Franco Angeli
Giuseppe Amadio
Arman
Cesare Berlingieri
Alberto Biasi
Remo Brindisi
Nino Caffe
Giorgio Celiberti
Adolfo de Turris
Piero Dorazio
Tano Festa
Mimmo Germana'
Marc Kostabi
Giuseppe Migneco
Concetto Pozzati
Mimmo Rotella
Mario Schifano
Marisa Settembrini
Carlo Franza
'L'arte delle meraviglie. Capolavori tra Novecento e terzo millennio' presenta una serie di opere di artisti fondamentali per la poetica del '900 italiano come Angeli, Arman, Festa, Dorazio, Schifano e molti altri. Inaugura inoltre 'La cifra di ore e racconti', personale di Marisa Settembrini. Le due mostre fanno parte di 'Nuovo atlante delle arti', un progetto-festival ideato per Borgo Cardigliano nel 150' anniversario dell'Unita' d'Italia.
a cura di Carlo Franza
“L'ARTE DELLE MERAVIGLIE”
Capolavori tra Novecento e terzo millennio
FRANCO ANGELI, GIUSEPPE AMADIO, ARMAN, CESARE BERLINGIERI, ALBERTO BIASI,
REMO BRINDISI, NINO CAFFE, GIORGIO CELIBERTI, ADOLFO DE TURRIS, PIERO DORAZIO,
TANO FESTA, MIMMO GERMANA', MARC KOSTABI, GIUSEPPE MIGNECO,
CONCETTO POZZATI, MIMMO ROTELLA, MARIO SCHIFANO, MARISA SETTEMBRINI
“Nuovo atlante delle arti” è un progetto-festival appositamente ideato per Borgo Cardigliano nel Salento, nel
centocinquantesimo anniversario dell'Unità d'Italia. Esso vive nobilmente sulle arti che riprogrammano il mondo, si
campiona ad essere uno spettacolare archivio decentralizzato ove le diverse discipline si nutrono di arte-mondo,
mira a rappresentare come si abita la cultura globale, ovvero l’altramodernità, che altro non è che una sorta di
costellazione, una specie di arcipelago di singoli mondi e singoli artisti le cui isole interconnesse non costituiscono
un continente unico di pensiero, ma lo specchio di un’arte postproduttiva e frontaliera, mobile, ipermoderna,
ipertesa, ipercolta, mente e cuore, ma anche progetto e destino della comunicazione estetica. E’ con questo
progetto, ideato e diretto dall’illustre Storico dell’Arte Moderna e Contemporanea Prof. Carlo Franza, intellettuale
di piano internazionale, che si vuole indicare e sorreggere un'Europa Creativa Festival e, dunque, protagonisti e
bandiere, bandendo ogni culto del transitorio per porgere a tutti il culto dell'eterno. Il terzo millennio che fa vivere
i processi creativi nel clima di abitare stili e forme storicizzate, perchè il futuro è ora, fra rappresentazioni e
interpretazioni, ci porta a cogliere il nuovo destino della bellezza. Con l'arte vogliamo aprire finestre sul mondo,
con l'arte vogliamo aprire stagioni eroiche, con l'arte vogliamo inaugurare una nuova civiltà. Con “Nuovo atlante
delle arti” si porgono intanto due “rassegne” (“Capolavori tra Novecento e nuovo millennio” e “Fratelli
d'Italia” unitamente a sei mostre personali di sei artisti di chiara fama (Fiorella Iori, Giorgio Cutini, Pasquale
Petrucci, Eugenio Galli, Marisa Settembrini e Chiara Silva).
Scrive Carlo Franza nel testo: “Lo Spazio di Vittorio Viola vive oggi in Italia un traguardo singolarissimo da
quando il suo lavoro di mercato ormai conosciuto ai più è entrato in tutte le case anche con le televendite. Ma
procede anche con prestigiose mostre che l’illustre gallerista va a campionare non solo nella sua galleria, ma anche
in prestigiosi spazi pubblici,dal Parlamento Europeo al Palazzo dell’Onu, dall’Anfiteatro della Cultura di Roma al
Palazzo del Senato della Repubblica. Oggi approda in Puglia, nel Salento, nello storico villaggio rurale “Borgo
Cardigliano” degli anni Trenta, attualizzato. Dieci maestri del contemporaneo recitano pubblicamente le loro
opere, una quadreria delle meraviglie da far invidia a preziosi collezionisti. Una presenza in mostra che vale la
Biennale veneziana del 2011. Ecco i campioni dell'arte delle meraviglie con i loro capolavori. Di Schifano palme
frondose e paesaggi o loghi famosi del consumo contemporaneo; di Angeli quarti di dollaro e lupe romane, di
Amadio delle lucide e intellettualmente colte tele estroflesse monocrome; della Marisa Settembrini, appena
tornata da Basel 2011, lacerti di immagini-collage catturate dal quotidiano e dai media che vivono in un mare di
colore informale; di Finzi opere astratte raggiunte con scale cromatiche. E ancora fantastiche accumulazioni di
Arman, di Celiberti una sensibile segnicità informale, la graffiante neofigurazione di Brindisi, i decollages di
Rotella, gli ironici e colti pretini di Nino Caffè, ecc.”.
