Alterazioni Video
Emanuela Ascari
Dario Azzellini
Oliver Ressler
Minerva Cuevas
Nemanja Cvijanovic
Claire Fontaine
Democracia
NoiSeGrUp
Ciprian Muresan
Giuditta Nelli
Giuliana Racco
Marco Villani
Ciro Vitale
Francesca Guerisoli
Stefano Taccone
Tredici, tra artisti e collettivi internazionali, osservano in modo critico il mondo a 10 anni dai fatti del G8 di Genova, ponendo al centro delle loro riflessioni il tema della sostenibilita' ambientale, la crisi economica, le disuguaglianze sociali e i mezzi di partecipazione attiva attraverso i quali i cittadini promuovono il cambiamento sociale. Opere di Alterazioni Video, Emanuela Ascari, Dario Azzellini & Oliver Ressler, Minerva Cuevas, Nemanja Cvijanovic, Claire Fontaine, Democracia, NoiSeGrUp, Ciprian Muresan, Giuditta Nelli, Giuliana Racco, Marco Villani, Ciro Vitale.
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a cura di Francesca Guerisoli e Stefano Taccone
Tredici artisti e collettivi internazionali osservano in modo critico il mondo a dieci anni dai fatti del G8
di Genova, ponendo al centro delle loro riflessioni il tema della sostenibilità ambientale, la crisi
economica, le disuguaglianze sociali e i mezzi di partecipazione attiva attraverso i quali i cittadini
promuovono il cambiamento sociale.
Nel luglio del 2001 centinaia di migliaia di donne e uomini provenienti da ogni parte del mondo
e appartenenti a culture politiche anche molto differenti sfilavano per le strade di Genova, teatro
dell’annuale vertice del G8. Uniti nel dire “no” al paradigma della globalizzazione neoliberista
allora al suo apice, additavano il deficit di partecipazione democratica a tale processo, nonché le
disuguaglianze economiche e le devastazioni ambientali ad essa connesse e proclamavano la necessità
e la possibilità di un mondo radicalmente diverso.
Nel corso del decennio successivo, quegli stessi movimenti di contestazione hanno conosciuto,
specie in Italia, momenti di ripiegamento. Al cospetto della grave crisi economica in corso, della
minaccia costituita dal surriscaldamento globale e della crescente scarsezza delle risorse naturali,
delle disuguaglianze sociali sempre più accentuate, della sempre più drammatica distanza tra
rappresentanti e rappresentati nel contesto delle democrazie liberali, le ragioni del “popolo di
Genova” appaiono più che mai attuali e, per certi versi, persino profetiche.
Tredici sono i lavori selezionati per la mostra Un altro mondo è ancora possibile?, realizzati da tredici
artisti e collettivi nati dal 1970 in poi: Alterazioni Video, Emanuela Ascari, Dario Azzellini & Oliver
Ressler, Minerva Cuevas, Nemanja Cvijanovic, Claire Fontaine, Democracia, NoiSeGrUp, Ciprian
Muresan, Giuditta Nelli, Giuliana Racco, Marco Villani, Ciro Vitale. Alcuni già protagonisti della
stagione dell’arte attivista post-Seattle, altri emersi più tardi, gli artisti articolano il loro discorso
intorno all’oscillazione tra memoria di quei giorni di lotta e prospettive future di trasformazione, quasi
rinnovando la celebre figura benjaminiana dell’Angelo della Storia e arrivando a trarne una sintesi
nel pieno rispetto delle loro differenti poetiche: dalla pianificazione di modalità di vita alternative al
ripristino di verità sottaciute; dalla stretta identificazione con le pratiche di militanza alla sussunzione
delle stesse ad opera del capitale.
Il wall-paper Sometimes you must break the rules (2007) di Alterazioni Video è realizzato attraverso un
collage di fotografie tratte da pubblicità che utilizzano l’immaginario della rivolta e della contestazione
per fini commerciali, a cui sono sovrimpresse alcune scritte indicanti luoghi e giorni che rimandano
ai summit tra potenze mondiali. Non vi è più alcuna differenza tra la rivolta e la vendita di contratti di
assicurazione: viene utilizzato tutto, qualsiasi cosa può divenire un utile strumento per produrre e per
aprire nuove aree di mercato.
L’artista messicana Minerva Cuevas presenta Donald McRonald (2003), video tratto dall’omonima
performance svoltasi in occasione della mostra Hardcore al Palais de Tokyo. La performance era
realizzata da un attore vestito da Ronald McDonald, il pagliaccio panciuto dal grande sorriso che, in
piedi, fuori da un locale McDonald’s a Parigi, mordendo selvaggiamente hamburger, dichiarava i diritti
dei lavoratori e diffondeva dati sulla qualità scadente del cibo della catena di fastfood.
