Una grande mostra sulla storia della moda italiana in occasione delle celebrazioni del 150mo Anniversario dell'Unita' d'Italia nelle rinnovate Sale delle Arti. L'esposizione si dipana tra storia e immaginario, tra cinema, romanzo e attualita' presentando quasi 200 abiti autentici, appartenuti a personaggi storici che con il loro stile hanno segnato il gusto di un'epoca. Un viaggio nello stile italiano dal 1861 ad oggi, dalle donne del Risorgimento agli artisti del Futurismo, dalle dive del cinema agli stilisti contemporanei.
Direzione artistica di Gabriella Pescucci e Franca Sozzani, consulenza di Dino Trappetti
Coordinamento storico-scientifico Clara Goria e Andrea Merlotti
La moda:
identità e specchio dell’Italia
Una straordinaria, inedita e (con ogni
probabilità) irripetibile mostra sulla storia
della moda italiana in occasione delle
celebrazioni del 150° Anniversario
dell’Unità d’Italia, nata da un incontro, di più
di 2 anni fa, fra Alberto Vanelli, Direttore della
Venaria Reale, e Dino Trappetti, Presidente
dell’allora nascente Fondazione Tirelli
Trappetti: si presenta così l’evento espositivo
che dal 17 settembre 2011 all’8 gennaio 2012
si tiene nelle nuove Sale delle Arti della rinata
Reggia di Venaria, ormai confermata quale
quinto sito culturale più visitato d’Italia dal
2007, quando venne inaugurata dopo essere
stata per otto anni il cantiere di restauro più
rilevante d’Europa.
Una grande mostra sulla moda del Belpaese, in
occasione della speciale ricorrenza del 150°, si
spiega proprio perché la moda è stata e continua
ad essere sicuramente uno degli elementi
principali dell’identità dell’Italia
contemporanea, simbolo nel mondo della sua
creatività, eleganza, stile e superba capacità
industriale; non solo: perché sempre la moda è in
grado di fornire chiavi di lettura e punti di vista
privilegiati per osservare la nostra realtà
nazionale: è infatti convettore di abitudini, attese,
contrasti, ricerche, ma anche riflesso diretto di
vicende storiche, sociali, politiche, culturali e di
costume del nostro Paese.
Un itinerario di stile
La mostra si dipana come un lungo e affascinante
percorso tra storia e immaginario, tra cinema,
romanzo e attualità presentando abiti autentici,
appartenuti a personaggi storici che con il loro
stile hanno segnato il gusto di un’epoca (come
Gabriele d’Annunzio e le regine d’Italia, Eleonora
Duse e Lina Cavalieri), ma anche celebri abiti di
scena come le splendide creazioni di Piero Tosi per il genio di Luchino Visconti (il bianco
abito da ballo di Angelica ne Il Gattopardo, interpretata da Claudia Cardinale, quello della
tragica Livia Serpieri di Senso, cui diede volto Alida Valli, e le vesti di Silvana Mangano per
Morte a Venezia); il celebre e discusso “pretino” pensato dalle sorelle Fontana per Ava
Gardner e poi reinterpretato da Piero Gherardi per l’Anita Ekberg de La dolce vita; le
scarpe realizzate da Ferragamo per Marilyn Monroe.
Il nucleo principale dell’esposizione è costituito dagli abiti della storica Fondazione Tirelli
Trappetti di Roma: ad essi si aggiungono i prestiti provenienti da prestigiosi enti museali
e le creazioni dei principali stilisti italiani contemporanei.
I quasi 200 abiti esposti raccontano la storia della moda in Italia dal 1861 ad oggi,
anche se solo dal secondo dopoguerra si può parlare di “moda italiana” vera e propria,
capace di coniugare antica tradizione artigianale e moderna industria. Prima di allora,
durante il Regno, pur non mancando tentativi di affermazione di una moda nazionale,
restava la Parigi del Secondo Impero di Napoleone III e di Eugenia il punto di riferimento
ed il modello imprescindibile. Non a caso in quel periodo il più importante centro della
moda in Italia fu proprio Torino, porta naturale verso la Francia. Nel ventennio fascista la
volontà di emanciparsi dall’influenza transalpina fu notevole, ma con risultati contradditori
tra nazionalismo propugnato e cosmopolitismo insito nell’essenza stessa della moda. Fu
dunque con la Repubblica che nasce la vera moda italiana: determinanti in questo senso
furono le sfilate organizzate a Firenze dal marchese Giovanni Battista Giorgini a partire
dal 1951, dalle quali sarebbe scaturita un’autentica epopea di crescita e successo che
continuerà a Roma, in straordinaria sinergia con il mondo del Cinema degli anni Sessanta,
e poi a Milano, sede creativa del Made in Italy e indiscussa capitale della moda italiana a
partire dagli anni Settanta in poi.
Per questi motivi il percorso espositivo descrive un secolo e mezzo di storia della moda
secondo due macrosezioni che si sviluppano su due piani, inaugurando i nuovi spazi
delle Sale delle Arti della Reggia, corrispondenti a due momenti diversi delle vicende
della moda in Italia.
I SEZIONE
La prima sezione concerne il periodo compreso dalla nascita dello Stato unitario a
quella della moda italiana ed è messa in scena da Gabriella Pescucci, costumista
cinematografica e premio Oscar, che ha attinto a piene mani da quel cilindro fantastico
che è la collezione Tirelli Trappetti di Roma. La sezione è a sua volta idealmente divisa in
due parti. La prima occupa l'intero primo
piano della mostra e racconta la moda
durante il Regno d’Italia (1861-1946): si
tratta di una moda di alta qualità, ma non
ancora configurata con un carattere
identitario nazionale. Atelier e sartorie della
penisola continuavano, infatti, a ispirarsi
soprattutto alla Francia: ciò nonostante,
diversi furono gli approcci per gettare le basi
per una moda italiana, come viene messo in
risalto dalla mostra. La seconda parte narra,
invece, gli anni Cinquanta e Sessanta,
quando si assiste finalmente alla nascita e
all’affermarsi di una “moda italiana”. La
Repubblica ha avuto nella moda uno dei suoi
elementi identitari, un elemento di rilancio e
riscatto dell’Italia dopo la sconfitta nella
seconda guerra mondiale.