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Marisa Settembrini
La cifra di ore e racconti
Scrive Carlo Franza nel testo: “E' dentro il Novecento che si stempera l'arte contemporanea, o meglio si
conforma dentro la storia di un secolo da noi e da molti vissuto attraverso segni e segnali di paradiso e inferno,
distruzione e speranza, quasi una faccia bipolare che si sfoglia e campiona eventi e volti di scienza e sapienza, di
letteratura e di arte, di rivoluzione e di ritorno all'ordine. Non poteva essere altrimenti e non poteva ciò sfuggire a
molti artisti contemporanei che in questo contesto hanno avviato, vivacizzato e colto la loro sfera iconica e/o
aniconica. Dico ciò per togliere di mezzo subito ogni parola vuota, ogni fuorviante attenzione verso scelte estetiche
fini a se stesse, e operare quella scelta di individuazione della realtà e della storia capaci da sempre di sorreggere,
come d'altronde è stato, l'arte dei secoli. L'arte deve e può esistere dentro la storia, e la deve raccontare per
immagini, catturate dall'io e dalle emozioni ma anche dalla realtà. Lo sosteneva anche il mio illustre maestro e
collega Giulio Carlo Argan che mai distaccò la sua lezione dalla storia e in essa avvolse le sue pagine di critica
più vive. Così mi pare abbia da tempo operato Marisa Settembrini, e vi insiste ancora oggi con questo capitolo
pittorico tutto organizzato sul “novecento e oltre”. La bellezza di questi dipinti della Settembrini, i ritratti
effervescenti, l’arduo gioco della sua invenzione, la modernità assoluta del linguaggio, stanno proprio nella
commistione di lacerti di colore e di segno, in cui vive l’umanità allo specchio, amalgamati da una materia che
rompe lo spazio profondo cristallizzando proprio quello sguardo che si mostra di un’assoluta preziosità.
E’ anche
un modo nuovo di porgere con tecniche diverse, l’immagine dello sguardo in relazione alla letteratura, alla
filosofia del nostro tempo, uno sguardo eroico che diventa dono, freddo e scolpito, reale e indimenticabile,
intellettivo e colto. Da anni Marisa Settembrini sembra riscrivere a colori un’ Anabasi, cose viste, cose catturate,
mescolando cronaca e cultura, arte e mestiere. Il tempo passa ma l’Avanguardia non è fuggita, così Marisa
Settembrini vive la sua Avanguardia in un modo che sa d’altramodernità, portandosi verso orizzonti nuovi senza
tralasciare le vecchie orme che si leggono persino nel segreto delle parole, dei segni e delle onde di colore, dalle
nuvole laboratoriali che stringono l’immagine, le immagini del mondo, fermate proprio in quella fissità che
reclama sia la potenza espressiva, sia il senso intimo dell’apparizione, sia l’espressione del bello che racchiude
l’immagine in cornice, sia l’espressione suggestiva della riflessione filosofica. Marisa Settembrini con questo
intervento intellettivo e coraggioso, offre della pittura il lato più innovativo, giacchè esso contiene il cuore delle
cose, che è quasi un viaggio nell’anima. E a quanto blaterare si fa oggi su un’arte che non media, non interpreta,
non assegna e non sceglie, e non offre la pacificazione di forma e materia, e neppure il rito di passaggio da una
realtà a un’altra, ovvero in tensione verso quella che scomodamente si chiama bellezza, approdo e porto che
antichi e moderni hanno esplorato; ebbene Marisa Settembrini, viaggiatrice instancabile si porta in un vasto mondo
dove la magia di nuove immagini, paesaggi e storia, è linfa vitale e stimolante, anzi autorevole prova del fuoco”.
Marisa Settembrini è nata a Gagliano del Capo (Lecce) nel 1955. Dopo aver frequentato l’Accademia di Brera e la Kunst
Akademie di Monaco di Baviera, oggi è titolare della cattedra di Discipline Pittoriche al Liceo Artistico di Brera, a Milano,
città dove vive e che alterna con i riposi nella cittadina salentina di Alessano. La sua attività parte dal 1976 con l’invito alla
mostra “La nuova figurazione italiana” al Palazzo dei Congressi di Roma, per conto della Quadriennale Romana. Numerose le
mostre personali e le installazioni in Italia (Roma, Firenze, Alcamo, Lecce, Todi, Milano, Erice, San Vito Lo Capo, Pavia,
Brescia, Sondrio, Loreto, Teglio) e all’estero (New York, Monaco di Baviera, Dusseldorf, Berlino, Praga, Londra), e le
partecipazioni a importanti rassegne. E’ presente in vari Musei stranieri (Berlino, Montreal, New York) e italiani. Ha inoltre
elaborato in coedizione con alcuni scrittori varie cartelle di grafica. E’ stata segnalata da Jean Pierre Jouvet nel Catalogo
Comanducci n. 14 e da Domenico Montalto nel n. 27. Della sua arte hanno scritto critici e scrittori italiani e stranieri, da Argan
a Carluccio, da A. Del Guercio a Fabiani, da Ferguson, a Carlo Franza, da Armando Ginesi a Virgilio Guzzi e a Montalto,
dalla Muritti a Ponente, da Russoli a Sanesi, da Evelina Schatz a Walter Schonenberg,da Fulvio Papi a Marco Valsecchi”.
Immagine: Nino Caffe'
Inaugurazione Sabato 13 agosto 2011, ore 18
Borgo Cardigliano - SALA DEI MELOGRANI
Contrada Cardigliano – 73040 Specchia (LE)
Orario: Dalle 9 alle 13, dalle 16 alle 22
ingresso libero