Nemanja Cvijanovic nel video Applause! (2008) riprende la performance realizzata pagando
duecento persone (scelte tra i cittadini più bisognosi) con fondi “pubblici” per farle manifestare
nella Piazza dei Fiori a Zagabria. In questa situazione fittizia, i cittadini hanno recitato il ruolo della
propria responsabilità civile. Anche se in alcuni momenti hanno preso in mano la situazione e si sono
completamente identificati con la manifestazione inventando dei propri slogan, alla fine hanno ceduto
all’offerta della paga pattuita, costretti dall’ingiusta situazione economica.
What is terrifying is a certain way to face terror (2008) di Claire Fontaine è costituito da due pile
di 3000 poster identici che fanno parte della serie dei “manifesti privi di immagini”. I due poster
agiscono come un dittico, riportando la stessa frase, bianca su fondo nero e viceversa, corrispondente
al titolo del lavoro. Si tratta di una citazione di Paolo Virno sulle ideologie sicuritarie, che con la recente
uccisione di Bin Laden acquista ulteriore attualità.
I lavori di Marco Villani e del collettivo Democracia riflettono entrambi sulla presenza araba nei paesi
europei attraverso la realizzazione e l’affissione di manifesti in arabo, entrambi con scritta bianca su
fondo nero. Democrazia (2011) di Marco Villani, che consiste in due manifesti, uno esposto in mostra
e uno nel contesto urbano, si concentra sul concetto di democrazia. La parola mette a confronto le
culture occidentale e araba, generando un cortocircuito tra la lingua in cui viene espressa e il suo
significato. Il progetto evoca inoltre la guerra civile in Nord Africa e stimola una riflessione sull’attuale
condizione del sistema democratico occidentale. Subtextos è un progetto dei Democracia realizzato a
Cartagena (2009) e a Manresa (2010): partendo da un contesto specifico, gli artisti hanno realizzato
un intervento pubblico rivolto a una specifica comunità (ad esempio quella marocchina nella città
di Cartagena). La strategia è quella di inserire messaggi in arabo sui canali di comunicazione della
pubblicità, messaggi che servono a mettere in luce l’eterogeneità della società civile: se da un lato la
lingua è leggibile solo per la comunità marocchina, il resto della popolazione viene resa consapevole
dell’esistenza di tale gruppo nella vita sociale.
Il film Choose... (2005), di Ciprian Muresan, esposto per la prima volta nella mostra Younger Than
Jesus al New Museum di New York, mostra un bambino-consumatore che, esortato a scegliere tra
Coca Cola e Pepsi le mischia e poi beve, contento, il risultato. Il “test del gusto”, inversione beffarda
delle strategie di marketing come il Pepsi Challenge, ha luogo nella Romania post-comunista. Il
messaggio del video rimane ambiguo: ciò che sembra essere una dichiarazione circa l’illusoria
possibilità di scelta offerta dalla cultura del consumo, potrebbe invece risultare un gesto di
riconciliazione, una semplice messa in questione della necessità di dover scegliere se si può avere tutto.
Giuditta Nelli presenta Bougie parfumée (2009), installazione composta da nove candele profumate
che allude alla desertificazione e ad altre cause di corruzione della terra e delle sue risorse. In italiano
la parola “bugia” è sinonimo di “candela”, oltre che di “menzogna”. La dimensione di raffinatezza cui le
candele rimandano è contraddetta dagli agenti di deterioramento che ognuna di esse contiene.
Le ricchezze del suolo si stanno consumando lentamente, ma irreversibilmente come candele.
Il libro Survival English. The Practice of Everyday English (2006) di Giuliana Racco si configura a
metà tra un manuale e un quaderno. Funzionando come strumento per l’apprendimento della lingua
inglese, tocca alcuni dei punti più critici legati al sopravvivere in Italia, oggi. Gli esercizi sono in
gran parte basati su ricerche e interviste condotte con gli abitanti locali e gli stranieri, sia regolari
sia irregolari, residenti a Venezia. Il “corso” si compone di cinque moduli: Tattiche di sopravvivenza,
Immigrazione, Lavoro, Alloggio, Criminalità.
Dario Azzellini & Oliver Ressler presentano Comuna Under Construction (2010): in più di 30.000
Consejos Comunales gli abitanti del Venezuela decidono dei loro interessi tramite assemblea.
