Deja vu et jamais. Lavorando su echi e archetipi le artiste ripropongono il gia' visto non come indicazione colta e citazionista, ma come enunciazione di un percorso di riappropriazione appassionata e persino febbrile. A cura di Valeria Tassinari.
a cura di Valeria Tassinari
Emelyne Duval è nata a Lobbes ( Belgio) nel 1987-La sua è una cifra grafista e illustratrice.. Virginie Stricanne è nata a Mouscron ( Belgio) nel 1966 dipinge a olio su cartone. Per la prima volta a Milano Le due giovani artiste fanno uso di tecniche molto diverse ma indirizzate entrambe a una costante ricerca d’espressione nella comunicazione artistica.
Quali immagini ci appartengono? Presi dall’assedio di figure e forme che ci sfiorano, quali veramente vediamo? Quali veramente ci riguardano?
Nella ricerca figurativa contemporanea, come è sempre avvenuto, dare visibilità significa intuire, scegliere nel caos e riportare in primo piano ciò su cui deve compiersi il rituale di una precisa messa a fuoco. Non credo esista l’inedito, il mai visto. Eppure esiste un effetto di disorientamento di fronte al visibile che richiede impegno ed attenzione per ritrovarcisi.
La figura è in fondo un’identità fragile, precaria. La vediamo dove sappiamo riconoscere senso: deduciamo funzioni dalle forme, nominiamo figure nei segni, nelle macchie, nelle nuvole e nelle ombre, esattamente come dai sintomi evidenti riconosciamo la malattia, l’età, i sentimenti, le minacce e le rassicurazioni, ma solo se ne abbiamo in qualche modo avuto esperienza.
Emelyne Duval et Virginie Stricanne restituiscono due modalità radicalmente differenti e tuttavia tra loro sincroniche e quasi simmetriche di riportare alla luce figure che sanno appartenerci.
Lavorando su echi e archetipi –ancestrali o legati alla tradizione dell’arte - ripropongono il già visto non come indicazione colta e citazionista, ma come enunciazione di un percorso di riappropriazione appassionata e persino febbrile.
L’una privilegiando il disegno diretto, la grafia nitida che mantiene forza tagliente e leggerezza di ironia sottile anche quando affolla di presenze vagamente grottesche le sue carte, l’altra stratificando il colore, sedimentando passaggi gestuali e materici che evocano una consistenza tattile e romantica, Duval e Stricanne sanno bene cosa portare alla luce.
C’è in questo un sentimento femminile di ricostruzione delle proprie origini, di scavo nella dimensione del tempo, che non aspira a tracciare alberi genealogici e ascendenze per questioni di potere, ma va alla ricerca dei più sottili indizi di una nostra appartenenza genetica ed affettiva alle immagini che ci scopriamo famigliari.
Da dove veniamo? A quali immagini davvero apparteniamo?
Ogni nuovo incontro è un mai visto che in qualche modo conoscevamo già, e che per questo ci coglie di sorpresa.
Inaugurazione 16 giugno ore 18.30
Maria Cilena Studio per l’arte contemporanea
Via C.Farini 6 Milano 29154
Orario: martedì/venerdì-15,30/ 19,30
Ingresso libero