La mostra, pensata in stretta collaborazione con l'artista, presenta lavori selezionati, molti dei quali 'storici' e rari, che esemplificano alcuni temi centrali della sua ricerca. L'attivita' artistica di Biasi si sviluppa all'insegna dell'indagine percettiva, attraverso cicli di lavori che affrontano poeticamente e scientificamente problemi legati alla visione.
a cura di Marco Meneguzzo
La figura artistica di Alberto Biasi è una delle più coerenti e autorevoli nel campo
di quella che in Italia è stata definita “arte programmata”, e altrove “optical
art”, o che viene anche qualificata sotto il termine di “cinetica”.
Dal 1959, quando il giovanissimo Biasi formava il Gruppo Ennea a Padova con Manfredo
Massironi, Gaetano Pesce e altri sei coetanei studenti di architettura -
successivamente Gruppo N con Massironi, Landi, Chiggio e Costa - ad oggi, la sua
attività artistica si è mossa costantemente all’insegna dell’indagine percettiva,
attraverso cicli di lavori, ciascuno dei quali ha affrontato poeticamente e
scientificamente alcuni problemi legati alla visione.
Dalle prime “trame” alle
famosissime “torsioni” (molte delle quali firmate collettivamente dal gruppo), dai
“light prisms” agli “ottico-dinamici”, l’attività di Biasi si è infatti dispiegata
attorno ai concetti di cinetismo ottico, cioè di un movimento che si produce nella
mente di chi guarda grazie alle sollecitazioni messe in atto dalla forme scelte
dall’artista.
In questo senso, il lavoro di Biasi appartiene alla grande stagione della Modernità
e delle neoavanguardie, ed è coevo – se non addirittura antecedente – alle
esperienze gestaltiche europee, soprattutto francesi e tedesche, mentre è certamente
in anticipo sulla cosiddetta “Op Art” americana: di più, la volontà iniziale di
operare in gruppo, il desiderio di rendere “misurabile” la percezione, l’anelito a
fare dell’opera d’arte un sistema percettivo universale aggiungono alla sua opera –
e a poche altre di quegli anni – una valenza utopica che la rende ancor più
emblematica di un mondo di valori legati alla costruzione di un modello di
percezione del mondo, di cui la percezione gestaltica era una sorta di metafora, una
prova linguisticamente settoriale di come avrebbe potuto e dovuto essere il nuovo
orizzonte artistico e umano.
La mostra, pensata in stretta collaborazione con Alberto Biasi, presenta lavori
selezionatissimi – molti dei quali “storici” e dunque rari - che esemplificano
alcuni temi centrali della sua ricerca, portati avanti con continuità per quasi
mezzo secolo: ad alcune “Trame” del 1959 sono affiancati i “Light Prisms” del
1965-67, ( e il lavoro sulla luce è rappresentato anche da una proiezione di texture
il cui primo prototipo è del 1961), mentre la ricerca più propriamente percettiva
iniziata con le “torsioni” – di cui è esposta un’opera risalente agli anni Sessanta,
oltre ad altre più recenti – si completa nei cosiddetti lavori “ottico-dinamici”, il
cui sviluppo è ancora in corso, e di cui sono presenti ben tre esemplari scelti
dall’artista tra i più significativi.
(Marco Meneguzzo)
Alberto Biasi, nato a Padova il 2 giugno 1937, inizia l'attività di pittore e
scultore nel 1959.
Nel 1960 Biasi forma il Gruppo N e nel 1961 è fra i promotori del movimento europeo
Nuove Tendenze, nel '62 fra i fondatori di Arte Programmata.
In quel periodo lavora collettivamente e firma Gruppo N opere come le "trame", i
"rilievi ottico-dinamici"ottenuti per sovrapposizioni di strutture lamellari, le
"forme dinamiche"ottenute per torsioni, le “fotoriflessioni”in movimento reale, gli
“ambienti” a percezione instabile.
Dopo lo scioglimento del Gruppo N "si riscopre solista" e inizia a lavorare sulle
forme e spazialità cangianti e sui movimenti armonici realizzando un numero
consistente di opere dal titolo "politipo". Negli anni settanta abbina elementi
lamellari in torsione e parti in movimento reale, mentre intorno agli ottanta e
novanta arricchisce ulteriormente i “politipi” con inserimenti di forme e cromatismi
di forte suggestione figurale. In questi ultimi, per contrasto tra la plasticità
cangiante del minirilievo e la bidimensionalità della pittura, le nuove immagini
vivono con e per chi le guarda e appaiono evocative di un continuo divenire.
Nel 1988 una sua antologica al Museo Civico agli Eremitani di Padova ha raggiunto
un'affluenza di 42.000 visitatori.
Importante l’ultima evoluzione del suo lavoro: nel passaggio del 2000 Biasi elabora
una sintesi delle ricerche precedenti e crea gli “assemblaggi”, soprattutto dittici
e trittici prevalentemente monocromatici, d’impressionante effetto plastico e
coloristico.
Grande successo ha riscosso nel 2006 l’esposizione di trenta sue opere storiche
nelle Sale dell’Hermitage di San Pietroburgo.
Oltre a dodici esposizioni con il Gruppo N, Biasi ha allestito più di cento
esposizioni personali, delle quali alcune recenti in sedi prestigiose quali il
Palazzo Ducale di Urbino, la Casa del Mantegna a Mantova, il Wigner Institute di
Erice, il Museo della Cattedrale di Barcellona, il Palazzo dei Priori a Perugia, il
Museo Nazionale di Villa Pisani e ultima, in ordine di tempo, la Galleria Nazionale
di Praga.
Ha inoltre partecipato a quasi cinquecento collettive, fra cui la XXXII e la XLII
Biennale di Venezia, la XI Biennale di San Paolo, la X, XI e XIV Quadriennale di
Roma e le più note Biennali della grafica, ottenendo numerosi e importanti
riconoscimenti.
Sue opere si trovano al Modern Art Museum di New York, alla Galleria Nazionale di
Roma e nei Musei di Belgrado, Bolzano, Bratislava, Buenos Aires, Ciudad Bolivar,
Epinal, Gallarate, Guayaquil, Hermitage di San Pietroburgo, Livorno, Lodz,
Ljubljana, Middletown, Padova, Praga, Rovereto, San Francisco, Saint Louis, Tokio,
Torino, Ulm, Venezia, Wroclaw, Zagabria ed in numerose collezioni italiane e
straniere.
Inaugurazione: giovedì 5 maggio 2011 alle 18.00, in presenza dell’artista
Allegra Ravizza Art Project
via Gorani 8, Milano
Orari: dal lunedì al venerdì 11.30 - 19.00,
sabato su appuntamento
Ingresso libero