Mutaazione. Le opere esposte sono il frutto della ricerca recente dell'artista, ricerca di quello che si puo' definire la forma caratterizzante dell'identita' relativa al 'corpo femminile'. La fotografia, considerata specchio inequivocabile del mondo fisico, diventa nel caso dell'artista 'una messa in scena personale'.
Forme mutabili, corpi migranti, trasformazioni che si spostano nel tempo e nello spazio verso identità multiple in un futuro immaginario.
Il corpo e le sue metamorfosi variabili in una contemporaneità che non conosce quasi più limiti tecnologici, sono il leitmotiv dell'arte di Virginia Panichi. Giovane artista fiorentina, eletta per la 54esima Biennale di Venezia, ha scelto la fotografia come il suo modus operandi. Le opere esposte sono il frutto della sua ricerca degli ultimi … anni, ricerca di quello che si può definire la forma caratterizzante dell'identità relativa al "corpo femminile". La fotografia, considerata specchio inequivocabile del mondo fisico, diventa nel caso di Virginia Panichi "una messa in scena personale". Egli stessa diventa scenografa, stilista, curatrice di ogni singolo dettaglio essenziale dei suoi surreali allestimenti, evidenziando il richiamo alla moda ed alla pittura accademica. Con l'occhio da esteta, ama le forme classicheggianti, in cui il colore acquisisce potere emotivo ed intrinseco per esaltare la pura bellezza dell'immagine.
La ricerca concettuale ha portato l'artista a ritrarre il corpo attraverso due filoni, che a volte scorrono paralleli, a volte si uniscono in un unico stimolo visivo. Il primo pensiero è legato all'idea di "identità", strettamente radicato nella percezione del corpo singolare e collettivo. Il corpo postmoderno è ibrido e mutante, caratterizzato da un'identità mobile in metamorfosi, in dissonanza con la concezione del passato remoto. La storia conduce direttamente al secondo indice: la mitologia e la religione, i cui simboli riflettono un pensiero stabile nel tempo, in cui il corpo stesso è immutabile e concreto. Virginia Panichi elabora il passato nel presente, scavando le molteplici possibilità della forma contemporanea in un scenario in cui lo spazio diventa proiezione mentale del corpo nel suo immaginario. Il percorso espositivo segue questo pensiero complesso dell'artista, in cui passato, presente e futuro diventano un ibrido evolutivo, espressione di una MUTA alterAZIONE del corpo e la sua identità.
Kathrin Tschurtschenthaler
VIRGINIA PANICHI
Nasce a Firenze (1981) dove vive e lavora. Si diploma in moda all’Istituto d’Arte, si laurea presso l’Accademia di Belle Arti di Firenze in Pittura, e successivamente frequenta l’Istituto Italiano di Fotografia a Milano. Si dedica al ritratto fotografico attraverso performance che allestisce come stage teatrali, dall’elaborazione del trucco e delle acconciature alla realizzazione dei vestiti e dello scenario. Il suo lavoro recente è un viaggio attorno al corpo contemporaneo. La sua fotografia è fatta di allestimenti, trucchi, costumi e simboli che si costruisce da sola, oltre ad una ricerca di studio ben precisa, che si divide in due filoni, quello dell’identità sempre meno stabile e cangiante, del corpo post umano e delle ibridazioni con arcaismi e tecne, e quello della mitologia, il filo conduttore tra i due è lo studio del corpo contemporaneo. Attualmente lavora con diverse gallerie in Italia e all’estero, tra le quali la Wannnabee - Milano, Galleria il Torchio Constantini contemporanea - Milano, Paci Arte - Brescia, Galleria Alessandro Galli - Varese, Galleria Paolo Nanni - Bologna, Infanellina Contemporary - Berlin, Galleria San Gallo Art Station - Firenze, esponendo in varie collettive e personali.
Inaugurazione giovedì 9 giugno, dalle ore 21
Lato
piazza San Marco, 13 - Prato
orario: lunedì/venerdì 9-13 - 15-19
ingresso libero