoto, con le pareti bianche e forse proprio quel giorno sarà il giorno dell’inaugurazione, la gente si incontrerà per incontrarsi e guarderà i muri bianchi, ascolterà una musica o una voce che gli racconterà la storia dei quadri che erano stati esposti su quelle pareti, o di quelle opere che tra breve vi saranno appese, forse il giorno dopo, forse tra un mese… Temporaneo.
(Giorgio Cardazzo - marzo 2011)
Inaugurazione: giovedi 14 aprile 2011 dalle ore 18.30
Cardazzo Factory
Via Manzoni 45, Milano
Orario: da martedi a venerdi dalle 11 alle 12.30 e dalle 16.00 alle 19.00
Ingresso libero