Meraviglie dei collezionisti nei musei di Firenze. Il percorso espositivo mette in evidenza le principali caratteristiche delle maggiori collezioni che si sono formate a Firenze tra Ottocento e Novecento, partendo da quella settecentesca del canonico Angelo Maria Bandini. A testimonianza delle raccolte di Temple Leader, Stibbert, Volpi, Bardini, Acton, Carnielo, Horne e Romano, sono chiamati marmi antichi, armature, tavole medievali, opere di Beccafumi, Giambologna fino alle terracotte di De Chirico e alle tele di Fattori.
a cura di Lucia Mannini
Dovendo convivere con Uffizi e Accademia, a Firenze sono considerati musei minori anche il Bardini,
lo Stibbert, lo Horne e tanti altri, benché stracolmi di capolavori. Nascono però tutti da un’identica passione per
il collezionismo: prima i Medici e i Lorena, poi un pugno di antiquari avventurosi e di facoltosi anglosassoni, che
nei decenni post unitari a cavallo tra Ottocento e Novecento, scelsero di vivere a Firenze. Alcuni per banale senso
degli affari, i più, o i migliori, per pura ammirazione, mossi dall’ideale di bellezza rappresentato dalle ricchezze
artistiche della città.
Fu un’epoca d’oro, di business milionari, estetismi travolgenti e nostalgie per un passato idealizzato, che
contribuì a radicare in Europa e oltre Atlantico i miti del Rinascimento, della stessa Firenze e della secolare
tradizione di qualità dell’artigianato artistico locale. Miti che tanto significano ancora oggi per il prestigio
culturale e l’economia della Toscana e dell’Italia.
Quasi obbligato, dunque, l’omaggio a quegli anni ideato dal progetto Piccoli Grandi Musei con
l’iniziativa Le stanze dei tesori. Meraviglie dei collezionisti nei musei di Firenze (3 ottobre 2011 – 15 aprile
2012) - sintesi a Palazzo Medici Riccardi di un percorso espositivo che si snoda tra i vari musei figli di quelle
raccolte: Bardini, Horne, Palazzo Davanzati nel centro storico, la Fondazione Romano in Oltrarno (Piazza S.
Spirito), lo Stibbert nel quartiere di Rifredi e il ‘museo sacro’ Bandini a Fiesole.
L’iniziativa è promossa e organizzata dall’Ente Cassa di Risparmio di Firenze (patron dello stesso
progetto Piccoli Grandi Musei) insieme a Polo Museale Fiorentino, Provincia, Comune e Regione Toscana, sotto
l’Alto Patronato della Presidenza della Repubblica e con il patrocinio del Ministero per i Beni e le Attività
Culturali. Collaborano le varie Soprintendenze, le direzioni dei Musei, il Comando Militare Esercito (Toscana),
l’Associazione degli Antiquari, la XXVII Biennale Antiquaria e l’Osservatorio dei Mestieri d’Arte
(http://www.stanzedeitesori.it, info e prenotazioni 055.2340742).
Per gli annales, va ricordato che nella seconda metà dell’Ottocento la confisca degli sterminati beni
ecclesiastici e la decadenza di tante nobili famiglie furono all’origine di uno tsunami di capolavori di ogni genere,
che inondò il mercato a prezzi d’occasione. Fu una stagione eccezionale e irripetibile, che dilapidò troppo
frettolosamente gran parte del patrimonio artistico nazionale, ma ebbe almeno il pregio di contribuire a formare i
più famosi musei europei e americani e di ispirare modelli museografici e di allestimento validi tutt’oggi.
Firenze capitale fu uno dei centri principali di quell’epica stagione, forse l’ultima davvero cosmopolita
della città, che si protrasse fino agli anni Venti del Novecento. Antiquari come Stefano Bardini ed Elia Volpi
conquistarono i mercati internazionali divenendo poi essi stessi appassionati collezionisti. Magnati e studiosi
anglosassoni come Frederick Stibbert, Charles Loeser, Herbert Percy Horne, gli Acton e tanti altri
acquistarono ville e palazzi per farne autentiche ‘stanze dei tesori’. Con rare eccezioni, donarono poi tutto alla
città che li aveva accolti, perché si desse vita ai pubblici musei e alle istituzioni che oggi portano i loro nomi.
Curata da Lucia Mannini con il coordinamento scientifico di Carlo Sisi, la mostra di Palazzo Medici
Riccardi riassume dunque l’epopea di quei decenni analizzando il fenomeno nei vari aspetti: miti, mode, mercato,
progresso culturale, ma anche bisogno di affermazione di una borghesia imprenditoriale novecentesca per cui arte
e collezionismo diventano status symbol.
Rare immagini, mobili e arredi, sculture, una galleria di preziosi dipinti dai Primitivi al primo Novecento
ricreano quelle atmosfere così eclettiche e ricercate. Qualche esempio. Dai fondi oro del museo Bandini proviene
una bellissima Madonna di Agnolo Gaddi. Villa la Pietra (collezione Acton) contribuisce con una Madonna col
Bambino in cartapesta dipinta, opera del Sansovino. Dallo Stibbert arrivano armature e mobili neogotici. Dalle
collezioni Loeser e Carnielo alcuni formidabili bronzi, arredi rinascimentali e marmi raffinati. Quindi
innumerevoli macchiaioli (Fattori, Lega, Borrani, Abbati), vari De Chirico (dipinti e sculture), La borghese di
Canton di Primo Conti, il bronzetto La mosca di Libero Andreotti, tutti provenienti da raccolte private.
