Never Off. In mostra una serie di nuovi lavori realizzati con il neon che hanno come tema la luce, metafora dell'intelletto. Si tratta di 4 gruppi di opere che, pur distinti sul piano formale, creano un paesaggio mentale ed una scena unitari.
Piercarlo Borgogno in collaborazione con il Museo Pecci Milano
presenta la mostra personale di Massimo Uberti
In occasione di questa mostra Massimo Uberti presenta una serie di nuovi lavori che hanno come tema la luce, metafora dell'intelletto, utilizzando il mezzo con cui ha sviluppato la sua ricerca negli ultimi dieci anni: il neon. Si tratta di quattro gruppi di opere che, pur distinti sul piano formale e linguistico, pensati per la sola stanza dello spazio espositivo, creano una sorta paesaggio mentale ed una scena unitari. L'indagine è condotta sul tema della percezione, dove l'artista afferma la necessità di osservare e vigilare, continuamente, senza sosta né quiete, unica opzione per accedere alle dinamiche del tumultuoso svolgersi degli accadimenti del mondo. Massimo Uberti e Piercarlo Borgogno hanno già collaborato in occasione delle edizioni bolognese (Palazzo Albiroli 2002) e albese (casa di Pinot Gallizio 2005) della rassegna Entr'acte, dove l'artista ha realizzato due installazioni site-specific. Più recente la grande opera Altro Spazio (2010) all'esterno della sede milanese del Museo d'Arte Contemporanea L.Pecci di Prato.
NEVER OFF di Mauro Panzera
Il Chiostro della Magnolia, alle Stelline, in Milano, ancora accoglie un’opera di Massimo Uberti nota come Dreams of a possibile city, in verità la riformulazione di una pianta di città ideale, per l’appunto Sforzinda del Filerete. In quell’opera l’artista declinava in maniera gloriosa e gioiosa una sua poetica, frutto di due decenni di lavoro, i cui capisaldi vanno individuati nella luce quale materiale/energia, nel riferimento costante all’architettura e in una predisposizione naturale per le proiezioni utopiche.
Per questa occasione espositiva, presso lo Spazio di Piercarlo Borgogno qui a Milano, Massimo Uberti ha messo a punto una sorta di visione complessiva in un solo quadro.
Confermando l’uso degli strumenti che hanno caratterizzato il suo percorso artistico, e in particolare la luce al neon, ma come automizzando la loro natura di segno. Uberti con la luce scrive, vale a dire costruisce relazioni con il vocabolario, ma relaziona gli esseri umani stessi, colti negli atteggiamenti quotidiani, seduti intorno ad un tavolo, parlanti seduti su seggiole. La linea di luce è l’asse relazionale, perciò è energia che scorre. L’uomo viene a costituirsi quale riferimento nella medietà della vita, non eroe né figura marginale – retaggi romantici – ma ente universalmente concreto. E forse qui ancora c’è traccia di autentico spirito utopico.
La luce al neon potenzia quindi la sua capacità disegnativa, una modalità già ampiamente percorsa dall’artista con l’indicazione di strumenti domestici; diviene protagonista di uno spazio di luce che da un lato insiste sull’orizzontalità della visione, ma con segnali di verticalizzazione. E quest’asse, per sua natura più spirituale, rinvia al vedere stesso, con questi ingrandimenti di pupille e quell’indicazione quasi ossessiva…mai spenti, mai spenti – come a dire che l’arte ha la funzione di richiamo, di vigilanza, un vedere trasparente, onesto.
Nonostante la complessità nella costruzione dell’immagine, il risultato è compattamente unitario, è la manifestazione di un unico pensiero e ogni punto di vista scelto nello spazio fisico si traduce in una esperienza di ampio respiro. Domina una discrezione rispetto alla relazione col pubblico nel segno del rispetto, un segno di alta civiltà.
Massimo Uberti è nato a Brescia dove vive e lavora. E’ protagonista alla fine degli anni ottanta dell'attività dello Spazio di Via Lazzaro Palazzi a Milano ed è redattore della rivista Tiracorrendo edita dallo stesso gruppo di lavoro. E' attualmente docente di pittura all'Accademia di Belle Arti Santagiulia di Brescia. Oltre alle numerose mostre personali italiane ed estere ha realizzato progetti speciali per la Fondazione Le Stelline a Milano, la sede della Camera di Commercio, il Museo Pecci Milano. Di lui hanno scritto Mauro Panzera, Rachele Ferrario, Bettina Della Casa, Virginia Perz-Ratton, Ludovico Pratesi, Laura Cherubini, Gisella Gellini e Francesco Murano.
Inaugurazione: mercoledì 1 giugno 2011 alle ore 18.00
Spazio Borgogno
Ripa di Porta Ticinese 113, Milano
Orari: martedì- sabato, ore 15-19
Ingresso libero