Carmelo Bongiorno
Carmelo Nicosia
Sandro Scalia
Ferdinando Scianna
Enzo Sellerio
Nicola Scafidi
Letizia Battaglia
Giovanni Chiaramonte
Cristina Quadrio Curzio
Leo Guerra
La Scuola fa riferimento alle figure e al lavoro di tre fotografi siciliani - Carmelo Bongiorno, Carmelo Nicosia, Sandro Scalia- appartenenti alla generazione di autori nati in Sicilia fra il 1950 e il 1960, in quell'isola operanti. Essi propongono una versione nebulosa e immaginifica della loro realta'. La mostra si spostera' nell'autunno a Milano presso la Galleria delle Stelline.
a cura di Giovanni Chiaramonte, Cristina Quadrio Curzio e Leo Guerra
È una mostra “a tesi” quella che la Fondazione Gruppo Credito Valtellinese proporrà, dal 22 luglio al 2 ottobre ad
Acireale, nella sede espositiva del Credito Siciliano e, successivamente nel periodo autunnale a Milano nella
Galleria Gruppo Credito Valtellinese - Refettorio delle Stelline.
“A tesi” perché origina da un’ipotesi, tendendo a dimostrarla: in Sicilia sta nascendo una riconoscibile “Scuola
Siciliana” di fotografia.
Non solo perché qui si sono formati ed operano artisti oggi tra i maggiori in Italia, ma perché in loro, pur nella
diversità e originalità di stili e poetiche, si possono individuare linee in qualche modo riconducibili ad un medesimo,
vitalissimo “terreno di coltura e di cultura”.
La mostra, ideata da Cristina Quadrio Curzio e Leo Guerra, responsabili delle scelte espositive della Fondazione, è
da loro curata insieme a Giovanni Chiaramonte, autore di origini siciliane ma di tradizione europea e docente
presso la Facoltà di Architettura di Palermo.
La “Scuola” fa riferimento alle figure e al lavoro di tre fotografi siciliani - Carmelo Bongiorno, Carmelo Nicosia,
Sandro Scalia – appartenenti alla generazione di autori nati in Sicilia fra il 1950 e il 1960, in quell’isola operanti.
I tre ricoprono ruoli di docenza presso le accademie di Belle Arti di Catania (Bongiorno e Nicosia, che ne è preside)
e Palermo (Scalia) e sono per questo, letteralmente, dei “capiscuola” in una disciplina a forte vocazione tecnica ma
dagli spiccati accenti poetici.
“Questa caratteristica è rinvenibile – affermano i commissari dell’esposizione – dietro il duplice profilo della loro
attività: da un lato il loro svolgere un ruolo critico verso la fotografia “neo-oggettiva”, di pura registrazione
meccanica o a scopo classificatorio, proponendo una versione nebulosa e immaginifica della loro realtà, dall’altro,
sottraendosi all’azione meramente professionale del lavoro, si spingono verso la codificazione di un linguaggio
nuovo, elaborato in stretta connessione con gli esiti attuali di autori di altra provenienza e cultura”.
In ambito formativo è evidente la loro predisposizione sperimentale ad assorbire stilemi, inclinazioni poetiche e
soluzioni tecniche da cinema, teatro, letteratura, video-arte, ecc.
Alla sicilianità di origine e di appartenenza s’aggiungono importanti esperienze “esterne”: tutti e tre hanno
condiviso infatti, in maniera indipendente, significativi periodi di lavoro lontano dall’isola, maturando un’attitudine al
confronto e al collegamento con le innumerevoli avanguardie, interconnessioni e individualità in fase di
maturazione in ambito italiano ed europeo, tra la fine degli anni ’70 e gli zero.
In senso strettamente cronologico, al lavoro di Carmelo Bongiorno, Carmelo Nicosia e Sandro Scalia, si
contrappone quello degli esponenti di spicco della generazione precedente, tutti autori siciliani con all’attivo
significative esperienze professionali di rilievo internazionale come Ferdinando Scianna, Enzo Sellerio, Nicola
Scafidi e Letizia Battaglia. Ognuno, con la propria vicenda storica ed espressiva, ha finito, più o meno
consapevolmente, con l’influenzare generazioni di fotografi. Certo non sono accomunabili in una “Scuola” nel
senso tradizionale del termine, ma è fuor di dubbio che con il loro lavoro e la loro sperimentazione hanno
effettivamente fatto scuola.
A costoro la mostra dedica un’ampia panoramica che non li propone come puro punto di snodo per l’affermarsi
delle identità individuali, ma evidenzia aspetti, tecniche, situazioni che nelle opere dei tre protagonisti riconducono
alla generazione dei “padri”. Dall’emergere di particolari tecniche di saturazione o distorsione dell’immagine,
all’applicazione di uno o più meccanismi analogici nella definizione del campo visivo, o la scelta dei supporti di
stampa, del formato, ecc.
La contro-copertina della mostra è affidata ad uno sguardo esterno, quello di uno “straniero”: Richard Avedon. Con
un unico scatto, un combat-shot dedicato alla Cripta dei Cappuccini rubato a Palermo durante la campagna di
liberazione della Sicilia nel 1944 al seguito della V Armata.
La mostra sarà completata da due talks presso le Accademie di Belle Arti di Catania e Palermo, a conferma di
come anche questa esposizione sia un tassello del “fare scuola”, stavolta in senso letterale, dei tre maestri.
Mostra prodotta e organizzata dalla Fondazione Gruppo Credito Valtellinese
Altre sedi: Galleria delle Stelline, Milano (in autunno, da Ottobre a tutto Dicembre)
Informazioni al pubblico
Galleria Credito Siciliano
tel. +39 095.600.208 / 0957.113.517
www.creval.it
Informazioni sulla mostra Coordinatore area Sicilia – Filippo Licata
Tel. +39 095.600.280 licata.filippo@creval.it
Ufficio Stampa Studio Esseci – Sergio Campagnolo
tel. +39 049.663.499 info@studioesseci.net
Inaugurazione: giovedì 21 luglio 2011 ore 19
Galleria Credito Siciliano
piazza Duomo, 12 - Acireale (CT)
Fino al 18 settembre ore 18 - 22, dal 20 settembre al 2 ottobre 10 - 12 e 17 - 20, chiuso il lunedi
Ingresso libero