Dodici tele della serie 'Oh my God!' create dall'artista francese squarciano i muri dello spazio espositivo. Nel corso del vernissage sara' presentata l'opera di Elisabetta Bramerio, con performance di Serena Susani.
mostra a cura di Lorenza Tonani
Saturazione.
Di immagini, colori, informazioni, sollecitazioni.
E’ questa l’apocalisse di cui parla l’arte di Claire Pinatel, in mostra - e le date non sono casuali - dall’11 settembre al
24 dicembre 2011, presso Mikiku, in via Volturno 7 a Pavia, (vernissage il 10 settembre 2011 alle ore 19.00).
Dodici tele della serie “Oh my God!” create dalla giovane artista francese deflagreranno e squarceranno i muri dello
spazio espositivo del Brainstore Mikiku, che per questo secondo appuntamento espositivo, dopo la presentazione
della “Dream Sequence” di Madame Peripetie, sceglie di rimanere nel segno del Pop Surrealism, linea artistica che
meglio risponde all’estetica del nostro tempo. L’esplosione di luce e colore della supernova in arrivo da Bordeaux
lascerà scorie, tossine, polveri e vapori, ma saranno per fortuna solo quelli del pensiero, stimolato a una nuova
riflessione sul futuro dell’umanità proprio dalle immagini di falsi dèi poste sul banco degli imputati.
Loosing my religion.
“Ciò di cui il tempo necessita assolutamente si può esprimere del tutto in un’unica parola: esso ha bisogno di eternità.
La disgrazia del nostro tempo è che è diventato puro tempo” (Kierkegaard).
La religione, come sistema di simboli, miti e forme rituali, chiamata a dare un senso all’esperienza umana attraverso
l’attualizzazione del sacro, è persa, sostituita da un differente sistema di disvalori, da una visione dell’esperienza di
vita privata dell’eschaton, della certezza rassicurante di un dopo, di una salvezza, di un aldilà, di qualcosa da atten-
dere. Una nuova gamma di priorità si è imposta, senza offrire, però, l’alternativa potente di una “religione laica”, di
un credo, di un’ideologia, di una concezione umanistica che restituisca fiducia in un futuro positivo, lasciando solo
l’impressione di un annaspare, accaparrare, arraffare, accumulare, arrancare senza meta verso un destino di distru-
zione. La mancanza di senso è assenza di scopo.
Lo scenario rappresentato nelle tele in cui si muovono i nuovi idoli - figure divine simili ad automi che solo nel
nome rievocano i santi del cattolicesimo e dei culti orientali - è quindi quello del post, del day after, del momento
successivo alla detonazione, della rinascita dopo la fine. Lacrime, bolle, tubi riemersi da sottoterra, randagi affamati
accompagnano queste nuove icone proposte nella loro santità pop, fatta di plastica, botox, occhiate ammiccanti,
commistione di razze e spiritualità, colte mentre bevono coca cola o portano l’orologio che impone loro il tempo,
una dimensione sconosciuta al divino. Bloccati icasticamente in pose fotografiche e sguardi patinati, privi di
coscienza e immunizzati al ruolo di guide morali, i nuovi dèi sono resi attraverso una cromia squillante e una resa
luministica artificiale.
Claire Pinatel, attiva a Bordeaux, ripropone in questa serie il gusto per un cromatismo di impatto, fatto di accesi
contrasti, acquisito durante uno dei viaggi di studio condotto nel 2008 in Bolivia, a seguito delle numerose espe-
rienze formative condotte in Spagna, a Bilbao, in Germania e Francia.
Diverse le influenze presenti nella sua produzione: dall’attenzione al disegno - nella linea del Rinascimento italiano
e del neoclassicismo di Ingres - alla cultura popsurrealista con particolare riguardo all’arte di Mark Ryden, fino alla
street art, alla grafica pubblicitaria e alla videoarte in una bulimia artistica criticamente messa al vaglio e risolta in
esiti personali di spiccata originalità.
Nel corso del vernissage sarà presentata l’opera Corpo Intermedio. Geografie elettroniche di Elisabetta Bramerio,
con intervento performativo di Serena Susani.
Una riflessione sul tempo che, in una sorta di collasso percettivo, invalida la corrispondenza geografica tra corpo
(quello in movimento durante la performance) e analogia (il video che propone o meglio pre-pone o post-pone
l’azione corporea stessa). Lo sfasamento spazio-temporale, la de-locazione del corpo di fronte alla sua analogia,
induce nel pubblico una dis-percezione che mette in crisi e ridefinisce le categorie stesse dell’esperienza cognitiva,
in un’epoca, quella delle tecnologia, in cui la temporalità lineare è interrotta e sovvertita da continue sovrapposiz-
ioni e interferenze.
Corpo Intermedio - Geografie elettroniche
concept e video: Elisabetta Bramerio
performance: Serena Susani
Inaugurazione 10 Settembre 2011, ore 19
Mikiku Brainstore - Creative director Daniela Scanu
via Volturno27 - 27100 Pavia
orari di visita: lunedì: 15.30-19.30
martedì-sabato: 9.30-13.30/15.30-19.30
ingresso gratuito