I have seen this place before. In galleria e' presentato il percorso tra arte e geopolitica dell'artista napoletano: The Morocco Affair raccoglie 82 ritratti di case marocchine, mentre il video Sao Paulo Citytellers ha come soggetto la citta' laboratorio del futuro. Sono anche in mostra alcune fotografie da What we want, la serie alla quale Jodice lavora dal 1998. Durante l'inaugurazione un gruppo di bambini trascrivera' sui muri della galleria brevi testi inerenti alle opere.
a cura di Angela Madesani
l 23 maggio inaugura alla Galleria Artra la mostra personale di Francesco Jodice. In galleria è presentato il percorso tra arte e geopolitica dell’artista napoletano (1967), che da anni vive a Milano. Nella parte principale dello spazio saranno in mostra alcune fotografie da What we want, la serie alla quale Jodice lavora dal 1998. Nelle altre zone della galleria sono i video, proposti all’interno di televisori, The Morocco Affair e un capitolo tratto dal film Sao Paulo Citytellers. La mostra è a cura di Angela Madesani, che è anche curatrice del nuovo libro di Francesco Jodice, I have seen this place before (Dalai editore).
The Morocco Affair (film, 22’min.,Oujda 2004) raccoglie ottantadue ritratti di case marocchine. Il progetto è stato realizzato nella periferia della città di Oujda, trenta chilometri all'interno della costa africana sul Mediterraneo ai confini con l'Algeria. Il film è stato girato nelle notti comprese tral il 17 ed il 23 marzo 2004 con riprese ad infrarossi, una settimana dopo gli attentati nelle stazioni ferroviarie di Madrid. Le ottantadue abitazioni appartengono prevalentemente ad MRE (Marocains Résidants à l'Etranger), provenienti perlopiù da Belgio, Germania, Olanda, Francia e Spagna. Si tratta di abitazioni estive o di seconde case, costruite dai proprietari con i proventi del lavoro svolto nei diversi paesi europei di emigrazione.
Sao Paulo Citytellers (film, 48min, HDV) ha come soggetto Sao Paulo, la città laboratorio del futuro, uno dei possibili prototipi del concetto di postmodernità. Nel film si alternano diverse storie e casi-studio legati a fenomeni di auto-organizzazione, girati con uno stile che combina i fatti documentati ad uno forma narrativa di taglio cinematografico. Il progetto, durato dieci mesi, è frutto della ricerca site-specific realizzata da un network di antropologi, artisti, sociologi, urbanisti e film-maker appositamente selezionato da Jodice. Per il vernissage della 27ª Biennale di Sao Paulo (How to leave together), Sao Paulo Citytellers è stato presentato contemporaneamente nello spazio espositivo in forma di video-installazione e nella televisione nazionale brasiliana in forma di documentario. Con questa operazione di "vasi comunicanti" l'opera divene fruibile simultaneamente al ristretto pubblico della vernice e ad un pubblico più ampio e differenziato, innescando così un processo di verifica sulla vasta fruibilità dell'opera d'arte e la sua futura veicolazione attraverso diverse "geografie dell'esposizione" tra le quali il medium televisivo.
Al termine del percorso espositivo, pensato in una chiave di raccolta di frammenti di geopolitica, è la prima immagine del nuovo progetto At the end of the world.
Il giorno dell’inaugurazione un gruppo di bambini trascriverà sui muri della galleria, brevi testi di geopolitica legati alle opere del progetto What We Want. Si tratta del tentativo di rendere leggibili e comprensibili, anche da un bambino, i testi di geopoloitica che presentano complesse tematiche strettamente legate alla nostra contemporaneità.
Francesco Jodice (Napoli,1967) nel 1996 si laurea in Architettura. Ha partecipato a numerose mostre internazionali tra cui: Documenta, Kassel; La Biennale di Venezia; Bienal de São Paulo; Liverpool Biennial; ICP Triennial of Photography and Video New York. Ha esposto i suoi lavori presso: Tate Modern, Londra; Reina Sofia, Madrid; Castello di Rivoli, Torino; Maison Européenne de la Photographie, Parigi; Bard College, New York; MAMbo, Bologna. Nel 2000 è co-fondatore di Multiplicity, un network internazionale di artisti e architetti. Nel 2004 viene nominato Professore di “Teoria e Pratica dell’Immagine Tecnologica” alla Facoltà di Arte e Design dell’Università di Bolzano e nel 2005 Professore di “Antropologia Urbana Visuale” presso Naba (Nuova Accademia di Belle Arti) di Milano. Nel 2008 riceve l’incarico dalle UN per realizzare un cortometraggio in occasione del 60° anniversario della Dichiarazione Universale dei Diritti Umani.
Immagine: At the end of the world, 2011
Inaugurazione 23 maggio, ore 18.30
Galleria Artra
via Burlamacchi, 1 Milano
orario: mart-sab 10.30-13/15-19
ingresso libero