La sezione si apre, quindi, con un abito da
sera probabilmente appartenuto alla
contessa di Castiglione per approdare agli
abiti di Pucci e delle sorelle Fontana, in
quella che fu la gloriosa stagione della haute
couture degli anni Sessanta: un avvincente
viaggio sull’evolversi del gusto e dello
stile, soprattutto femminile, con continui cambiamenti e ripensamenti (esempi
emblematici su tutti: la parabola della crinolina e della tournure): i volumi si ampliano o si
assottigliano sul corpo, il focus si sposta dal seno al punto vita, all’imbottitura del pouf
posteriore, mutano le altezze degli orli, sbocciano i décolletés, si alternano busti, corsetti,
strascichi... Una variazione perenne, pur con linee di continuità, che conduce nel tempo
alla comparsa di veri e propri atelier nazionali in luogo delle vecchie sartorie locali.
II SEZIONE
La seconda sezione va dagli anni Settanta del Novecento ai giorni nostri ed è il frutto
delle scelte e del gusto di Franca Sozzani, direttore di Vogue Italia. Si tratta degli anni
cruciali in cui nasce e si impone in tutto il mondo il fenomeno dell’Italian style e del
Made in Italy che ha modificato fortemente l’immagine del Belpaese e ha reso la moda
uno dei principali comparti dell’economia italiana.
La sezione si sviluppa dunque dalla svolta degli anni Settanta spingendosi fino ai giorni
nostri con le nuove generazioni di stilisti: il percorso inizia all’indomani dell’esplosiva spinta
dinamica e dialettica impressa dal ’68 che aveva consentito il ribaltamento di codici e
certezze anche in fatto di stile e gusto del vestire che sembravano prima di allora
inscalfibili, continuando col prêt-à-porter degli anni Ottanta per arrivare fino a oggi tra
spinte contrastanti di opulenza e minimalismo, mentre nel frattempo la moda diventa un
fenomeno prettamente italiano e industriale caratterizzato dalla flessibilità applicata
all’inventiva, alla serialità e appunto all’industria.
Presenti ovviamente nella sezione tutti i grandi protagonisti dell’Italian style come
Walter Albini, Giorgio Armani, Valentino, Gianni Versace, Gianfranco Ferré, Krizia, Franco
Moschino, Dolce&Gabbana, Gucci, Salvatore Ferragamo, Fendi, Blumarine, Roberto
Cavalli, Miuccia Prada, Alberta Ferretti e Max Mara per citarne alcuni.
Le opere sono rappresentate nello spazio dell’antico Teatro delle Commedie della
Reggia appena recuperato, trasformato in ambiente monocromatico e monomaterico,
ispirato alle geometrie delle passerelle.
L’allestimento
Lo spettacolare allestimento di Michele De Lucchi negli scenografici ambienti della
Reggia elimina la distanza con gli abiti esposti attraverso una magica combinazione di
specchi, così che il visitatore si può sentire parte della scena e della storia rappresentata.
In principio il percorso prevede uno specchio
incorniciato, quasi da camerino, che via via si
farà più frammentato, destrutturato.
Il suggestivo e coinvolgente gioco di rimandi tra
arti figurative, fotografia, cinema e musica, in
costante dialogo con gli abiti esposti, è arricchito
inoltre da un percorso olfattivo, ideato da
Laura Tonatto appositamente per questa
mostra, che regalerà sensazioni d’altri tempi
evocando ricordi, atmosfere e ambientazioni
uniche.
Laboratori e workshop
Sono previsti per la mostra appositi laboratori e
workshop rivolti alle scuole di ogni ordine e
grado, a cura dei Servizi educativi della Venaria
Reale.
Informazioni e prenotazioni:
Gruppi scolastici: min 15 e max 28 studenti
accompagnati da 2 docenti
Prenotazione con pagamento anticipato entro 7
giorni dalla data di prenotazione
Tel. +39 011 4992355 (dal lunedì al venerdì
dalle ore 9 alle 17)
prenotazioneservizieducativi@lavenariareale.it
La Venaria Reale
Andrea Scaringella - Resp. Comunicazione e Stampa tel.: +39 011 4992300 - comunicazione@lavenariareale.it
Reggia di Venaria Reale
piazza della Repubblica, 4 Venaria (TO)
Orari:
Lunedì: chiusura (tranne eventuali giorni Festivi -escluso Natale- che hanno gli stessi orari della domenica)
Martedì, mercoledì, giovedì, venerdì: dalle ore 9 alle 18
Sabato e domenica: dalle ore 9 alle 20
La Reggia è chiusa il 25 dicembre. Il 1° gennaio apre alle ore 11. E’ aperta (con gli stessi orari della domenica) nei giorni Festivi: Epifania (6 gennaio), Ognissanti (1° novembre), Festa dell'Immacolata (8 dicembre) e Santo Stefano (26 dicembre).
Biglietti
• Intero: 12,00 euro
• Ridotto: 8,00 euro (over 65, under 18 anni e disabili)
• Ridotto gruppi: 8,00 euro (minimo 12 persone)
• Ridotto scuole: 5,00 euro (minimo 15 studenti accompagnati da 1 docente)