Numerosi Consejos Comunales possono fare una Comuna e varie Comuna si possono unire in
una città comunale. Il film Comuna Under Construction segue questi sviluppi. Le relazioni tra la
base popolare e le istituzioni sono segnate da cooperazione e conflitti; progressi e battute d’arresto
contraddistinguono il difficile percorso di coloro i quali stanno facendo proprio il potere di decidere
sulla propria vita e sull’ambiente che li circonda.
In mostra anche tre lavori inediti. L’installazione Solo la terra può unirci al cielo (2009-2011) di
Emanuela Ascari trae origine da un progetto di agricoltura biodinamica inteso come un percorso di
avvicinamento alla terra per riappropriarsi di una conoscenza e di un senso di appartenenza andato
perduto; l’installazione The Cip Project (2011) del collettivo NoiSeGrUp mette in scena il piano di
“esportazione della democrazia” attraverso il meccanismo psicologico delle “death cards” messo a
punto dall’establishment statunitense, che passa attraverso il gioco della spettacolarizzazione, tanto
cara ai media occidentali. Infine, con Untitled (2011) Ciro Vitale, dispiegando le sue consuete poetiche
del frammento e della giustapposizione, addita la connessione tra le contraddizioni economiche
immanenti al capitalismo globalizzato e la repressione violenta quale strategia di contenimento tra le
più efficaci, nonché appartenenti ad una consolidata tradizione.
Mediapartner UnDo.Net
Immagine: Democracia, Subtextos, 2009-2010 (courtesy degli artisti)
Inaugurazione giovedì 7 luglio ore 18.30
Sala Dogana - Palazzo Ducale
piazza Matteotti, Genova
orario: martedì al sabato ore 15.30-19.30 o su appuntamento chiamando 347/8603991-345/6717007
ingresso libero
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Is another world still possible?
curated by Francesca Guerisoli and Stefano Taccone
Thirteen international artists and collectives observe the world with a critical point of view on the tenth
year anniversary of the G8 events in Genova, maintaining the main focus of their reflections on the
topics of environmental sustainability, the economic crisis, social inequalities and the means of active
participation with which citizens promote social change.
In July of 2001 hundreds of men and women from every part of the world and belonging to very
different political cultures marched in the streets of Genova, where the annual G8 summit was to be
held. They were united in saying “no” to the paradigm of neoliberal globalization which was at its peak
at the time. They pointed out to the deficit of democratic participation to this process, along with the
economical inequalities and the environmental devastation connected to it and they proclaimed the
necessity and the possibility of a radically different world.
In the course of the decade that followed, those same protest movements have faced, especially in Italy,
moments of retreat. Despite the serious economic crisis we are facing, the threat imposed by global
warming, the increasing scarsity of natural resources, the increasingly accentuated social inequalities,
the ever more dramatic distance between those who are represented and those who represent in a
liberal democratic context, the arguments of the “people of Genova” seem to be more relevant than
ever and, in a certain sense, even prophetical.
Thirteen pieces have been selected for the exhibition Is another world still possible?, realized by thirteen
artists and collectives born after 1970: Alterazioni Video, Emanuela Ascari, Dario Azzellini & Oliver Ressler,
Minerva Cuevas, Nemanja Cvijanovic, Claire Fontaine, Democracia, NoiSeGrUp, Ciprian Muresan,
Giuditta Nelli, Giuliana Racco, Marco Villani, Ciro Vitale. Some of them have already had a leading role in
the post-Seattle activist art season, others emerged later on. The artists structure their discussion around the
fluctuation between the memories of those days of conflict and future perspectives of transformation, and
in doing so they almost renew the famous Walter Benjamin’s representation of the Angel of History and are
able to draw a synthesis maintaining full respect of their different poetics: from the planning of new means
for an alternative life to the re-establishment of omitted truths; from the identification of oneself in strict
practices of militancy to the subsumption of these practices by hand of the capital.
The wall-paper Sometimes you must break the rules (2007) by Alterazioni Video is realized with a
collage of photographs taken from pubblications which use the imagining of the uprising and protests
for commercial means, on which there have been superimposed various words indicating locations and
days which recall the summit between powerful world leaders. The difference between the revolt and
selling insurance contracts doesn’t exist anymore: everything is used, anything can become a useful
instrument to produce and create new market fields.
The mexican artist Minerva Cuevas presents Donald McRonald (2003), a video taken from the
homonymous performance which took place during the show Hardcore at the Palais de Tokyo. The
performance was realized by an actor dressed up as Ronald McDonald, the chubby clown with a big
smile who, while standing in front of a McDonald’s in Paris, savagely bites into a hamburger, stating
the rights of the workers and communicating statistics on the low quality of the food from that fast-food
restaurant.
