El hombre y la tierra. Luces y sombras. Burtynsky si confronta da sempre con la natura in trasformazione, e in particolare con l'effetto del 'progresso' umano sul paesaggio. La sua fotografia mostra in modo sorprendente il rapporto tra l'uomo e la terra, legati tra loro a doppio filo.
a cura di Enrica Viganò
La mostra itinerante prosegue dopo il successo della prima tappa milanese presso il CMC. Centro Culturale di Milano
Fin dall’inizio della sua lunga carriera Burtynsky si è sempre confrontato con la natura in trasformazione, e in particolare con l’effetto del “progresso” umano sul paesaggio. Quando da giovane arriva per la prima volta a Toronto Burtynsky rimane così colpito dai possenti grattacieli della city che gli viene subito in mente che quegli enormi solidi, per essere prodotti, dovevano in qualche modo corrispondere a dei buchi di pari dimensione sparsi in chissà quale parte del mondo. Questa visione ha condotto l’artista attraverso i cinque continenti, alla ricerca dell’origine delle cose. Il suo obiettivo si è quindi focalizzato sui grandi giacimenti di minerali, sulle raffinerie di petrolio, sui cantieri di riciclaggio, sulle miniere sterili e sulle cave di estrazione, tutti luoghi al di fuori della nostra normale esperienza, ma i cui frutti popolano la nostra quotidianità.
“Queste mie immagini credo funzionino come specchio riflettente del nostro tempo - dice lo stesso fotografo - sono intese come metafore del dilemma della nostra esistenza moderna, esistenza segnata da un dialogo tra attrazione e repulsione, tra seduzione e paura. Siamo umanamente sempre tesi allo sviluppo, alla possibilità di vivere meglio, eppure siamo anche più o meno consapevoli che per il nostro sviluppo stiamo danneggiando il pianeta. La terra fornisce beni e combustibili per il consumo quotidiano e allo stesso tempo questo sfruttamento la pone in una posizione di pericolo”.
La sua fotografia mostra in modo sorprendente e poetico il rapporto tra l’uomo e la terra, legati tra loro a doppio filo perché nessuno dei due esisterebbe senza l’altro. Rifuggendo le comuni semplificazioni, Burtynsky ci propone delle visioni che illuminano l’origine di quei beni materiali a servizio della piena realizzazione dell’uomo, ma ci mostra parimenti un degrado causato dal desiderio dell’uomo quando è asservito alle potenze dello sfruttamento e della distruzione.
Edward Burtynsky è nato da genitori ucraini a St. Catharines in Ontario nel 1955. Si è laureato alla Ryerson University di Toronto dopo aver studiato arti grafiche al Niagara College di Welland. Nel 1985, ha fondato il Toronto Image Works, un centro di fotografia con servizio noleggio della camera oscura, laboratorio fotografico personalizzato, con digital-imaging e nuovi media a servizio della comunità di Toronto. È’ membro del consiglio di amministrazione del Festival Internazionale di Fotografia di Toronto. Nel 2006 è stato insignito del titolo ufficiale dell’Ordine del Canada e ha ricevuto una Laurea Honoris Causa in Giurisprudenza dall’Università di Kingston in Ontario. Le sue opere sono custodite nei musei di arte contemporanea più prestigiosi, tra i quali la National Gallery of Canada, la Bibliothèque Nationale de France di Parigi, il Museum of Modern Art e il Guggenheim Museum di New York. In trent’anni di carriera Burtinsky ha esposto in tutti e cinque i continenti e solo nell’ultimo quinquennio ha esposto in più di 100 città, tra le quali: Amsterdam, Barcellona, Berlino, Boston, Bratislava, Bruxelles, Chicago, Colonia, Dubai, Gerusalemme, Helsinki, Honk Kong, L’Havana, Lisbona, Londra, Losanna, Madrid, Marsiglia, Melbourne, Montpellier, New York, Parigi, Pechino, Praga, Rio de Janeiro, Salisburgo, San Francisco, Stoccolma, Salonicco, Tokyo, Varsavia e Washington. Ha ricevuto innumerevoli premi internazionali di fotografia (solo negli ultimi 5 anni sono stati 18), tra i quali: il TED Prize, l’Outreach award at the Rencontres d’Arles, il Flying Elephant Fellowship, l’Applied Arts Magazine book award(s) e il Roloff Beny Book Award. Per info: www.fmcva.org
(Image: Edward Burtynsky / courtesy Flowers, London & Nicholas Metivier, Toronto)
Inaugurazione: giovedì 2 giugno 2011 alle ore 13.00
Sala Municipal de Exposiciones de San Benito
Calle de San Benito, Valladolid
Orario: da martedì a domenica, 12-14 e 18:30 21:30
Lunedì chiuso
Ingresso libero