A questa sintesi i musei ‘minori’ collaborano con se stessi e con iniziative specifiche realizzate grazie a
Piccoli Grandi Musei. Lo Stibbert con una mostra internazionale delle celebri maioliche fiorentine Ginori e
Cantagalli. Il Bardini riapre il Salone dei Dipinti riallestito secondo il gusto del donatore e con il trecentesco
crocifisso di Bernardo Daddi appena restaurato. Horne offre una raccolta di disegni da Raffaello a Constable,
mentre a Palazzo Davanzati (Museo della Casa Fiorentina Antica) le foto di Elia Volpi ne documentano gli
arredi originali prima che li vendesse tutti durante la Grande Guerra in un’asta faraonica a New York.
--------
Le mostre
// PALAZZO MEDICI RICCARDI
Via Cavour 3
ORARIO: tutti i giorni ore 9.00 - 19.00, chiuso mercoledì
Le stanze dei tesori a cura di Lucia Mannini con il coordinamento scientifico di Carlo Sisi.
Il percorso espositivo mette in evidenza le principali caratteristiche delle maggiori collezioni che si sono formate a Firenze tra Ottocento e Novecento, partendo da quella settecentesca del canonico Angelo Maria Bandini. A testimoni delle raccolte di Temple Leader, Stibbert, Volpi, Bardini, Acton, Carnielo, Horne e Romano, sono chiamati marmi antichi, armature, tavole medievali, opere di Beccafumi, Giambologna fino alle terracotte di De Chirico e alle tele di Fattori.
// MUSEO STEFANO BARDINI
Via dei Renai 37
ORARIO: lunedì ore 11.00 - 17.00 / venerdì - domenica ore 10.00 - 17.00
Riaprirà il Salone dei Dipinti riallestito secondo il gusto del donatore e con il trecentesco Crocifisso di Bernardo Daddi (1340) appena restaurato. Il San Michele Arcangelo, immagine del progetto, è solo uno dei capolavori che impreziosiscono le caratteristiche sale ‘blu’ del museo; con esso, marmi di Donatello e Della Robbia, opere di Giovanni da San Giovanni e di Luca Giordano, nonché il celebre Porcellino, l’originale del Tacca, arazzi e cornici di valore, documentano l’acume e l’istinto alla bellezza che furono propri dell’antiquario Bardini.
// MUSEO HORNE
Via dei Benci 6
ORARIO: lunedì, martedì, giovedì ore 9.00 - 13.00; venerdì, sabato, domenica ore 10.00 - 17.00
L’immagine e lo sguardo. Ritratti e studi di figura da Raffaello a Constable, a cura di Elisabetta Nardinocchi e M. Casati.
Una magnifica esposizione di 28 disegni di scuola italiana, tedesca, fiamminga ed inglese, dal Cinquecento alla fine dell’Ottocento, raccolti da H.P. Horne. In questo interessante excursus si incontrano alcuni dei più grandi maestri, tra cui Dürer, Raffaello, Pietro da Cortona, Bernini, Füssli e Constable. Il museo farà parte del percorso anche dopo la chiusura della mostra. La mostra rimarrà allestita dal 3 ottobre 2011 al 31 gennaio 2012
// MUSEO STIBBERT
Via Stibbert 26
ORARIO: lunedì, martedì e mercoledì ore 10.00 - 14.00; venerdì, domenica ore 10.00 - 18.00
Il Risorgimento della maiolica italiana: Ginori e Cantagalli a cura di L. Frescobaldi Malenchini e O. Rucellai.
Sono manufatti spettacolari, vibranti nei colori e nelle forme, quelli in mostra allo Stibbert. Maioliche di straordinaria raffinatezza che, insieme a una serie di disegni provenienti dal Fondo Cantagalli e con numerosi esemplari giunti dal Museo di Doccia, dall’Ashmolean Museum di Oxford, dal Victoria & Albert Museum e dalla Fondazione William De Morgan di Londra, oltre che dal Musée National de la Céramique di Sèvres fanno dell’evento un’occasione unica.
// MUSEO DI PALAZZO DAVANZATI
Via Porta Rossa 13
ORARIO: da lunedì a domenica ore 8.15 - 13.50 (chiuso 2ª e 4ª domenica del mese; 1°, 3° e 5° lunedì del mese)
Il Museo della Casa Fiorentina Antica in Palazzo Davanzati. Gli arredi storici nelle foto di Elia Volpi, a cura di R. C. Proto Pisani e M. G. Vaccari.
Nel 1904 Elia Volpi acquistò l’antica dimora medievale dei Davizzi. Dopo un generale restauro, il Palazzo fu inaugurato il 24 aprile 1910 come Museo della Casa Fiorentina antica. L’atmosfera della dimora trecentesca era stata ricreata arredando le sale dell’antico palazzo con mobili, tappeti, arazzi, sculture, dipinti, cassoni. Di questi oggetti, venduti nell’asta che Volpi stesso organizzò a New York nel 1916, solo pochissimi sono ancora nel palazzo. La mostra intende rievocare quel momento storico così importante per la storia del gusto, presentando alcune delle bellissime fotografie del fondo Volpi (archivio Davanzati e Fototeca del Kunsthistorisches).
Il Pass dei Tesori potrà essere acquistato a Palazzo Medici Riccardi, Museo Horne, Museo Stibbert, Museo Stefano Bardini, Fondazione Salvatore Romano, Musei di Fiesole, Art Store Mandragora (Firenze, Piazza del Duomo, 50r) e Agora|z Palazzo Strozzi, oltre che in vari punti di informazione turistica (es. Ufficio Informazioni-Provincia di Firenze via Cavour 1r) e alla biglietteria dei Musei Civici di Palazzo Vecchio, di Santa Maria Novella e di Cappella Brancacci.
Inaugurazione 3 ottobre ore 18
Palazzo Medici Riccardi
via Cavour, 3 - Firenze
9-19, chiuso mercoledi'
Pass dei Tesori: intero 10 euro, ridotto 8