Nemanja Cvijanovic in the video Applause! (2008) tapes the performance realized by paying
two hundred people (chosen between the most needy citizens) with “public” funds to make them
demonstrate in the Flower’s Square in Zagreb. In this fictional situation, the citizens played the role
of their own civil responsability. Even though in a couple of situations they took matters into their own
hands and completely identified themselves with the demonstration, even inventing slogans, in the end
they surrendered to the negotiated wage and were forced to accept the injust economical situation.
What is terrifying is a certain way to face terror (2008) by Claire Fontaine is made up of two piles of
3000 identical posters which are part of the “posters without images” series. The two posters act as a
diptych, they have the same sentence, white on a black background and vice-versa, corresponding to
the title of the piece. It is a quotation from Paolo Virno on the securitarian ideologies, which, with the
recent assassination of Bin Laden, gain even more relevance.
The works of Marco Villani and the Collective Democracia both reflect on the Arab presence in
European countries through the creation and posting of posters in Arabic, both with white writing on a
black background. Democrazia (2011) by Marco Villani, which consists in two posters, one exhibited in
the show and the other in an urban context, concentrates on the concept of democracy. This word puts
the Western and Arabic cultures in comparison, generating a short-circuit between the language in
which it is written and its meaning. The project also recalls the civil war in North Africa and stimulates
a reflection on the present day conditions of the Western democratic system. Subtextos is a project by
Democracia realized in Cartagena (2009) and in Manresa (2010): starting from a specific context,
the artists realized a public intervention addressed to a specific community (for example the Moroccan
community in the city of Cartagena). The strategy is to insert messages in Arabic in the communication
channels of advertisements, messages which bring to light the heterogeneity of the civil society: if on
one hand the language is only comprehensible to the Moroccan community, on the other the rest of the
population is made aware of the existence of this community in their social life.
The movie Choose... (2005), by Ciprian Muresan, which was shown for the first time in the Younger
Than Jesus exhibition at the New Museum in New York, shows a child-consumer who, forced to choose
between Coca Cola and Pepsi, mixes them together and then happily drinks the result. The “taste test”,
a mocking reversal of marketing strategies such as the Pepsi Challenge, takes place in post-communist
Romania. The message that the video conveys remains ambiguous: what seems to be a statement on
the deceitful possibility of choice offered by the consumerist culture, could instead result in an act of
reconciliation, a simple questioning of the necessity of choosing when you can have everything.
Giuditta Nelli presents Bougie parfumée (2009), an installation made up of nine scented candles
which alludes to the desertification and other causes of the corruption of the earth and its resources. In
Italian the word “bugia” is a synonym of “candle”, as well as of “lie”. The sophisticated dimension which
the candles remind us of is contradicted by the deteriorating agents contained in each candle. The
richness of the ground is slowly but irreversably being consumed, just like the candles.
The book Survival English. The Practice of Everyday English (2006) by Giuliana Racco is developed
in part as a manual and in part as a notebook. It works as a tool to learn English, but also handles a few
of the most critical ways to survive in modern-day Italy. The exercises are mostly based on research
and interviews conducted in Venice on local residents and foreigners, both with and without regular
permits. The “course” is made up of five modules: Survival tactics, Immigration, Work, Accomodation,
Criminality.
Dario Azzellini & Oliver Ressler present Comuna Under Construction (2010). In more than 30.000
Consejos Comunales the Venezuelan inhabitants decide on their concerns collectively via assemblies.
Several Consejos Comunales can form a Comuna and finally a communal town. The film “Comuna
Under Construction” follows these developments throughout the hillside of the shantytowns of Caracas
and the vast and wet plains of Barinas in the countryside.
There are also three original works in the exhibition. The installation Solo la terra può unirci al cielo
(2009-201 by Emanuela Ascari originates from a biodynamic agricultural project intended as a
journey to approach the earth and to regain possession of a knowledge and a sense of affiliation which
has gone lost; the installation The Cip Project (2011) by the Collective NoiSeGrUp puts into act the
plan to “export democracy” through the psychological mechanism of “death cards” developed by
the American establishment, which is highly spectacularized, a concept which is very dear to Western
media. Lastly, with Untitled (2011) Ciro Vitale, deploying his usual poetics of the fragment and of
the juxtaposition, focuses on the link between economical contradictions immanent to globalized
capitalism and the violent repression used as one of the most effective containment strategies, as well as
being a consolidated tradition.
Mediapartner UnDo.Net
Image: Democracia, Subtextos, 2009-2010 (courtesy the artists)
Opening thursday July 7 h 6.30p.m.
Sala Dogana - Palazzo Ducale
piazza Matteotti, Genova
Hours: tue-sat 15.30-19.30 or by app. 347/8603991-345/6717007
Free entrance