La mostra presenta un percorso espositivo di 6 sezioni, ognuna delle quali comunica, attraverso un proprio linguaggio, una profonda percezione dell'esistenza in cui il senso di solitudine e di fragilita' dell'uomo vanno a unirsi al bisogno di comunicazione e di relazione con gli altri esseri umani. In mostra sculture e oggetti prevalentemente di cartone, carta indurita e cemento, e ferro.
a cura di Alessandro Schiavetti
Da sabato 23 aprile al 29 maggio 2011 la Fondazione Culturale Hermann Geiger organizza nella Sala delle Esposizioni, Corso Matteotti 47, Cecina ( Livorno), la mostra “Liz Gherer. L’uomo fra influssi e cambiamenti” di Liz Gehrer curata da Alessandro Schiavetti. La Gehrer è una artista svizzera nata a San Gallo dove tuttora vive, che privilegia sculture e oggetti (prevalentemente di cartone, di carta indurita e di cemento, spesso insieme con ferro) e ha al suo attivo numerose mostre personali e collettive in Svizzera, Belgio, Austria, Germania e Italia. Il suo punto di partenza è la carta che va ad abbracciare gli scheletri di ferro delle figure umane modellate in maniera astratta, riducendole ad una testa, ad un tronco, ad una massa indistinta di membra in cui è accentuata la linea verticale, andando così ad esprimere, in modo corporeo, le tematiche prioritarie delle sue opere: la vulnerabilità e, allo stesso tempo, la forza dell’uomo e delle sue relazioni. Oltre a queste produzioni Liz Gehrer riesce a plasmare assoggettando questo materiale alla realizzazione dell’idea, ma anche attraverso la realizzazione di grandi installazioni.
La mostra di Cecina presenta un percorso espositivo di 6 sezioni, ognuna delle quali comunica, attraverso un proprio linguaggio, una profonda percezione dell’esistenza in cui il senso di solitudine, di fragilità e di transitorietà dell’uomo vanno a unirsi al bisogno di comunicazione e di relazione che l’uomo necessità di instaurare con gli altri esseri umani. Dal labirinto di grate di ferro arrugginite sulle quali sono state modellate, con il cartone, figure umane dalla filiforme e slanciata silhouette, alle grandi installazioni “Beflügelt” (Alato): una composizione di ali bianche sospese in aria tramite fili di nylon ci comunica sia un senso di grandiosità, sia di leggerezza, sia di fragilità. La visione dell’opera cambia a seconda del punto di vista, di dove ci fermiamo ad osservarla, la sensazione è quella di assistere ad un lieve e inafferrabile volo. Poi una serie di sculture che Liz Gehrer ha creato donando ad anime di ferro una silhouette umana con il semplice uso di carta, colla e gesso che raccontano la vita vissuta dall’uomo: il cartone infatti non è liscio ma è rugoso, ruvido e ricco di solchi e di strappi, a dimostrazione dell’ambiguità e dell’enigmaticità dei rapporti umani.
Una parte della mostra è dedicata a collages di grandi dimensioni, che in origine erano semplicemente poster di bellissime ragazze utilizzati dalle case di moda per la loro pubblicità: Liz Gehrer rielabora e trasforma queste immagini con il linguaggio che lei usa per parlarci di come l’essere umano affronta la vita e il tempo, un tema che Liz propone anche con l’installazione “Ins Gras Beissen” (letteralmente “addentare l’erba”, un eufemismo per “morire”). L’artista ha steso sulla terra del suo giardino un grande poster pubblicitario raffigurante il volto di una affascinante e giovane donna e ha praticato dei tagli sulla superficie dai quali, con il passare del tempo, il volto scompare sotto ad un soffice e verde manto erboso. Liz Gehrer ha fotografato di volta in volta i cambiamenti che la natura ha prodotto sulla fisionomia della donna: sulle 19 stampe allestite nella sala espositiva (e anche su più monitor sul quale queste immagini scorrono invece come un video) è possibile seguire questo percorso di trasformazione che simboleggia come la bellezza così come tutta la nostra vita, sia transitoria e fuggente. L’ultima installazione si intitola “Filtro per polveri sottili” dove 10 tute bianche sono distese a terra, gonfiate con l’aria emessa da alcuni phon, si trasformano in uomini che, respirando, diventano in realtà filtri per polveri sottili mentre vengono osservati, con sguardo quasi divertito, dalla gigantografia del volto di una bellissima ragazza.
“L’uomo di Liz Gehrer – spiega il curatore Alessandro Schiavetti - è un uomo dell’attimo, nell'estendersi del suo tempo. Con la sua arte la Gehrer desidera mostrare una visione insolita, una percezione particolare delle questioni di ogni giorno poiché, diversamente da quello che appare alla maggior parte delle persone, è la quotidianità che risulta essere degna di nota, è nell’ordinario che si nasconde lo straordinario; i temi che pertanto affronta - aggiunge – sono ad esempio i rapporti tra gli esseri umani, l’ambiente e la natura, la nostra esposizione al flusso delle informazioni, la possibilità e l’assenza di legami tra gli uomini”. All’interno del percorso espositivo saranno presenti altre due postazioni dove saranno proiettati dei video mentre tutte le fotografie delle opere della Gehrer e i video documentaristici e non, sono a cura di Valentina Ragozzino.
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Inaugurazione sabato 23 aprile, ore 18
Fondazione Geiger, Sala delle Esposizioni
Corso Matteotti 47, Cecina (Li)
Apertura: dal martedì alla domenica dalle 16 alle 20. Chiuso il lunedì
Ingresso libero