'Dislocamenti amodali' e' il titolo della mostra antologica che descrive le ricerche che Chiggio ha compiuto negli ultimi cinquant'anni e indica anche le modalita' non ortodosse seguite dall'autore.
A cura di Ernesto L. Francalanci e Ugo Savardi
Si inaugura venerdì 17 giugno al Centro Culturale Altinate San Gaetano la mostra di Ennio L. Chiggio
“Ricerche 1957 – 2011 Dislocamenti amodali” che rimarrà aperta fino al 17 luglio 2011.
La mostra, un’antologica che dà conto delle ricerche che l’autore ha compiuto negli ultimi cinquant’anni e
che lo hanno visto al centro “d’avventure culturali e di sodalizi collettivi con cui ha condiviso e attraversato
molti episodi del contemporaneo” è curata da Ernesto L. Francalaci e da Ugo Savardi ed è corredata da un
catalogo edito da Electa.
La mostra rientra nel contenitore “Estate carrarese” che per il secondo anno consecutivo coordina gli
eventi dell’Assessorato alla cultura del Comune di Padova. “Dopo le mostre tematiche dedicate ad altri
componenti del Gruppo N – dichiara l’Assessore alla Cultura del Comune di Padova Andrea Colasio -
prima Alberto Biasi poi Manfredo Massironi, ora, alla svolta dei cinquant’anni di attività, era doveroso
rendere omaggio a Ennio Ludovico Chiggio – che da anni conduce con perseveranza e coerenza, “fuori
dalle mode effimere”, le sue ricerche formali non solo visive, ma anche musicali e progettuali – attraverso
una articolata esposizione focalizzata sulla materia del vedere, la quale ben documenta la ricchezza del suo
lungo percorso artistico.
Dislocamenti amodali è il titolo che indica le modalità non ortodosse seguite dal suo autore, Ennio Ludovico
Chiggio, nelle ricerche che ha compiuto in 50 anni, che lo hanno visto sempre al centro d’avventure culturali
e di sodalizi collettivi con cui ha condiviso e attraversato molti episodi del contemporaneo.
L’amodalità consiste nella forma espositiva voluta dall’autore con episodi centrati sulla materia del vedere,
con tagli diacronici e sincronici sul piano storico, che disloca appunto le opere raccolte e presentate
nell’antologica (presso il Centro culturale San Gaetano di Padova), su piani ellittici, con un’irrimediabile e
voluta perdita del centro. La mostra è corredata da un volume curato da E.L. Francalanci e Ugo Savardi,
edito dalla Mondadori Electa che mette in risalto il vissuto eclettico del protagonista; di qui la necessità di
una doppia curatela in grado di dar ragione dell’aspetto critico-storico e percettivo di un soggetto che ha
sempre adottato una forte critica al comportamento artistico e di cui ha rifiutato in continuazione le modalità
preferendovi in contrasto, tutti gli aspetti della “messa in forma” sperimentale fin dai suoi esordi giovanili.
Un contributo in tal senso è dato anche da una lettura epistemologica, presente nel volume, dello storico
Roberto Masiero.
Ennio Ludovico Chiggio, è nato nel 1938 a Napoli, ha operato per molti anni a Venezia e Padova ove
attualmente vive, proviene da studi artistici compiuti all’Accademia di Venezia e dalla frequentazione della
Facoltà di Architettura, Accademia dove insegnerà per molti anni come docente di Progettazione ed estetica
industriale.
Un episodio rilevante della sua ricerca visuale è il lavoro collettivo iniziato nel 1959 e svolto assieme al
Gruppo Enne; con tale formula operativa ha agito per molti anni nell’ambito dell’Arte Programmata; tale
esperienza è molto conosciuta per la letteratura che l’ha accompagnata: le opere prodotte dal 1960 al 1965,
presenti in collezioni e musei internazionali, sono state richieste come testimonianza e verranno esposte
nelle sale del San Gaetano, emergendo nella loro singolarità a contrappunto di oggetti e prototipi
laboratoriali intesi come presenze diegetiche. Di ciò si è data cura la storica dell’arte Annamaria Sandonà
che ha puntualizzato gli aspetti del sodalizio Enne.
Nel 1963 assieme a Teresa Rampazzi sonorizza la sala Gruppo Enne alla Biennale di Venezia e fonda
successivamente il Gruppo di fonologia musicale NPS per la produzione di oggetti sonori elettronici. Il
lavoro musicale e quello visuale accompagnano per molto tempo le riunioni del Gruppo Enne, del NPS e del
collettivo politico facente capo alla redazione di Classe Operaia che operano nella stessa sede condensando
in questo modo esperienze diverse. Molti anni dopo i lavori elettronici NPS faranno da sfondo alla prima
antologica del Gruppo Enne al Museo d’Arte contemporanea di Lodz in Polonia.
Nel 1970 Chiggio, dopo la dissoluzione del fare collettivo, attua una serie di Ricerche sulle Alternanze
Bianco Rosso con macchine ottiche gioiose che possano rivestire le forme del quotidiano come un abito di
arlecchino. Nel 1980, utilizzando le strutture della Galleria TOT, aderisce al Movimento Ludico con
installazioni e performance attuate dal gruppo TATA assieme ad architetti, artisti e al critico d’arte E. L.
Francalanci curando una “Nomenklatura” editoriale (venti volumi verbo-visivi) come egli la definì. Tale
atteggiamento sottende ancora oggi come “fil rouge”, cobordando tutte le altre ricerche di questa
esposizione antologica.
Alcune opere di design presenti in mostra testimoniano dell’impegno nella progettazione: è del 1970 il
Premio SMAU per l'orologio di controllo della Solari; di particolare interesse è la collaborazione con Dino
Gavina per cui cura la comunicazione d’immagine della Simon e gli incontri culturali del Centro Duchamp;
le sue consulenze si sono estese ad importanti aziende italiane ed estere nei settori dell’occhialeria e nella
prefabbricazione leggera negli Stati Uniti.
Tra le altre dislocazioni vi è una presenza singolare in mostra, un aspetto che Chiggio ha nascosto con
reticenza, quando per la Schiapparelli Mode di Parigi progetta, nel 1991, il rilancio del marchio e la
riedizione di abiti d’artista un tempo approntati da Cocteau, Man Ray, Dalì, Vertès, Bérard, Van Dongen,
Giacometti, Fini.
Una serie di quaderni sulla visibilità come Insight e Ichastologica, editati tra gli altri dall’autore, sono
sfogliabili in mostra elettronicamente: occasionati da lezioni e seminari, redatti per più di vent’anni
accompagnano il visitatore mostrando l’impegno teorico delle ricerche visuali percorse. La mostra si
conclude con l’attualità del lavoro di ricerca attraverso le ultime animazioni cinematiche e alcuni documenti
filmici sull’impiego delle nanotecnologie. Un contributo filmico del regista Gianni Di Capua verrà realizzato
in occasione di questo avvenimento.
Ufficio Stampa: Studio Lavia - Pd, tel. 049.8364188 || info@studiolavia.it - www.studiolavia.it
Inaugurazione venerdì 17 giugno, dalle ore 18
Centro Culturale Altinate/ San Gaetano
Via Altinate 71, Padova
Orario: 10-12.30 16-19.30, lunedì chiuso
Biglietti: interi 5,00 euro; ridotti 3,00 euro