Valerio Bispuri
Bruno Zanzottera
Alessandro Gandolfi
Sergio Ramazzotti
Davide Scagliola
Gianmarco Maraviglia
Francesco Alesi
Luigi Baldelli
Simone Cerio
Gianmarco Maraviglia
'Encerrados' e' il risultato di un lungo lavoro di Valerio Bispuri che per quasi 10 anni ha fotografato la realta' delle carceri nel continente sudamericano. 'The Liquid Stage. Storie di uomini e acqua' e' una mostra collettiva con immagini di 8 fotografi; un viaggio acquatico in tutto il mondo attraverso 38 scatti. Le due mostre si inaugurano nell'ambito del Festival della Letteratura di Viaggio.
Encerrados. Viaggio nelle carceri sudamericane
Personale del fotoreporter Valerio Bispuri
Una produzione della 23ma edizione del Festival Internazionale di Fotogiornalismo
Visa pour l’Image di Perpignan
Per quasi dieci anni Valerio Bispuri ha seguito la situazione delle carceri nel continente sudamericano. Un'immersione in un mondo che all'inizio sembrava "diverso", complicato, fatto spesso di violenze e soprusi. Le carceri, invece, sono un riflesso della società, uno specchio di quello che succede in un paese, nei piccoli drammi e nelle grandi crisi economiche e sociali.
La prigione è una comunità, un non luogo in cui però si vive ogni giorno con ritmi e spazi precisi e per "difendersi" i detenuti sono costretti a tentare di ricostruire le proprie abitudini, anche in condizioni spesso al limite dell'umano.
Una realtà in molti casi estremamente difficile, soprattutto a causa del sovraffollamento, della violenza che ne consegue, della droga e della gestione del potere all'interno del carcere. Le regole dentro le carceri sono le stesse che fuori, chi ha più soldi gestisce, chi ha più potere comanda.
Il filo conduttore che ha legato tutto il lavoro, oggi visibile in 37 scatti in bianco e nero, è stato il desiderio di scoprire ogni paese del Sud America singolarmente e in un contesto globale. Valerio Bispuri ha voluto entrare nella profondità del contesto carcerario non tanto per denunciare una situazione spesso al limite della sopravvivenza, ma per raccontare cosa ancora unisce e divide oggi il Sud America.
Ha girato per 74 carceri sudamericane, maschili e femminili (Ecuador, Perù, Bolivia, Argentina, Cile, Uruguay, Brasile, Colombia e Venezuela), è entrato in contatto con detenuti e guardie, con la paura e la rabbia, con la speranza e la sfiducia.
Ogni carcere è stato un modo per raccontare un continente da “dentro” e da fuori, scoprendone anche luci lì dove tutto sembra spento e dove il riflesso della violenza e della vitalità si contrappongono in un unico segmento cha è poi la storia stessa del Sud America.
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THE LIQUID STAGE
Storie di uomini e acqua
Collettiva fotografica di Bruno Zanzottera, Alessandro Gandolfi, Sergio Ramazzotti, Davide Scagliola, Gianmarco Maraviglia, Francesco Alesi, Luigi Baldelli, Simone Cerio
In collaborazione con l’agenzia fotografica ParalleloZero
A cura di Gianmarco Maraviglia
Quando parliamo di un uomo in acqua, diciamo che “non è nel suo elemento naturale”. Eppure, spesso inconsapevolmente, viviamo in un mondo liquido. Anzi, siamo quel liquido: l'acqua, che ricopre il 71% della superficie del pianeta Terra, forma anche i 7/10 del corpo di quell'uomo, di tutti gli esseri umani. Quale elemento potrebbe essere più naturale di quello in cui il nostro feto si sviluppa per nove mesi? La maggior parte delle confessioni religiose narra un mito fondatore o ri-fondatore (come il Diluvio Universale) basato sull'acqua, e per milioni di accoliti di tutte le fedi l'acqua – di un fonte battesimale, del Gange, dell'alveo di un lago sacro in terre animiste o delle vasche di abluzione sul retro di una moschea – è l'elemento base dei riti di purificazione e di ricongiungimento col divino.
Più di una guerra, fra quelle che hanno funestato l'ultimo secolo, si è combattuta per l'acqua, e altre se ne combatteranno: quando ha sete, anche l'uomo più mite è disposto a imbracciare un fucile per placarla. Il mare, anche se ogni giorno è più povero di vita, è fonte di sostentamento per centinaia di milioni di persone.
Il rapporto fra l'essere umano e l'acqua è indissolubile: ne nascono storie delicate, poetiche e drammatiche, che in certi casi hanno in sé la grandezza di un'epica. L'acqua, dolce o salata, corrente o stagnante, pura o avvelenata, contenuta in una piscina, un'acquasantiera o nel letto di un fiume, l'acqua che sostiene la chiglia di un peschereccio e quella divenuta strato di ghiaccio durante un lungo inverno boreale, è la ferriera dove bambini lavorano per smantellare vecchie navi e il bacile nel quale ci si bagna per perpetuare un rituale vecchio di due millenni. È, come nella Libia della rivoluzione, un campo di battaglia e una via di salvezza, è l'orizzonte sul quale i giovani di Gaza cercano un surrogato di libertà, è una palestra, un parco giochi, è un mare che fu nostrum ma oggi è un muro, per valicare il quale migliaia di giovani sono disposti ad affrontare la morte in un'impossibile traversata verso nord. L'acqua diventa allora un palcoscenico liquido, sul quale vanno in scena, in infinite repliche sempre uguali e sempre diverse, la commedia e il dramma dell'umanità.
Un viaggio nel mondo in 38 scatti, dall’Egitto al Cile, dalla Tunisia al Bangladesh, dalla Russia alla Thailandia, dal Brasile alla Nigeria, dal Congo alla Mongolia, dagli Stati Uniti all’Italia.
Immagine: © All right reserved - Valerio Bispuri 2010
Inaugurazione : venerdì 30 settembre, ore 19.00
Palazzo delle Esposizioni, Spazio Fontana
via Milano, 13 - Roma
Orari : domenica, martedì, mercoledì e giovedì ore 10-20 ; venerdì e sabato ore 10-22.30
L’ingresso è consentito fino a un’ora prima dell’orario di chiusura