Ellen Maurer - Galleria Maurer Zilioli
Una mostra in omaggio ad Aldo Tagliaferro. L'artista ha scelto la fotografia come tramite, tecnico e linguistico, di un'originale ricerca nell'area visuale degli anni Sessanta.
Aldo Tagliaferro ha scelto la fotografia come tramite, tecnico e linguistico,
di un’originale ricerca nell’area visuale degli anni Sessanta. Egli ha indicato
che lo ha mosso verso questa scelta, insieme poetica e tecnica, è stata
la possibilità, tipica della fotografia, di rilevare – rivelare nello stesso tempo
ogni manifestazione visuale del reale .“ (Vittorio Fagone)
Abbiamo avuto il piacere, e lo pensiamo con orgoglio, di conoscere Aldo personalmente nel 2003. La mostra rappresenta quindi un ricordo prezioso e una rassegna che tocca aspetti essenziali del suo percorso.
Il lavoro di Aldo Tagliaferro (Legnano 1936 – Parma 2009), riconosciuto pioniere dell’arte fotografica concettuale in Italia e partecipante a numerose antologie sul tema, si sviluppa a partire da quegli anni ’60 quando si era in cerca di una diversa identità, di una nuova posizione critica verso l’arte in generale, principalmente per chi operava con il mezzo della fotografia nella piena autonomia artistica. Tagliaferro, dopo il suo trasferimento a Sesto San Giovanni (MI), apre la sua visione dalla pittura verso la fotografia e fin dal principio sperimenta il rapporto possibile tra arte e realtà, tra immagine e idea dell’immagine, nonché la sua esistenza tra oggetto d’arte e mezzo di comunicazione. Si tratta, in un primo momento, di un recupero di realtà concreta che, nel percorso dell’artista, viene man mano superata e sublimata. L’impegno politico-sociale si trasforma in una convinzione poetico-filosofica che mira alla visualizzazione di un concetto estetico-metaforico e rappresenta un dialogo molto personale con dimensioni di fondamentale importanza: il dialogo con spazio e tempo, tra interno ed esterno, tra mediatore del messaggio e il pubblico, tra positivo e negativo.
Questa specifica ricerca trova un’adeguata risposta nelle fotoinstallazioni di Tagliaferro ormai storicizzate e leggendarie che prendono possesso del luogo espositivo e dello spettatore, ad esempio la famosa “Verifica di una mostra” del 1970, “Memoria – identificazione – in una variabilità temporale”, “Identificazione Oggettivizzata”, “Analisi del feticismo”, sempre degli
anni ‘70, “Dal segno alla scrittura” (1983) fino all’ultimo gruppo di opere: “Sopra/Sotto – un metro di terra”, un ciclo complesso e ricco di sfaccettature al quale appartengono anche le opere “Paesaggio totale” e “Focalizzazione del proprio spazio ideale” del 2000.
Un discorso completato e arricchito dal concetto seriale, da ripetizioni, confronti e combinazioni. Perché la “ripetizione differenziata” (Lucia Miodini) gioca un ruolo chiave nella ricerca di Tagliaferro come rafforzamento, come esaltazione del pensiero di base.
L’opera di Aldo Tagliaferro non si sviluppa freneticamente e frettolosamente, ma si svolge in cicli, preparati metodicamente e accuratamente, processi di particolare complessità. I singoli lavori contengono visibilmente questo modo di operare, un meditato cammino dell’artista partendo dal commento polemico e ironico, e finalizzandosi nell’osservazione silenziosa, quasi “sacrale” (Angela Madesani) o anche monumentale della “conditions humaine” (André Malraux).
In collaborazione con l’Archivio Aldo Tagliaferro
Galleria Maurer Zilioli
via Trieste, 42b - Brescia
Merc.-Sab. 10-12.30; 15.30-19.30
Ingresso libero