Museo del Novecento
Milano
via Marconi, 1
02 88444061
WEB
Tre mostre
dal 29/9/2011 al 14/1/2012
lun 14.30-19.30; mar, mer, ven e dom 9.30-19.30; gio e sab 9.30-22.30
02 88453314

Segnalato da

Elena Conenna




 
calendario eventi  :: 




29/9/2011

Tre mostre

Museo del Novecento, Milano

Il Museo riprende l'attivita' espositiva con tre mostre. "Dada - Futurismo" propone una lettura degli scambi tra i due movimenti attraverso le opere di collezioni milanesi. "Kengiro Azuma" un approfondimento sull'artista giapponese attraverso Mu, la scultura realizzata nel 1961, e alle sue opere astratte. "Conversations" e' un omaggio alla fotografia, in cui le opere della collezione della della Bank of America Merrill Lynch Collection sono esposte in "conversazione" tra loro ripercorrendo in modo diacronico la storia del medium fotografico.


comunicato stampa

Dada - Futurismo. Dalle collezioni milanesi
Archivi del Novecento Ettore e Claudia Gian Ferrari

Sala focus

a cura di Italo Rota e Vicente Todolì

Il Museo del Novecento presenta la mostra Dada  Futurismo. Dalle collezioni milanesi a cura di Italo Rota e Vicente Todolì, che propone una lettura degli scambi tra Dadaismo e Futurismo attraverso le opere di collezioni milanesi, a cui si sono aggiunti preziosi documenti conservati al centro APICE dell’Università degli Studi di Milano.
Sviluppatisi a pochi anni di distanza, rispettivamente prima e dopo la Grande Guerra, Dada e Futurismo sostennero con lo stesso tono esaltato un nuovo modo di concepire l’estetica e il ruolo dell’artista. Il debito di Dada nei confronti del Futurismo è evidente: “Avevamo inghiottito il Futurismo con tutte le sue radici, che, però, nel corso della digestione, avevamo risputato completamente” dichiarò Hans Richter. Come le “serate futuriste” anche le manifestazioni Dada mescolavano letture, musica, presentazione di oggetti artistici per scandalizzare il pubblico. Il manifesto di Tristan Tzara rifiutò le pratiche artistiche tradizionali non meno di quanto avevano fatto i manifesti tecnici del Futurismo. Affinità vi era anche nella composizione grafica di manifesti e poster e nello stile delle “parole in libertà” e dei poemi dada.

La selezione di opere proposta sarà occasione per il visitatore di ripercorrere questi due momenti fondamentali della storia dell’arte del Novecento. Dal confronto serrato tra collage, composizioni grafiche di Carrà e Depero, assemblaggi di Schwitters e fotomontaggi di Heartfiel emergerà il tentativo di raccordo attuato da Futuristi e Dadaisti fra le espressioni artistiche maggiori e le cosiddette arti minori. Le opere esposte consentiranno inoltre di verificare come i Dadaisti promuovessero una creatività libera da ogni vincolo e tradizione figurativa, mentre alcuni Futuristi avevano mantenuto un legame con il passato, attraverso Neoimpressionismo e Divisionismo. Parte significativa della mostra è dedicata a libri, manifesti e cartoline dei quali si potrà cogliere tanto l’impianto grafico innovativo, quanto il tono rivoluzionario di asserzioni e dichiarazioni programmatiche, tese a intensificare la compenetrazione tra arte e vita quotidiana.
Dada - Futurismo instaura peraltro un rapporto di continuità e complementarietà con la collezione permanente del Museo.

----------------

Kengiro Azuma 1961

Sala focus

a cura di Danka Giacon

È dedicato alle opere di Kengiro Azuma la prossima mostra nella Sala Focus del Museo del Novecento, in programma dal 30 settembre 2011.

L’approfondimento pone al centro la scultura in gesso Mu realizzata dall’artista giapponese nel 1961. Questa data segna un momento fondamentale nel percorso artistico di Azuma, e precisamente il passaggio da una pratica figurativa, atta a emulare la scultura di Marino Marini, suo maestro a Brera, a una espressione più autonoma, astratta.
In questi anni Azuma, incoraggiato anche dallo stesso maestro, è alla ricerca di nuove forme e l’ispirazione arriva casualmente, come racconta nei suoi aneddoti l’artista, osservando una catasta di cassette di legno per la frutta in cui riesce a cogliere una cadenza ritmica tra “pieni” e vuoti, che da quel momento caratterizzeranno la sua produzione, per l’appunto intitolata “Mu” che in giapponese rimanda al concetto di “vuoto”.
Da quel momento Azuma inizia a creare veri propri assemblaggi con l’accostamento di listelli di legno delle stesse cassette da cui, a volte, trae delle sculture in gesso su cui poi interviene con piccoli segni o fori.
La scultura Mu è affiancata da un olio, Mu 0.6 e da un’altra serie di opere, sempre del 1961, alcune delle quali di proprietà dell’artista, altre di proprietà delle civiche raccolte del Comune di Milano.

