Galleria Totem - Il Canale
Venezia
via Accademia, 878
041 5223641 FAX 041 943158
WEB
Franz Beer
dal 27/5/2011 al 11/7/2011
10-13, 15-19

Segnalato da

Galleria Totem - il canale



approfondimenti

Franz Beer



 
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27/5/2011

Franz Beer

Galleria Totem - Il Canale, Venezia

Particolarita' dell'artista e' creare superfici che appaiono pittoriche, ma tuttavia, sono virtuali perche' esistono solo tramite gli occhi che le osservano. Si tratta di opere in cui l'esperienza tattile e' l'esatto opposto di quella ottica.


comunicato stampa

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Opere recenti

Il risultato particolare della tecnica di Franz Beer è di creare delle superfici che appaiono pittoriche e tuttavia sono virtuali perché esistono solo tramite gli occhi che le osservano. Le superfici reali sono crepate, spigolose, crostose e rupestri, e la loro esperienza tattile è l’esatto opposto di quella ottica.

Col mutare della luce (del giorno) questi “materiali”, che in realtà sono oggetti da parete, sviluppano un gioco di colori camaleontico, che non è riproducibile. La luce cangiante ha un ruolo essenziale nell’esperienza sensoriale di questi lavori.

Pertanto è solo al primo sguardo che l’opera di Franz Beer sembra eludere il pittorico e mettere in primo piano la plasticità del materiale, la sua vera materialità. Nei collage la testura grafica più volte interrotta crea un effetto pittorico. Un filato sottilmente tracciato sembra diventare un dipinto. Dove vengono introdotti elementi simbolici, dove in questo astratto linguaggio artistico appaiono tracce rappresentative dell’essere umano, anche a queste viene data forma plastica – fessure si aprono, dalle quali sgorga qualcosa; in buchi che possono allargarsi come nicchie, si intuiscono, si possono tastare più che vedere concretamente delle forme falliche o vegetali (interpretabili forse al femminile?). Sfumature cromatiche rendono possibili la mutazione ottica della spazialità dei “quadri”.

Il mondo visivo-tattile che Franz Beer misura con la sua opera, deve essere sembrato lontano a lui stesso negli anni di gioventù. “Ciclo di un mondo lontano” ha intitolato la sua seconda esposizione veneziana nel 1958. Nel corso dei decenni, questo mondo si è avvicinato sempre di più all’artista stesso, ai suoi molti amatori, collezionisti e conoscitori. E di nuovo dispiega davanti ai nostri occhi, cose mai prese prima come vere, in molte lingue, con innumerevoli sfaccettature: 2011, un mondo lontano, so close, maintenant.

Peter Zawrel
(Traduzione Luciana Simoli)

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Recent Works

The particular effect of Beer’s technique is to create surfaces that seem like paintings but are virtual, because they only exist in the eye of the beholder. The actual surfaces are cracked, rough-edged, scabby, and crusty and their haptical experience is totally opposite to their optical one. In the changing (day-)light, these “paintings” that are actually wall objects, develop a chameleon-like play of colours that cannot be reproduced. The changing light plays an indispensable role in the sensual experience of these works.

Hence, it is only at first glance that the work of Franz Beer seems to avoid painting and push the three dimensional quality of the material, its very materiality, to the foreground. In the collages a graphic texture many times broken creates the effect of painting. A gossamer-like drawing leads to a seemingly painted surface. Where symbolical elements are introduced, where cipher-like traces of the human being appear in this abstract language of art, these are also formed plastically – gaps open up from which something wells out; in deepenings that can widen to niches, phallic or vegetable forms (could they be interpreted as female?) are more easily imagined, made out by touch than actually realized in concrete terms. Nuances of colour optically create spatial effects in the “pictures”.

The visual-haptical world that Franz Beer measures with his work, may have seemed far to him in his youth. ”Ciclo d’un mondo lontano” he called his exhibition in 1958, his second one in Venice. Over the decades this world has come closer and closer to him as to many admirers, collectors, and connoisseurs. And again and again something never realized as true is being displayed in front of our eyes, in many languages, in uncountable facets: 2011, un mondo lontano, so close, maintenant.

Peter Zawrel
(translation Marlis Schleissner-Beer).

Inaugurazione: sabato 28 maggio, ore 18.30

Galleria Totem - Il Canale
Via Accademia 878/B Venezia
Orario 10-13, 15-19
Ingresso gratuito

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