La mostra intende valorizzare un'iniziativa culturale di grande respiro: il primo parco in Italia dedicato a Giuseppe Ungaretti, il cui progetto e' stato esposto alla 12a Mostra Internazionale di Architettura alla Biennale di Venezia.
Il Parco Ungaretti è stato definito
dall'Amministrazione Regionale
“patrimonio culturale della Regione
Friuli Venezia Giulia”. La mostra
dedicata al Parco e ospitata
dall'Azienda Speciale di Villa
Manin intende presentare e
valorizzare un'iniziativa culturale di
grande respiro nell'ottica della
promozione di un turismo di qualità
che illustri e ponga in giusta luce il
patrimonio storico e ambientale
dell'Isontino e di tutta la Regione.
Il primo parco in Italia dedicato a
Giuseppe Ungaretti, ideato, curato e diretto da Gianfranco Trombetta, è stato realizzato nel giardino
della storica Villa Della Torre Hohelohe a Castelnuovo in Sagrado (Gorizia) dall’Associazione
Amici di Castelnuovo.
Il progetto architettonico è opera dell’architetto Paolo Bornello, e ha avuto l’onore di essere
esposto alla 12.a Mostra
Internazionale di Architettura alla
Biennale di Venezia.
Giuseppe Ungaretti a fine agosto
del 1916 consegna al giovane
tenente Ettore Serra sul Carso di
Sagrado, in zona di
combattimento, quello che
considera il suo "tascapane
spirituale", il quale contiene le
poesie scritte nei mesi della guerra
su foglietti, cartoline, margini di
vecchi giornali, spazi vuoti di
lettere ricevute.
L'intento del fante poeta è di
affidare al tenente, che ha conosciuto nella primavera del 1916 a Versa e con il quale ha subito
stretto una profonda amicizia, le poesie scritte nei mesi precedenti al fronte sul San Michele e sul
Carso di Sagrado o nelle pause di recupero nei paesi vicini di Versa e Mariano, affinché non vadano
perdute nell'eventualità della sua morte.
Ettore Serra ama la poesia ed è poeta egli stesso. Profondamente colpito dalla forza e dall'originalità
di quei versi, egli propone all'amico soldato di pubblicarli a proprie spese presso lo Stabilimento
Tipografico Friulano di Udine, e immediatamente si attiva.
La prima silloge di Ungaretti uscirà in ottanta copie con il titolo "Il porto sepolto" nel dicembre del
1916 e raccoglie le poesie scritte in un anno, come confesserà l'autore, "dal primo giorno in trincea,
e quel giorno era il giorno di Natale del '15 , e io ero sul Carso, sul Monte San Michele".
L’antica villa di Castelnuovo e
l'intera tenuta di Castelvecchio
in Sagrado - ora in gran parte
coltivata a vigneto ed uliveto –
sono collocate proprio nei luoghi
dove furono combattute le prime
battaglie sull'Isonzo, e dunque
nell'area che fu il teatro di guerra
del soldato Giuseppe Ungaretti.
Il territorio che circonda la storica
villa Della Torre Hoenlohe,
all’interno della quale sono stati
rinvenuti molti interessanti graffiti
tracciati dai soldati e più
recentemente anche degli
splendidi affreschi, conserva ancora vivi i segni e le tracce di quelle aspre battaglie.
Nel Parco, inaugurato il 18 settembre del 2010 con la partecipazione di Vittorio Sgarbi e del
poeta e scrittore Antonio Riccardi, direttore editoriale della Mondadori, sono riproposte dieci poesie
del Porto sepolto.
La realizzazione è stata resa possibile dalla preziosa collaborazione della casa editrice Mondadori e
della figlia del poeta, Annamaria Ungaretti, che in occasione della cerimonia di inaugurazione, ha
inviato ai promotori il seguente significativo messaggio telegrafico: “Con molto rimpianto non
potrò partecipare all’inaugurazione dello stupendo Parco Ungaretti. Commossa ringrazio quanti
hanno collaborato a creare e a far vivere il Parco Ungaretti, ricco di bellezza e di memorie. Grazie
anche a nome di mio padre e dei soldati che combatterono con lui. Vi abbraccio tutti con
gratitudine”.
Come ha osservato l’architetto Paolo
Bornello, “Castelnuovo è un luogo
speciale dove esistono e si
intersecano profondamente tre grandi
storie: il paesaggio e l’architettura
carsica, l’eco della Grande Guerra e
la poesia di Giuseppe Ungaretti. Il
progetto del Parco ha inteso
rendere evidente proprio questa
potente relazione attraverso la
costruzione di un percorso
puntuale, discreto ed essenziale, che
si snoda lungo il giardino della villa e
tra gli ulivi e le rovine del presidio
militare, scandito nelle sue soste dalle poesie di Ungaretti, quasi come in una laica via crucis, in cui
la sacralità del luogo è concretizzata dalla sofferta vitalità della parola di Ungaretti. In altre parole,
la volontà del progetto è stata quella di dislocare negli ambiti storici della villa e del suo giardino,
degli spazi che figurativamente reinterpretano piccole architetture militari e funzionalmente
conservano ed esaltano la parola di Ungaretti, nel tentativo di suscitare nel visitatore "ciò che di
segreto rimane in noi indecifrabile", come il poeta stesso dice”.
I versi composti nelle fangose trincee del Carso insanguinato – destinati ad innovare profondamente
tutta la poesia del Novecento - sono stati incisi su stele di pietra carsica e di acciaio corten collocate
nel parco e nell'area antistante la villa a realizzare un itinerario che ai visitatori consente proprio di
avvertirne tutta l'attualità e la grandezza in un contesto che intende esaltare e perpetuare, come ha
acutamente suggerito il poeta Andrea Zanzotto, proprio "l'insegnamento vitale dell'esperienza di
Ungaretti".
Villa Manin
Passariano, Codroipo (Udine)
www.villamanin-eventi.it