Le opere di Azuma sono entrate nelle collezioni civiche grazie alle donazioni Boschi-Di Stefano del 1974 e 1980. Gli acquisti delle opere, risalenti al 1963, dimostrano come Antonio e Marieda Boschi Di Stefano fossero molto attenti alla produzione artistica dei giovani artisti attivi a Milano.

Il focus è curato da Danka Giacon. Grazie alla preziosa collaborazione dell’artista, è stata realizzata da Giulio Cattaneo e Viola Mazza una video intervista che verrà riprodotta durante l’esposizione. L’allestimento dello spazio focus è a cura di Fabio Fornasari.

Kengiro Azuma, nato a Yamagata in Giappone da una famiglia di fonditori e scultori, dopo aver prestato servizio nell’aviazione durante la seconda guerra mondiale, lavora come scultore e docente presso l’Università d’Arte di Tokyo. Giunge in Italia nel 1955, grazie a una borsa di studio che gli permette di frequentare l’Accademia di Brera e, nonostante le molte difficoltà, soprattutto linguistiche, decide di restare a Milano. Si avvicina a Marino Marini, suo maestro in accademia, fino a diventare, anche dopo il diploma in scultura, suo assistente privato. Negli anni sessanta Azuma inizia a esporre in modo autonomo nelle gallerie private milanesi continuando comunque l’attività di assistente presso lo studio di Marino Marini.

La Sala Focus del Museo del Novecento è uno spazio dedicato ad approfondimenti temporanei che hanno come principale oggetto ricerche sul patrimonio delle raccolte museali.
Ideati come strumento di valorizzazione delle collezioni civiche, i focus permettono anzitutto la rotazione delle opere conservate presso i depositi del museo che al momento non compaiono nel percorso espositivo.
Presupposto comune è l'alto contenuto scientifico, che si concretizza in una accurata ricerca storico-critica e filologica, condotta di volta in volta da storici dell'arte, ricercatori e studiosi.
Il profilo scientifico dei focus permette l'avanzamento dello stato degli studi rispetto al patrimonio attraverso una proficua collaborazione con le università e gli istituti di ricerca, così da offrire letture e chiavi interpretative inedite delle opere, dei protagonisti e delle tematiche che hanno animato il Novecento italiano e milanese.

--------------

Conversations
Fotografie della Bank of America Merrill Lynch Collection

a cura di Silvia Paoli

Il Museo del Novecento prosegue la sua attività espositiva presso lo Spazio Mostre al piano terra con una mostra dedicata alla fotografia dal titolo Conversations.
Come racconta Marina Pugliese, direttore del Museo del Novecento “la mostra, pensata per Milano in virtù della collaborazione tra Bank of America Merrill Lynch e il Museo, porta in città una straordinaria collezione di fotografia che annovera le opere di grandi autori integrando idealmente e a livello internazionale il percorso espositivo del museo”.

Per la prima volta saranno a Milano 80 fotografie provenienti da una delle più prestigiose collezioni bancarie al mondo, la Bank of America Merryll Lynch Collection, nell’ambito del programma Art in our Communities®, un progetto di mostre itineranti lanciato nel 2009 attraverso cui le opere d’arte della collezione sono state prestate ai musei di tutto il mondo ed esposte in oltre 50 esposizioni internazionali.
Conversations, che è stata inaugurata al pubblico per la prima volta al Museum of Fine Arts di Boston e sarà all’Irish Museum of Modern Art di Dublino a febbraio 2012, viene presentata al Museo del Novecento nell’edizione italiana a cura di Silvia Paoli, conservatore del Civico Archivio Fotografico ai Musei del Castello Sforzesco di Milano.

