Una retrospettiva prematura sull'opera del giovane artista Ivan Dal Cin viene assunta dallo stesso come momento di autoironia, piu' che come sguardo analitico e seriamente inteso. Diviene cosi' una sorta di happening, un contenitore che si ribalta nel contenuto formale e concettuale della mostra.
Una retrospettiva prematura sull'opera del giovane artista Ivan Dal Cin viene assunta dallo stesso come momento
di autoironia, più che come sguardo analitico e seriamente inteso.
Diviene così una sorta di happening, un contenitore
che si ribalta nel contenuto formale e concettuale della mostra.
Il luogo scelto è ambiguo : un'aula universitaria,
legata allo studio serio, alla formazione di future carriere, ma anche alle imprese goliardiche.
Solitamente intesa come traguardo, coronamento di carriere artistiche, la ''retrospettiva'' viene in questo caso
forzata, la prospettiva distorta per bruciare in fretta i tempi, le distanze rispetto a progetti futuri, infine
proponendo un discorso sulla percezione della durata, del personale ritmo di creazione/riflessione.
La manipolazione delle opere, considerate come oggetti da ri-vedere e dis-porre, consiste in un allestimento
che sacrifica lo sguardo e l'attesa critici e dissimula preconcetti biografici.
Tra le opere in mostra, calligrafie inchiostro su carta, tempere su tavola, mobile alterato, ready-mades, mail art
e piccole fotografie.
Consorzio Universitario
via Prasecco
Pordenone