Il percorso espositivo, a partire dalle linee indicate nella edizione americana, valorizza alcuni dei capolavori della collezione ponendoli in “conversazione” tra loro, attraverso accostamenti tematici (nelle sezioni: Ritratto, Paesaggio, Uno sguardo sull’arte, Astrazione/Sperimentazione, Viaggi/Monumenti, Società/Testimonianze, Astrazione/Paesaggio industriale, Surrealismo, Astrazione/Natura morta), ma anche storici e formali, ripercorrendo in modo diacronico la storia del medium fotografico.
Nello stesso spazio espositivo, immagini del XIX secolo dialogano con scatti del XX secolo, primi piani con foto panoramiche, ritratti con foto documentarie, still life con opere astratte, in un gioco dialettico che coinvolge lo spettatore.

Le immagini urbane ad esempio (di Robert Frank, Harry Callahan, Helen Levitt o William Klein) che costituiscono un cospicuo nucleo della collezione, sono specchio della formazione della complessa società americana. Un tema che, in mostra, viene amplificato e ulteriormente articolato proprio nelle ricercate giustapposizioni delle fotografie, realizzate spesso con soluzioni formali molto diverse o in momenti storici distanti.
Similmente il ritratto (Edward Weston, Man Ray, Jeanne Dunning) e la natura morta (Irving Penn, William Eggleston, Lee Friedlander) che con la sperimentazione del mezzo si caricano di connotazioni psicologiche e di valori simbolici - fino alle provocazioni ironiche di Cindy Sherman - vengono presentati in mostra in eloquenti contrappunti visivi: a volte affiancati a scatti di paesaggio, in un dialogo di intensità emotiva, a volte tra di loro in un confronto metalinguistico (uso della prospettiva, dei colori, astrazione…) che ne enfatizza il messaggio.

Tra i molti artisti rappresentati compaiono i nomi di alcuni dei maestri indiscussi della fotografia internazionale: Gustave Le Gray, Julia Margaret Cameron, Eugène Atget, Alfred Stieglitz, Paul Strand, László Moholy-Nagy, Man Ray, Walker Evans, Robert Frank, Lee Friedlander, Cindy Sherman, Bernd e Hilla Becher, Thomas Struth, solo per citarne alcuni.

Commentando la nuova mostra, Rena De Sisto, Global Arts and Culture Executive di Bank of America Merrill Lynch, ha affermato: “Siamo orgogliosi di sponsorizzare il Museo del Novecento. Questo museo rappresenta una destinazione d’elezione per gli amanti dell’arte italiani e stranieri. Nata per celebrare l’arte contemporanea, questa istituzione è il luogo ideale per ospitare delle fotografie, quintessenza dell’arte del XX secolo. Operiamo a Milano da oltre 50 anni e siamo consapevoli che, nel clima economico attuale, il nostro ruolo di sostenitori all’industria dell’arte è più importante che mai. Siamo onorati di aver potuto dimostrare, attraverso questa mostra molto speciale, il nostro impegno e la nostra vicinanza all’Italia.”

La Bank of America Merrill Lynch Photography Collection. All’origine della Collezione di fotografie di Bank of America Merrill Lynch sta l’operato di Beaumont Newhall, all’epoca tra i più affermati studiosi di fotografia, e di sua moglie Nancy che, incaricati nel 1967, crearono in tre anni il primo fondamentale nucleo della collezione con circa 350 esemplari. Newhall fu fondatore e direttore del Dipartimento di fotografia del MOMA a New York. Qui, nel 1937, con la mostra Photography 1839 – 1937, Newhall costituì la collezione che fu poi il nucleo centrale alla base del Dipartimento del MOMA. Il catalogo dell’esposizione scritto da Newhall, inoltre, fu la base del più importante testo storico sulla fotografia, dal dopoguerra fino ai giorni nostri, stampato in numerose edizioni e traduzioni.

Promosso da Comune di Milano

Ufficio stampa
Comune di Milano: Elena Conenna 02.884. 53314, elenamaria.conenna@comune.milano.it, tel. 02.884.50150
Electa: Ilaria Maggi 02.21563.250, imaggi@mondadori.it

Inaugurazione 29 settembre ore 18.30 su invito

Museo del Novecento
via Marconi 1, Milano
Orari: lunedì 14.30 – 19.30. Martedì, Mercoledì, venerdì e domenica 9.30 – 19.30. Giovedì e sabato: 9.30 – 22.30
Ingresso: intero 5 euro, ridotto 3 euro (studenti universitari, over 65, dipendenti comunali)

IN ARCHIVIO [79]
Buon Compleanno Museo del Novecento!
dal 5/12/2015 al 5/12/2015

Attiva la tua LINEA DIRETTA con questa sede